Attualità

Meloni-Biden-Macron-Scholz-Sunak. «Al fianco di Israele, priorità gli ostaggi»

Massimo Chiari martedì 10 ottobre 2023

Meloni con Biden nell'incontro di luglio alla Casa Bianca

Un vertice telefonico con i potente del mondo. Per fissare due punti fermi. Uno: fermo sostegno a Israele, da Hamas atti criminali. Due: sforzi diplomatici concentrati sulla tutela degli ostaggi. Ieri a tarda sera il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha partecipato a una riunione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il primo ministro britannico, Rishi Sunak, il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Un confronto dedicato all'esame della grave crisi «apertasi dopo il barbaro attacco di sabato scorso perpetrato da Hamas ai danni dello Stato di Israele». I cinque Capi di Stato e di governo - si legge in una nota di Palazzo Chigi - «hanno espresso un fermo sostegno ad Israele e una inequivocabile condanna degli spaventosi atti criminali di Hamas, che hanno causato un terribile numero di vittime innocenti, inclusi bambini, donne ed anziani. Si è quindi discusso delle iniziative politiche più urgenti da intraprendere insieme. La tutela della vita degli ostaggi, a partire dai bambini anche di tenera età, è una priorità assoluta e su di essa si concentreranno gli sforzi diplomatici». Meloni, nel «riaffermare il diritto di Israele a difendersi, ha indicato la necessità di operare per evitare un ampliamento della crisi a livello regionale e per tutelare la popolazione civile coinvolta». I cinque Capi di Stato e di governo hanno concordato di mantenersi in costante contatto nel prosieguo della crisi. Nel vertice telefonico si è ribadita la comune volontà di evitare l’allargamento del conflitto ai paesi vicini, di tenere uniti gli alleati europei già spaccati sugli aiuti ai palestinesi, di negoziare o facilitare la liberazione degli ostaggi, e di limitare le ripercussioni di questa crisi sulla guerra che intanto continua in Ucraina. Il tutto cercando di non compromettere il negoziato con l’Arabia Saudita per la normalizzazione delle relazioni.