Pace. «Italia, ripudia la guerra». Parte dal Campidoglio la campagna per l'articolo 11
La manifestazione a Roma in piazza del Campidoglio
La data scelta non è casuale: 11/11. Per ribadire l'importanza, soprattutto di questi tempi, dell'articolo 11 della Costituzione italiana, quello che «ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionalI». E ieri sera in Campidoglio il Palazzo Senatorio è stato illuminato per tutta la notte dalla proiezione della scritta "R1PUD1A", con gli "uno" al posto delle "i" per ricordare l'articolo pacifista della Costituzione. È partito infatti dalla Capitale ieri sera, con centinaia di volontari sul colle capitolino a reggere striscioni e sventolare tricolori, l’appello di Emergency ai Comuni, agli enti pubblici e privati, alle scuole e ai cittadini per riaffermare l’importanza di dire "no" alla guerra.
A piazza Duomo a Milano - Emergency
«In un momento in cui la guerra sembra inevitabile e sono 56 i conflitti aperti nel mondo - dichiarano i responsabili della ong fondata da Gino Strada - l’appello di Emergency diffonde il messaggio della nostra Costituzione. Secondo Mil€x, l’Osservatorio sulle spese militari in Italia, solo nel 2025 il nostro Paese ha già preventivato di destinare 32 miliardi di euro alle spese militari, record storico con un aumento del 12,4% rispetto al 2024 e del 60% sul decennio». Forte della sua trentennale esperienza sul campo nella cura alle vittime di guerra, Emergency ricorda ancora una volta lo scandalo dei conflitti contemporanei «in cui il 90% dei morti e dei feriti sono civili. E che la spesa di un solo cacciabombardiere F-35 vale quanto 3.244 posti letto di terapia intensiva».
A Torino davanti alla Mole Antonelliana - Emergency
La responsabile della comunicazione dell'organizzazione, Simonetta Gola ricorda che «secondo i dati del Sipri, l’Istituto internazionale di studi per la pace di Stoccolma, nell’ultimo anno la spesa militare globale è arrivata a 2.443 miliardi di dollari, il 27% in più rispetto all’anno precedente. La risposta delle armi sembra l’unica possibile al tracollo della situazione internazionale. Dopo i milioni di morti dei due conflitti mondiali, c’era stato uno sforzo condiviso per cancellare la guerra dalle opzioni possibili, ma in questi ultimi anni, in tutta Europa, non solo in Italia, abbiamo sentito parlare molto di armi e molto poco di diplomazia, di negoziati». La storia di Emergency e la storia del nostro Paese, sottolinea Simonetta Gola, «ci dicono di impegnarci per abolire la guerra, di non perdere mai di vista le vittime, di non sentire ragioni quando si tratta di curarle. Per questo, chiediamo che l’Italia tenga fede alla sua Costituzione, che sia impegnata in prima linea non nella vendita o nella fornitura di armi, ma nella composizione dei conflitti».
Al Ponte di Rialto su Canal Grande a Venezia - Emergency
Lo stesso papa Francesco, domenica 3 novembre, aveva sorpreso i volontari di Emergency, in piazza per l'Angelus con lo striscione "R1PUD1A", riservando loro un saluto particolare e non formale: «Saluto il gruppo di Emergency Roma Sud, impegnato a ricordare l’Articolo 11 della Costituzione Italiana, che dice: "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Ricordare questo articolo! Avanti! E possa questo principio - aveva aggiunto il Papa - attuarsi in tutto il mondo: la guerra sia bandita e si affrontino le questioni con il diritto e i negoziati. Tacciano le armi e si dia spazio al dialogo. Preghiamo per la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar, Sud Sudan».