Bonelli. «Vi spiego il successo di Verdi-Sinistra. E l'alternativa che costruiremo»
Angelo Bonellidi Europa Verde (a sinistra) esulta insieme a Nicola Fratoiannidi SInistra italianaper il buon risultato alle elezioni europee della loro Alleanza Verdi-Sinistra
Unica forza politica ad aver aumentato il proprio consenso di oltre mezzo milione di voti, Avs è sicuramente tra i vincitori di questa tornata elettorale. Un risultato «straordinario» per Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale, al quale però si accompagna «una grandissima responsabilità».
Bonelli, a cosa si deve questo successo?
A un programma chiaro, non ambiguo, incentrato su temi molto sentiti. Quello della guerra soprattutto: il coraggio di dire con chiarezza no a ogni conflitto e di sostenere che le parole di papa Francesco sulla necessità di un negoziato non dovevano essere attaccate. Perché negoziare non significa arrendersi ma evitare che il pianeta vada verso un baratro. L’aver recuperato nel linguaggio della politica l’uso della parola “pace”, che era diventata quasi una bestemmia. Ma anche l’aver detto con chiarezza che il massacro di civili a Gaza è un crimine contro l’umanità di cui Netanyahu è responsabile assieme a Sinwar. Ci sono poi le nostre posizioni nette sulla crisi climatica di fronte alle bugie di questa destra negazionista e la richiesta di politiche incisive per costruire il binomio giustizia climatica-giustizia sociale.
Vi aspettavate un risultato del genere?
Nonostante la scarsa presenza nelle televisioni generaliste (occupate dai grandi partiti o da altre forze sovrastimate), ho iniziato a capire che l’interesse nei nostri confronti stava crescendo quando la gente ha cominciato a fermarmi per strada per manifestare il suo sostegno e le piazze si riempivano. Incredibile quella di Torino, con 4-5mila persone.
Salis e altre candidature di peso, come Lucano o Marino, sono state decisive.
Assieme al programma, sono state l’elemento che ha permesso di dare una fisionomia alla nostra alleanza, innovativa e coerente, ma fatta anche di connessione sentimentale. Perché ciò che è mancato alla politica di questi anni è proprio una connessione sentimentale.
Crede che riuscirete a replicare questo dato anche in futuro?
La nostra prospettiva non è solo quella di consolidare il consenso ottenuto in questa tornata ma di ampliarlo. La nostra è un’esperienza innovativa, un’alleanza che rompe gli schemi classici di partito e conferisce maggior dinamismo politico. Ci candidiamo a essere una cerniera tra le forze di opposizione che finora hanno mostrato una sorta di individualismo politico dannoso. Non possiamo permetterci di riproporre il disastro del settembre del 2022 e abbiamo il dovere di batterci contro una destra che fabbrica bugie e ruba il futuro ai giovani. Per questo lanciamo un appello a Schlein e Conte: è urgente trovare una modalità per costruire un’alternativa, anche con l’area centrista, attraverso un programma federatore. Vogliamo passare alla storia come quelli che hanno consentito alla destra di smantellare la costituzione e spaccare l’Italia? I numeri ci dicono che, insieme, possimo batterli.
Come legge la scelta del 40% dei fuorisede a vostro favore?
Rappresentano un elemento di iniquità sociale molto forte. Costretti per lavoro o per studio in condizioni di profondo disagio e precarietà. Su questo abbiamo avuto parole molto chiare, a partire dal fatto che la crisi economica non la possono pagare sempre i soliti, con tagli alla sanità e al trasporto pubblico, e proponendo una tassa eco-patrimoniale.
Come cambiano gli equilibri interni al centrosinistra per voi?
Avs giocherà un ruolo più incisivo, che intendiamo utilizzare con forza per il bene del Paese, ma con grande responsabilità. Non abbiamo mai fatto polemiche con nessuno. Siamo stati solo molto radicali sulle nostre battaglie.
In Europa però le destre hanno vinto in diversi Paesi, perché secondo lei?
Il tema della guerra è stato decisivo. La preoccupazione di vedere il continente europeo entrare in un conflitto ha rappresentato un elemento su cui le destre nazionaliste hanno giocato un ruolo e su questo penso che dalla Francia e dalla Germania si dovrebbe aprire una riflessione. C’è anche una questione legata alle politiche economiche della Bce, che con l’aumento dei tassi di interesse certamente non ha aiutato i piccoli risparmiatori o chi aveva fatto mutui per la casa e ha visto saltare i suoi bilanci familiari. È mancata una visione sociale dell’Europa e la destra si è insinuata con la sua propaganda e il suo populismo.