A Enrico Letta faccio questo appello: prenda in mano la bandiera dell’equità e usi la scure contro chi sta dissanguando il Paese. In questa azione troverà accanto le forze sociali». Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl spiega: «Aspettiamo il testo prima di giudicare. Per ora ci sono aspetti positivi e altri che non ci convincono fino in fondo».
Cosa si aspettano i sindacati dalla manovra?Le rendite di posizione, i privilegi, gli sprechi bloccano e uccidono l’economia. Le scelte del governo devono essere fatte in questa direzione, non accanendosi ancora contro il ceto medio, i lavoratori e le famiglie.
In concreto?Intanto ci vuole un forte segnale di discontinuità. La pressione fiscale su lavoratori e famiglie è sempre aumentata negli ultimi anni. Un sensibile alleggerimento mi sembra doveroso. Tutte queste tasse hanno depresso la nostra economia.
È il discorso della coperta corta: se si dà qualcosa, bisogna prendere da altre parti...Da anni la Cisl sta segnalando la necessità di tagliare la spesa pubblica, colpendo sprechi, privilegi e persino ruberie. Ricorrendo semmai anche alla vendita del patrimonio pubblico. Ma attenzione: non servono i tagli lineari, che riducono la spesa indiscriminatamente. Ma tagli mirati dove ci sono le inefficienze.
E secondo lei dove sono?Vogliamo parlare della Sanità? Sono cinque anni che conduco una campagna per i costi standard. Dopo tre anni di spending review, ora si accorgono che lo stesso prodotto costa notevolmente di più in alcune regioni. Inutile girarci intorno. C’è nel nostro Paese una consolidata alleanza di potere tra chi acquista e chi vende materiale destinato alla sanità pubblica.
Si parla di una nuova tassa, la Trise, che dovrebbe sostituire Imu e Tares...L’importante che non sia una partita di giro o, detta in maniera più diretta, il gioco delle tre carte. Quanto ai Comuni e agli enti locali direi che bisogna mettere dei paletti rispetto alla loro voracità: la spesa per loro è raddoppiata e in cambio non offrono nessuna garanzia sulla trasparenza delle spese effettuate.
Quando si parla di tagli, si pensa subito al personale e alle retribuzioni pubbliche...E che vogliono tagliare di più? C’è il blocco delle assunzioni da 7 anni, gli stipendi sono fermi, gli statali si sono ridotti di 350 mila unità. Non è successo così con gli alti papaveri, che si sono moltiplicati i privilegi.
E l’ipotesi di tassare le rendite finanziarie?Può andar bene. Ma a una condizione: devono essere colpiti i grandi patrimoni, non certo i titoli dei piccoli risparmiatori, che già hanno pagato per le tasse, la diminuzione dei servizi e la disoccupazione.