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Politica. Braccio di ferro Meloni-Salvini sull'Irpef agricola. In vista delle europee

Arturo Celletti sabato 10 febbraio 2024

Ai piani alti di Palazzo Chigi cresce il fastidio per l'offensiva pro agricoltori targata Lega. La strategia di Salvini è chiara: il vicepremier è salito sui trattori deciso a partire da qui per costruire la sua campagna per le europee. I sondaggi lo incoraggiano. Otto italiani su dieci capiscono e condividono la battaglia al fianco del mondo agricolo. Lui non molla anzi chiede ai suoi di alzare il tiro sul governo. Di far passare chiara la linea che nel centrodestra è la Lega a pensare agli agricoltori. «Stiamo aspettando che il governo proponga un emendamento sul decreto Milleproroghe, sappiamo che lo farà ma non ne conosciamo il contenuto.

Ci dovrebbe essere l'abolizione dell'Irpef agricola sotto i 10mila euro e questo è un passo avanti, ma è ancora insufficiente, noi riteniamo che si possa fare di più perché si rischia di escludere, casomai per poche migliaia di euro, quelli che di mestiere fanno gli agricoltori», avverte il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. Meloni non commenta. Osserva sospettosa e infastidita l'accavallarsi di colpi bassi. Ma è il ministro Lollobrigida a rispondere alla Lega. «L'esenzione per tutti dell'Irpef non è equa perché avvantaggia chi fattura milioni. Giorgetti ha deciso di garantire gli agricoltori più in difficoltà, che secondo lui sono circa il 90% delle imprese.

Lo stop all'esenzione è stato votato in Cdm su proposta di Giorgetti da tutto il governo e io ero d'accordo. E adesso, con grande fatica, abbiamo trovato ulteriori risorse e scelto di garantire una esenzione più equa senza privilegi a chi non ne ha bisogno. La proposta della rimodulazione l'ha fatta Giorgetti e al tavolo non ho sentito Salvini dire che non bastava. Ho piena fiducia in Giorgetti e ritengo saggia la sua proposta». Lo scontro è sempre più netto. L'obiettivo è chiaro: i 4 milioni di voti del mondo agricolo. Lollobrigida non pare temere l'offensiva della Lega: «Abbiamo incontrato le 5 associazioni che rappresentano il 90% degli imprenditori.

Non solo sono in linea col governo, ma hanno ringraziato Meloni e Lollobrigida per il lavoro costante. Io registro molto consenso e penso che le polemiche arrivino più da pezzettini di Parlamento in cerca di notorietà che dagli agricoltori». La Lega però insiste. Molinari avverte: «Non abbiamo nessuno scontro aperto con FdI. Abbiamo una differenza di vedute su questa partita dell'Irpef, però rivendichiamo la possibilità di dire la nostra su alcune tematiche anche perché, visto che sulla legge di bilancio i gruppi parlamentari non hanno potuto incidere, che almeno possano porre sul Milleproroghe qualche problema politico, perché questo è il sale della democrazia».

Non basta. A Molinari replica Tommaso Foti capogruppo FdI alla Camera: «Grazie al governo Meloni i 5 miliardi previsti nel Pnrr per l'agricoltura, in sede di revisione, sono stati portati a 8 miliardi». Clima caldo. E mancano ancora centoventi giorni al voto europeo.