Attualità

L'ITALIA AL VOTO. Riccardi: «Mai più rinunce ai figli a causa della crisi»

Marco Iasevoli lunedì 18 febbraio 2013
​«Forse in molti hanno creduto che il paradigma dell’individualismo potesse realizzare tutti i desideri della persona. Ora ci accorgiamo che non è così. Questa crisi ci ha resi pensosi. Stiamo riscoprendo il valore del legame tra un uomo e una donna che si vogliono bene, si proteggono, si sostengono, si aprono al futuro attraverso i figli». Parte da lontano Andrea Riccardi, il ministro che nell’esecutivo dei tecnici ha avuto la delega per la famiglia. Ora il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, pur avendo rinunciato alla candidatura, è tra i leader di Scelta civica. Ed è tra i registi dell’"agenda famiglia" lanciata ieri da Monti: «È una lotta, quella all’individualismo, che è anche politica, non solo culturale. Che ha bisogno di strumenti concreti. Risorse certe. Io credo che Mario Monti abbia ben chiaro che la famiglia è la misura fondante della vita politica e sociale».Per chiarirci, ministro, a cosa ci riferiamo con la parola "famiglia"?Dell’unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, come prevede la Carta costituzionale.Specifico perché oggi Bersani, Vendola e Ingroia si sono profusi in dichiarazioni impegnative sulle unioni gay...La priorità per il nostro Paese è sostenere la famiglia, considerata in modo unanime un ammortizzatore sociale e allo stesso tempo privata, contraddittoriamente, di diritti e cittadinanza. Questa è la nostra scelta. Ed è stato un grave errore politico degli ultimi anni quello di indebolire l’istituto familiare credendo così di rafforzare la visibilità di altri tipi di unioni. Si tratta di due cose differenti. Sbaglia chi mette il cappello ideologico sui temi sensibili solo per raccattare voti. Si fa il male della famiglia e paradossalmente si complica anche il confronto sui diritti individuali di persone che convivono fuori dal matrimonio.Eppure, ministro, una delle eventualità è che tra qualche giorno dovrete discutere proprio con Bersani un possibile programma di governo condiviso... Ci saranno le unioni gay tra un anno e la legge sull’omofobia tra sei mesi, come dice il segretario Pd?Mi lasci dire che questo chiacchiericcio sulle alleanze non rende merito alla nostra proposta politica. Prima di ogni discorso, vogliamo che gli italiani diano una dimensione elettorale al nostro progetto. E dico una cosa molto chiara: la sera del 25 febbraio noi avremo come punto di partenza e di arrivo una piattaforma irrinunciabile, la nostra agenda riformista. Lo ripeto: è una piattaforma irrinunciabile. E insieme all’agenda noi portiamo un’ipotesi solidissima e credibile di leadership, quella di Mario Monti. Nel merito poi della sua domanda, vale quanto detto dal nostro candidato premier: sui temi etici il potere d’iniziativa spetta al Parlamento, non è materia di patti di governo. Quanto all’omofobia, è evidente che ci sono stati casi di violenza e discriminazione inaccettabili.Entriamo nel merito dell’"agenda famiglia". Il punto più qualificante?Forse il principio più forte è quello per cui la nascita di un fratellino non deve mai più tradursi nell’impoverimento dell’altro bimbo più grande, come oggi spesso avviene. E mai più le coppie devono rinunciare alla nascita di una nuova vita per motivi economici.Come?Facendo sintesi di deduzioni, detrazioni e altri strumenti, si può arrivare ad una no-tax area proporzionata al reddito e ai carichi familiari. Da integrare con assegni per i redditi bassi e gli incapienti.E subito cosa si può fare?Pensiamo alla rimodulazione delle utenze, come la Tares, perché non prevalga il criterio del mero consumo collettivo. Non sarebbe giusto. E a un intervento sulle addizionali Irpef comunali e regionali.Altri punti?Il potenziamento dei nidi con una maggiore libertà alle famiglie per autorganizzarsi in piccole cooperative, un congedo parentale più ampio ed esteso anche ai nonni... Insomma, è un vero e proprio piano per la natalità.E per i nuclei che assistono disabili e anziani?Mi permetta anche qui di partire da un elemento culturale. In casa ci si cura meglio, con affetto e con meno costi. Le cure devono essere a domicilio con un forte coinvolgimento del terzo settore. E intendiamo mettere in agenda anche il tema del "dopo di noi", delle strutture che si occupano dei disabili dopo la morte dei parenti stretti.Le risorse?Inutile inventarsi coperture alla Berlusconi. La credibilità internazionale di Monti significa spread più basso, tassi d’interesse inferiori, mercati fiduciosi, minore pressing delle istituzioni internazionali. E dunque risorse in più, anche per le politiche familiari. Senza una famiglia forte il Paese non decolla.