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Il futuro dell'Europa. Bindi: «Progetto Ue confuso, serve strategia»

Roberta d'Angelo martedì 11 marzo 2025
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«Non è tutto bianco o tutto nero. Non si può dire riarmo o diplomazia». Rosy Bindi, ex ministra della Sanità e della Famiglia, ex presidente del Pd, non si allinea acriticamente né con le posizioni di chi è pronto a votare il piano europeo per il riarmo né con chi è pronto a respingerlo.

Questo piano è propedeutico alla difesa europea, come dicono Prodi e Gentiloni?

Quello che fino ad adesso conosciamo di questo piano è lo stanziamento di 800 miliardi, 150 di finanziamento europeo, e il resto come autorizzazione alla spesa fuori dal vincolo di bilancio per i singoli Stati. E si sa che forse non possono essere usati i fondi di coesione, condizione strappata da diversi Stati, compresa l’Italia. Ma al di là di questo, non si conoscono le linee di investimento e le priorità di spesa. Io penso che quando si stanzia una cifra così importante e si rompe il “sacro vincolo” del bilancio, si dovrebbe anche trovare un punto di incontro e di accordo su come vanno spese le risorse.

Quindi potrebbe essere un punto di partenza per arrivare alla difesa comune?

Personalmente sono favorevole a una difesa europea comune e, almeno nella fase transitoria, ad un coordinamento delle spese per la difesa sostenute dai singoli Stati europei. Se la difesa fosse coordinata avrebbe bisogno di razionalizzazione e forse di innovazione. Ma un aumento senza uno strumento di coordinamento che faccia convergere in senso unitario gli strumenti delle difese nazionali rischia di far aumentare le spese militari dei singoli Paesi e di rallentare il cammino comune. Tutto ciò dovrebbe coinvolgere il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali.

Il suo non è un no.

Ma non è neppure un sì. Vorrei anche valutare la cifra in base a ciò di cui abbiamo bisogno come singoli Paesi per realizzare una politica di difesa comune. Magari non c’è bisogno di aumentare la spesa ma di razionalizzare e di innovare. Come nel caso del sistema satellitare per evitare di consegnarci nelle mani di Musk. A questo scopo sarei disponibile ad investire buona parte degli 800 miliardi. Poi certo, se mi dicono che dobbiamo assumere 40 mila soldati in più, sarà un caso ma ricordo che mancano 40 mila infermieri. Forse sono le stesse obiezioni mosse dalla segretaria del Pd, che non mi sono sembrate contrarie in maniera assoluta, ma vanno in un senso che io condivido.

Così sembra un no.

Io contesto la mancanza di strategia. Penso alla fretta con cui abbiamo risposto alle richieste di Trump, quando ci ha minacciato: tra alleati, a prescindere da chi guida i Paesi, ci dovrebbe essere un’interlocuzione. La Nato non è stata ancora sciolta e potrebbe essere la sede in cui iniziare un confronto. E poi c’è un altro aspetto: in questi anni di guerra siamo stati fin troppo subalterni o perché non abbiamo mai preso un’iniziativa diplomatica come Europa.

Putin non lo ha mai consentito.

Non c’è dubbio, ma al di là del cardinale Zuppi, quanto ci abbiamo provato? Noi abbiamo pagato prezzi altissimi di questa guerra. La vittima è senz’altro l’Ucraina, ma l’altra vittima è l’Europa, che ha pagato con l’inflazione e la crisi industriale. E quando è iniziato il dialogo tra Trump e Putin , noi non abbiamo chiesto di partecipare a quel tavolo, come di accompagnare Zelensky a Gedda. Siamo alleati, non sudditi. Io sono per la pace e per costruirla non si può continuare a produrre armi, ma dobbiamo lavorare sul piano diplomatico e produrre relazionni. Dovremmo riprendere la Via della seta per dialogare con la Cina e stabilire una relazione con i Paesi Brics. Non possiamo isolarci così.

Il Pd si dividerà per il voto del piano Ue?

Al partito che voto e a cui non sono iscritta, mi sento di dire che queste sono cose troppo serie per usarle per riprodurre le antiche divisioni correntizie. Andreebbero usate non le interviste sui giornali, ma le sedi ufficiali del partito per aprire un confronto.

Si spaccherà il Pse?

Mi dispiace dirlo, ma il Pse è un fantasma. Purtroppo se togliamo Sanchez, dov’è il Pse? In Germania la Spd è arrivata ai minimi storici. Le obiezioni poste da Schlein sono obiezioni serie che i veri europeisti dovrebbero ascoltare. Non ha detto no, ma ha posto interrogativi che andrebbero presi sul serio.

In questo contesto, la manifestazione di sabato dovrebbe vedere insieme il centrosinistra, senza M5s?

Se si va con la bandiera dell’Europa e della pace, mi sembra doveroso esserci. Noi dobbiamo essere orgogliosamente europeisti, combattere i nazionalismi, ricordando i valori e la storia dell’Europa. La difesa comune è al servizio di questo progetto. Quanto al M5s, ho sempre visto un po’ ambigua la loro posizione. Non mi pare che Schlein si muova per compiacere Conte.