Virus. Avanti adagio. Venerdì 1.396 nuovi contagi, 570 morti
Un posto di blocco della polizia su un viale a Milano. Le forze dell'ordine stanno intensificando i controlli. Il rispetto delle regole è fondamentale per battere il coronavirus
Avanti adagio, molto adagio. Lo dicono i numeri. Quelli dell’aggiornamento quotidiano (insieme ai numeri dei giorni precedenti) reso noto da Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile. I nuovi contagi nel nostro Paese rispetto a ieri, al netto dei deceduti e dei guariti, sono 1.396 (martedì 880, mercoledì 1.195 e ieri 1.615). E il totale degli attuali positivi accertati in Italia arriva a 98.273 (mercoledì 95.962 e ieri 96.877).
Il numero dei decessi è 570 (martedì 604, mercoledì 552 e ieri 610). Fra questi, 300 in Lombardia.
I ricoveri nelle terapie intensive scendono a 3.497 (martedì 3.792, mercoledì 3.693 e ieri 3.605). Mentre è in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi il 68% degli attuali contagiati (ieri 67%). Sempre rispetto a ieri, i guariti sono 1.985 (martedì 1.555, mercoledì 2.099, ieri 1.979) ed è superata la soglia dei 30mila complessivi.
Sul fronte generale c'è un blando ottimismo. Naturalmente legato ai numeri e però molto di più al rispetto maniacale delle misure. “Non dobbiamo minimamente deflettere”, spiega chiaro Silvio Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità. Ribadito questo, la partita contro il virus non sarà breve e, piaccia o meno, ci farà cambiare abitudini e costumi. Il punto della situazione fatto stamane dall’Istituto superiore di Sanità spiega come la curva “ci mostri chiaramente una situazione di decrescita - ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss - e questo è un segnale positivo, ma non deve farci abbassare la guardia". E in effetti i controlli delle forze dell'ordine si stanno intensificando, anche in questi giorni pasquali. Il quadro insomma “conferma lo scenario dei giorni scorsi e ci offre indicazioni di efficacia delle misure”.
Brusaferro lo ripete ancora e lo farà spesso: “Le azioni intraprese sono importanti, tuttavia non dobbiamo illuderci che la situazione si risolva. Le misure sono essenziali per mantenere la curva, quando sarà scesa, sotto la soglia di uno per un contagio". A proposito sempre di contagio: la mascherina "è importante", ribadisce il presidente dell'Iss, ma almeno quanto "il distanziamento sociale, il lavaggio delle mani e l’igiene ambientale".
Capitolo letalità. "Le morti avvengono dalle due alle cinque settimane dal contagio, significa che c’è un trascinamento molto lungo. Questa è anche una delle ragioni per cui continuiamo a vedere un numero di decessi importante". L’analisi dell’Iss sulla letalità del coronavirus è stata fatta attraverso lo studio di "quasi 1500 cartelle cliniche” dei deceduti, che è "una parte delle 16mila, ma rappresentativa”, ha premesso Brusaferro. Conferme anche qui: “Le fasce di eta' sopra i 70 sono quelle che pagano un dazio molto elevato" e "l’età mediana è 80 anni, colpisce soprattutto i maschi, solo il 32% è fatto di donne". Non solo, “i dati confermano anche come le persone con molte patologie pregresse siano più a rischio di mortalità, il 63% dei deceduti aveva piu’ di tre patologie".
La Lombardia infine. La Regione ha un "trend positivo" dei dati epidemici, ma mette i brividi “il numero sulle morti nelle Rsa per anziani, 1.822”.