Attualità

Conti. L'Istat corregge deficit e debito: spunta un miliardo in più per la manovra

M. M. lunedì 23 settembre 2024

Le attese stime dell'Istat sull'aggiornamento dei conti pubblici per il 2023 migliorano le previsioni della scorsa primavera e potrebbero allargare il perimetro di azione del governo in vista manovra. Il rapporto deficit/Pil scende a -7,2% (-8,1% nel 2022) e il saldo primario (l'indebitamento netto meno la spesa per interessi) a -3,5% del Pil. Il miglioramento di due decimali (la stima di marzo era del -7,4%) si traduce in 3 miliardi di euro in meno per il deficit e di un miliardo del saldo primario. A peggiorare è il volume del Pil, che si ferma a un più 0,7%, al ribasso di 0,2% rispetto alla stima precedente, anche se l'istituto sottolinea come il livello sia tornato per la prima volta sopra i massimi dalla crisi finanziaria del 2008. Migliorano invece le stime del 2022, dove il Pil si attesta sul 4,7% (più 0,7%), e del 2021, all'8,9% con una revisione dello 0,6%. Sale anche il Pil nominale del 2021, di circa 21 miliardi, così come quelli del 2022 e del 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi. Cala anche la pressione fiscale, che lo scorso anno è stata pari al 41,5% (era 41,7% nel 2022), a seguito di un aumento delle entrate (6,0%) inferiore rispetto a quello del Pil a prezzi correnti (+6,6%).

​Come cambieranno le politiche economiche

Difficile valutare se e come cambierà qualcosa rispetto alla manovra allo studio del Mef e al Piano strutturale di bilancio, che ora, come annunciato preventivamente dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, potrebbe tornare in Consiglio dei ministri alla luce dei nuovi dati. Lo stesso titolare dell'Economia ha parlato di una revisione di «lieve entità», non sufficiente per incidere «sui principi e sul quadro del Psb già esaminato dal Cdm lo scorso 17 settembre». Ma ha anche aggiunto che il documento «sarà rifinito alla luce dei numeri comunicati da Istat». La priorità dell'esecutivo resta l'aiuto alle famiglie, come ha confermato anche oggi il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan. Di sicuro le risorse liberate non consentono ancora di escludere l'introduzione di una tassa sugli extraprofitti, che una parte della maggioranza, nonostante le smentite, continua a valutare. Il tema porta tensioni nel centrodestra, con Forza Italia pronta alle barricate, ma per arrivare ai 25 miliardi (almeno) che occorrono per la prossima legge di bilancio il passo potrebbe essere necessario. L'ultima ipotesi allo studio, secondo le indiscrezioni, sarebbe quella di un “prelievo solidale” dell'1-2% sugli utili degli ultimi 12-24 mesi, per contribuire al finanziamento di misure come il taglio del cuneo fiscale, gli sgravi Irpef o il Bonus tredicesima.

Le reazioni

Restando in tema, vanno registrate le parole del capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, che esclude «nuove tasse», ma apre al «contributo di solidarietà», anche se allo stato, specifica, «il problema non si pone. E se ci sarà necessità, lo si potrà pensare in piena collaborazione con gli eventuali destinatari». Antonio Tajani ribadisce il suo “no” e invoca un tavolo con i soggetti interessati per evitare «tasse imposte dall'alto». Più in generale diversi esponenti della maggioranza leggono le stime Istat in positivo sottolineando i risultati raggiunti dal governo. L'interpretazione sul fronte opposto cambia radicalmente. Per il senatore 5s Stefano Patuanelli, va innanzi tutto smontata la «narrazione apocalittica» sui «buchi di bilancio» lasciati dai governi precedenti. Mentre il collega di partito al Pe, Gaetano Pedullà, parla di «un'Italia che va a rotoli» e sottolinea il calo della crescita. Il dem Arturo Scotto si dice «preoccupato» per i dati sul lavoro e il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, accusa il governo ancora sugli extraprofitti: «La destra dei privilegi e delle lobby si è già rimangiata la promessa».