Pochi matrimoni, ancor meno figli e
tanti, tanti anziani. L'Italia è un Paese di vecchi, almeno a
guardare le statistiche.
Al 1 gennaio 2015 - secondo il rapporto Istat diffuso oggi -
si registra un deciso sorpasso: ci sono 157,7 anziani ogni 100
giovani. E 55,1 persone in età non lavorativa ogni 100 in età
lavorativa; valori in continua ascesa negli ultimi anni.
A fronte di ciò, secondo le prime stime relative al 2015, per
la prima volta negli ultimi 10 anni, la speranza di vita alla
nascita arretra, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini
(80,1) e 0,3 per le donne (84,7). Nel Mezzogiorno i valori della
speranza di vita si confermano al di sotto della media
nazionale.
Nel Belpaese hanno poi perso appeal i fiori d'arancio. Con
3,2 matrimoni ogni mille abitanti, l'Italia rimane uno dei paesi
dell'Ue28 in cui si va meno a nozze. Se si pronunciano pochi "sì" è pure vero che ci si dice addio
meno che altrove.
La fotografia scattata dall'Istat mostra, infine, una scarsa
propensione ad allagare la famiglia. Continua, infatti, a
diminuire il numero medio di figli per donna: nel 2014 si
attesta a 1,37 mentre occorrerebbero circa 2,1 figli per
garantire il ricambio generazionale.
Neet in leggero calo. Sono oltre 2,3 milioni (il 25,7% del
totale) i giovani 15-29enni che nel 2015 non sono inseriti in un
percorso scolastico e/o formativo e non sono impegnati in
un'attività lavorativa". Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Noi
Italià, sottolineando come l'incidenza sia più elevata tra le
donne (27,1%) e nel Mezzogiorno (in Sicilia e Calabria sfiora il
40%). Tuttavia la quota è in calo rispetto all'anno prima: nel
2014 i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti
Neet, erano il 26,5%. Il primo ribasso dall'inizio della crisi.
Il 10% delle famiglie è povero. Tra il 2013 e il 2014 l'incidenza
della povertà, relativa e assoluta, è risultata sostanzialmente
stabile. La povertà relativa coinvolge circa un decimo delle
famiglie residenti, quella assoluta il 5,7%". Lo rileva l'Istat
nel rapporto 'Noi Italià.
Nel 2014 l'indicatore di grave deprivazione materiale, spia
delle difficoltà economiche, segna una riduzione ma il problema
riguarda ancora 4 milioni di persone. La quota delle persone
colpite scende infatti all'11,6% (era del 12,3% nel 2013). Nel
dettaglio, spiega l'Istituto, il valore del Mezzogiorno, 19,9%,
equivalente ad oltre 4 milioni di individui, "per quanto in
forte diminuzione, è più elevato di quello rilevato in tutto il
Centro-Nord (7,2%, quasi 3 milioni di individui)".
Il Pil procapite del Mezzogiorno è la metà di quello del Nord. ll Pil pro capite nel Mezzogiorno
(16.761 euro) è quasi la metà di quello del Nord Ovest (30.821)
e poco cambia se si guarda al Nord Est (29.734 euro). È quanto
emerge dalle tavole Istat, nel rapporto 'Noi Italià. I dati
sono del 2014, con una media nazionale che a 25.256 euro, la più
bassa, stando alle serie riportate, almeno da 10 anni, ovvero
dal 2004. I numeri sullo spaccato territoriale non vanno oltre
il 2014, lasciando fuori il 2015, anno in cui, almeno a livello
nazionale, il Pil è salito dello 0,8%
Sei auto ogni dieci abitanti. Il tasso di motorizzazione, in
flessione nel 2012 e 2013, segna un lieve aumento, con quasi 610
autovetture per mille abitanti". Così l'Istat nel rapporto 'Noi
Italià, con riferimento a dati del 2014. E aggiunge: "nel
confronto europeo l'Italia è di gran lunga uno dei paesi più
motorizzati, preceduta solo da Lussemburgo e Lituania".
L'Italia è indietro nell'uso del web. La posizione nazionale è decisamente inferiore alla media Ue28
(75% nel 2014) solo Bulgaria e Romania fanno peggio di noi.
Nel confronto europeo, anche la diffusione della banda larga
nelle famiglie italiane è inferiore alla media dei 28 paesi (78%
nel 2014).
Secondo l'Istat, gli utenti di Internet nel nostro paese sono
il 60,2% (circa 34 milioni 500mila persone), ma solo il 40,3% si
connette quotidianamente. L'uso della
rete è fortemente collegato all'età, con una quota di utenti che
decresce progressivamente dopo i 24 anni. Ad eccezione dei più
giovani, l'uso della rete è ancora caratterizzato da forti
differenze di genere.