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L'INTERVISTA. Gasparri: «Ora un'area dei moderati con Casini»

Marco Iasevoli sabato 4 giugno 2011
«Lunedì abbiamo perso, martedì ci siamo confrontati e mercoledì abbiamo nominato Angelino segretario. Se non è una reazione questa...». Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, scaccia i fantasmi della diaspora, chiama per nome tutti gli altri colonnelli (aennini e forzisti) per mostrare il massimo di unità, si dice ottimista sul futuro del partito e del governo. Ma tre messaggi forti li lancia. Uno: «Alfano sarà sopra a tutti, ma dovrà dialogare con il gruppo dirigente, com’è ovvio». Due: «Dobbiamo metterci a lavorare per riunificare i moderati, e a Casini dico che in vista del 2013 siamo pronti a discutere di tutto, dal programma al premier». Tre: «Giulio (Tremonti, ndr) ha ragione a chiedere rigore, ma qualcosa per alleggerire le famiglie, senza compromettere deficit e debito, lo possiamo realizzare».Il Pdl è ripartito o è un brodino?La nomina di Angelino a segretario l’ho condivisa e l’ho sostenuta insieme a La Russa. Il suo è un ruolo di comando effettivo. E ha un grande significato: lui ha 40 anni, è stato sperimentato al governo, non è un quidam de populo. È il segno che il Pdl prosegue nella continuità.Il neosegretario non sarà dunque ingabbiato dai coordinatori?È un problema mal posto, le colpe della sconfitta non sono dei coordinatori. C’è stato l’attacco giudiziario al premier, il normale effetto negativo su chi è al governo, scelte sbagliate sui territori. È giusto che restino. E poi chi, come Angelino, dovrà guidare un partito, non potrà farlo da solo, ma dovrà dialogare con il gruppo dirigente, ascoltare. Ci sono i coordinatori, i ministri, i capigruppo, gli organi di partito...Insomma non potrà scegliere i candidati da solo?Ma nemmeno Berlusconi lo faceva.E infatti il premier si è molto lamentato dei «candidati deboli» subìti per via degli equilibri di partito.Se parliamo di Milano, beh, era il sindaco uscente, nessuno ha mosso grossi rilievi. Lettieri in ufficio di presidenza l’ha presentato proprio Silvio, e a onor del vero nessuno si è alzato e ha detto no. Prima si era pensato anche a Mara (Carfagna, ndr), ma il presidente temeva la piazza difficile. Per i candidati alle politiche Angelino dovrà confrontarsi con il gruppo dirigente. Per i sindaci stiamo pensando alle primarie.Quali saranno i rapporti tra Alfano e Berlusconi? La segreteria è la premessa della premiership?I rapporti per la gestione del partito si vedranno sul campo. Il segretario non toglie nulla alla leadership del presidente, è una guida politica nuova, la dobbiamo sperimentare. Quanto alla successione, è inutile nascondere che se Sivio non fosse più disponibile i nomi sono quelli già fatti, Alfano, Tremonti, Maroni... ma il punto è un altro: prima dobbiamo ricostruire l’unità politica del centrodestra.È l’ultimo appello a Casini?Pier lo sa, e i suoi in privato lo ammettono, con il centrosinistra così vanamente euforico i margini per loro si riducono al minimo. Non si limiti a fare il Ghino di Tacco con un gruppettino di voti e di parlamentari. E poi, potrebbero mai accettare il loro programma sui valori non negoziabili? Divisi, gli diamo solo una chance in più.Il Pdl invece cosa offre?Ricostruire l’area dei moderati interessa noi, loro, la destra che ha mantenuto radici cattoliche - non come chi se ne è separato -, la Lega, Tremonti... Noi siamo disposti a mettere la spada da parte, non vogliamo far pesare il fatto di essere il primo partito. Possiamo sederci e discutere di tutto: assetti, programmi...Anche di premiership?La premiership non è blindata. Parliamo di tutto, insieme, ma senza diktat.Con un premier diverso la destinazione di Berlusconi sarebbe il Colle?È un ragionamento lontano nel tempo. Ma lo dico chiaramente: è un protagonista della politica italiana, ha tutti i titoli.Capitolo Lega: come si risponderà alla richiesta di cambiare la legge elettorale, subito sostenuta dal Pd?Sono contrario al proporzionale, toglie governabilità e priva i cittadini della possibilità di scegliere coalizione e premier. Li sfido: abbiamo una proposta per introdurre il premio di maggioranza nazionale al Senato. E sono favorevole ad un uso parziale delle preferenze.Il Carroccio si distingue anche sui referendum, potrebbe appoggiare i quesiti sull’acqua.Ormai quello è un voto irrilevante, il legittimo impedimento e il piano per il nucleare sono svuotati. Effetti sul governo non ce ne saranno. Però anche la Lega avverta l’importanza di tenere unita un’area di centrodestra che sostiene le riforme a cui tengono. Se poi prevalgono spinte centrifughe...Si racconta che nell’ufficio di presidenza il partito si sia sfogato con Tremonti.Il partito chiede più protagonismo. Ma Giulio ha ragione: l’Europa chiede rigore su deficit e debito, e se non obbedissimo all’Ue ci sarebbe comunque il mercato che ci punirebbe non comprando i nostri titoli. Lui vuole sentire proposte realistiche. Lavoriamo sulla selva di detrazioni esistenti, concentriamole sui nuclei familiari. E passiamo dalle tasse sulle persone alle tasse sui consumi.