Crolla la spesa degli italiani a tavola. Che nei primi sei mesi del 2013 è scesa di un ulteriore 4%: un calo progressivo dal 2007 a oggi che ha portato i consumi alimentari degli italiani a un livello simile a quello registrato alla fine degli anni Settanta. Si usa meno olio d'oliva (- 10%), si consumano meno pesce (-13%), pasta (-10%), prodotti ortofrutticoli (-3%) e carne (-2%). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti più drammatici del calo del potere di acquisto provocato dalla crisi, sulla base dei dati Ismea-Gfk Eurisko relativi al primo semestre dell'anno.A calare c'è anche la spesa per l'acqua minerale (- 6%) e le bevande analcoliche gassate (-9%) e non (-6%), mentre ad aumentare - sottolinea Coldiretti - è invece la spesa per le uova (+4%) e per la carne di pollo naturale (+6%) come sostituti delle carni più care. Si riscontra in maniera generalizzata, un calo della spesa superiore a quello dei volumi acquistati, che fa pensare - sostiene Coldiretti - a un orientamento delle famiglie verso prodotti in promozione o di prezzo inferiore. Una conferma viene dal fatto che le vendite dei cibi
low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento nel commercio al dettaglio in Italia con un +1,3 %, mentre calano tutte le altre forme distributive a partire dai piccoli negozi che fanno registrare un tonfo del - 4%, gli ipermercati (-2,5%) e i supermercati (-1,8%), nei primi cinque mesi dell'anno. A cambiare è quindi anche il livello qualitativo degli alimenti acquistati con un aumento della presenza di prodotti
low cost che - conclude Coldiretti - non sempre offrono le stesse garanzie di sicurezza alimentare.Per il Codacons si tratta di un dato drammatico, perché - spiega l'associazione in una nota - «i consumi alimentari stanno scendendo ininterrottamente dal 2007: -1,8% nel 2007, -3,3% nel 2008, -3,1% nel 2009, -0,7% nel 2010, -1,8% nel 2011, -3% nel 2012». La ragione di questo crollo - prosegue l'associazione - «è che un terzo delle famiglie italiane non riesce più ad acquistare tutto il cibo di cui necessita. Bisogna tornare alla fine degli anni '70 per avere consumi alimentari pro capite così bassi. Ormai, il 12,3% della popolazione non riesce più a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni». Dati «indegni di un paese civile - afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi - Per questo è fondamentale non aumentare più le tasse che colpiscono indiscriminatamente tutti, ricchi e poveri, come ad esempio l'aumento dell'Iva, tassando, se proprio si deve, solo quelli che se lo possono permettere». Il Codacons lancia inoltre l'allarme sull'aumento dell'Iva, al momento rimandato ma non cancellato. «Con l'incremento dell'aliquota ci sarebbe un aumento dell'inflazione almeno dello +0,6%, che rinfiammerebbe nuovamente i prezzi con conseguenze catastrofiche sui consumi», afferma Rienzi.