Il governo ai rapper. «Le vostre parole contro le donne fanno orrore»
Il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi
Una ricerca regala una fotografia sconcertante: 6 brani su 10 contengono espressioni violente contro le donne, accanto a droga, rabbia e autocelebrazione. Sono rimasto colpito dalla denuncia di tante artiste... Penso a Cristiana Capotondi, Anna Foglietta, a Paola Cortellesi, a Fiorella Mannoia... Penso al grido d'allarme di tante associazioni. È nostro compito cercare risposte senza perdere nemmeno un giorno. Per questo ho proposto di istituire, all’interno del Tavolo Permanente della Musica (è un organo non governativo composto dalle più importanti organizzazioni del settore) un gruppo di studio che possa ragionare su temi così delicati. Il mondo della musica ha una grande rilevanza sociale a cui deve corrispondere altrettanta responsabilità. E allora auspico una riflessione comune, che coinvolga anche gli artisti e porti ad un’autoregolamentazione sulla materia.Come ha reagito il settore della musica alle sue proposte?
Sono fiducioso. Il Tavolo permanente dell’industria musicale italiana ha deciso di dare inizio ad un confronto interno sul tema. I rappresentanti stanno valutando di organizzare una serie di incontri con gli esponenti della comunità trap italiana per approfondire le diverse posizioni e i ruoli dei vari attori in campo. Le associazioni della musica live si stanno organizzando per poter trasmettere, nel corso di determinati eventi, un video di sensibilizzazione rispetto alla violenza sulle donne in collaborazione con la Fondazione ‘Una, Nessuna, Centomila’. Sono segnali che fanno sperare: la musica deve sfruttare per fini buoni la sua capacità di unire.Serve una svolta oraEsattamente: serve ora. Perché siamo davanti a una emergenza vera. Io ho ascoltato quei brani, ho letto quei testi. Fanno rabbrividire. Non glieli cito perchè tanto non potreste pubblicarli. Sono una ferita alla società, alle famiglie. Così non si può andare avanti: questi rapper per tanti ragazzi sono riferimenti, le loro canzoni sono le colonne sonore di tante giovani vite. E spesso papà e mamma non si rendono conto. Non conoscono i contenuti di quelle canzoni. Non sanno come vengono trattate le donne. Qualche tempo fa ho incontrato un’amica famosa, mamma di un quindicenne. Ha provato a minimizzare: “ma dai, Gianmarco, i testi provocatori sono sempre esistiti!”... Allora glieli ho fatti leggere... È rimasta in silenzio e ci siamo salutati. La sera mi ha scritto “girami i testi e gli interpreti di cui parlavamo, voglio parlarnebene con mio figlio”. Lei sarebbe per la censura?Io sono per una società dove la totale libertà d'espressione cammini per mano con la totale responsabilità civile... Come spieghiamo certi testi alle giovani abusate, ai familiari delle vittime dei femminicidi, alle donne che hanno avuto il coraggio di denunciare? Certe parole. Certe frasi che istigano alla violenza contro di loro? E a quelle ragazze che canticchiano certe strofe come possiamo poi far comprendere che nessuno ha diritto di parlare di loro in questo modo? Ho sentito più di uno psicologo: dicono che il rischio è ritrovarsi anche con il problema delle adolescenti che per essere accettate riterranno di doversi adeguare ai modelli proposti da quelle canzoni. Vittime due volte. E allora serve una svolta e serve ora. Lo voglio dire con nettezza: spiegheremo alle case discografiche che se vogliono accedere alle varie forme di sostegno pubblico devo smettere di produrre brani che non rispettano le donne. È nato il “Piccolo Coro di Caivano”, come potrà curare le ferite di quel territorio?
Il progetto sarà sostenuto nel tempo dal Ministero della Cultura, con un piano pluriennale. Le bambine e i bambini di Caivano, con le loro famiglie, verranno coinvolti in un’attività di preparazione che ha già portato alla formazione del Coro composto da 60 cantori a partire dall’età di 4 anni. Musica, arte e cultura svolgono un ruolo fondamentale per la crescita sana dei più piccoli, per la coesione sociale delle loro famiglie e per il radicamento dello spirito comunitario. Il coro è stato dedicato a Fortuna, la piccola di Caivano, vittima di abusi e uccisa nel 2014, a soli 6 anni. Il Ministero della Cultura ha stanziato 12 milioni di euro in tre anni per creare nel Parco Verde di Caivano, all’interno del centro sportivo che sarà rimesso a nuovo, un centro culturale con biblioteca, sala cinematografica, teatro e sale lettura. Il Ministro Sangiuliano si è impegnato in prima persona perché la cultura è il più forte antidoto contro il degrado dei territori e la povertà educativa. Le Regioni, i Comuni e i vari enti territoriali dovrebbero prendere spunto da questa iniziativa. E fare anche loro doverosi sacrifici economici. Il canto lirico italiano è stato iscritto dall’Unesco, il 6 dicembre scorso, nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità. Lei si è speso molto per questo riconoscimento. Perché?Perché è l’arte che ci fa brillare a livello planetario e rappresenta un importante strumento di presidio e diffusione della nostra lingua da quasi 500 anni. Il 7 giugno celebreremo questo riconoscimento con uno spettacolo internazionale all’Arena di Verona alla presenza delle istituzioni più importanti. Il Maestro Riccardo Muti sarà l’ospite d’onore. All’Arena di Verona il 18 maggio è arrivato anche il Pontefice. L’evento è stato condotto da Amadeus. Che effetto le ha fatto?Verona è la mia città, quando il Vescovo Don Domenico Pompili mi ha chiesto di dargli una mano, non c’ho pensato un attimo. Sono arrivati Ligabue, Amadeus, la diretta Rai. E Papa Francesco è stato accolto da migliaia di persone. L’Arena “di pace” era gremita di fedeli, è stato un evento commovente, pieno di gioia e di speranza, assolutamente indimenticabile.