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Intervista. Palmieri: «La grazia non basta Silvio merita il Colle»

Luca Mazza sabato 19 luglio 2014
​«La grazia? Da sola non basterebbe per risarcire un uomo accusato ingiustamente di reati così gravi e infamanti». Antonio Palmieri, deputato 53enne e responsabile Internet e delle campagne elettorali di Forza Italia, è uno dei parlamentari più vicini a Silvio Berlusconi. Solitamente è restio a concedere interviste e preferisce lavorare lontano dai riflettori. Ma nel giorno dell’assoluzione del suo leader, Palmieri fa un’eccezione e chiede una «piena riabilitazione politica e istituzionale» dell’ex Cavaliere: «Dopo quello che ha subìto negli ultimi vent’anni, adesso meriterebbe il Quirinale». Non le sembra di esagerare con questa richiesta?Sono consapevole che ci sono molti ostacoli a impedire la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica. <In primis c’è la legge Severino. E purtroppo esiste ancora una parte della sinistra che vede nel numero uno di Forza Italia il male assoluto. Dico soltanto che, in virtù del suo percorso politico e personale, avrebbe tutte le carte in regola per essere eletto capo dello Stato. Che cosa avrebbe comportato un’altra condanna?Avrebbe probabilmente decretato la fine ignominiosa di Berlusconi, come uomo e come politico. Oggi, invece, è stato dimostrato che lui ha sempre detto la verità. È un altro, importante squarcio di verità su quanto successo nel 2010 e 2011, dopo le rivelazioni dei mesi scorsi. E dopo questa vittoria sono convinto che troverà nuovi stimoli ed energie per ripartire.È da escludere, dunque, che Berlusconi possa avere la tentazione di lasciare la politica dopo aver scampato un pericolo così grande?Ci sono ancora tante sfide da vincere. La prima è quella di completare la riorganizzazione di Forza Italia, a partire dalla nuova campagna adesioni. Vedrete, torneremo centrali e protagonisti. Poi c’è il grande obiettivo di ricostruire un’alleanza dei moderati e vincere le prossime elezioni politiche. Tutto ciò si può realizzare solo con il contributo di Silvio Berlusconi, che ancora oggi è capace di raccogliere il consenso di almeno 4 milioni e mezzo di elettori.Ora il patto del Nazareno è più solido?La nostra collaborazione con Renzi sulle riforme ci sarebbe stata a prescindere dalla decisioni dei giudici. Però è chiaro che adesso si potrà lavorare in un clima generale più sereno. E Berlusconi avrà un potere "contrattuale" maggiore.Che cosa intende dire?Significa che potrà dettare alcune condizioni in modo più chiaro e netto. Sulle preferenze da inserire nella legge elettorale, ad esempio, siamo sempre stati contrari e non ci piegheremo certo adesso per far entrare nella partita delle riforme il Movimento 5 Stelle.