L'attivista mozambicana. Anabela Lemos: «Il vero cambiamento è lo stop ai fossili»
Anabela Lemos
Anabela Lemos da anni è vittima di minacce e persecuzioni per la sua attività. Direttrice di Justiça Ambiental, organizzazione mozambicana di volontariato nata nel 2004, è in prima linea contro l’estrattivismo dei Paesi stranieri. Justiça Ambiental fa parte della rete di Friends of the hearth e giovedì a Bruxelles è stata premiata con la Silver Rose presso il Parlamento europeo. Voce autorevole in campo internazionale, l’attivista mozambicana ha esperienza e capacità di analisi per parlare di transizione energetica in Africa e di come creare un modello non-predatorio.
Il governo italiano al prossimo summit Italia-Africa, rinviato a inizio 2024, presenterà il suo Piano Mattei, «modello di cooperazione non predatorio». In Mozambico, dov’è in visita la premier Giorgia Meloni, le industrie petrolifere francesi e italiane hanno importanti impianti per l’estrazione del gas. Queste grandi ricchezze stanno portando sviluppo anche alla popolazione?
Che l'Italia insista sul carattere non predatorio del Piano Mattei sembra un'ammissione degli atteggiamenti passati. Le azioni predatorie però continuano. Le compagnie italiane e francesi di combustibili fossili Eni e Total sono profondamente coinvolte nell'estrazione di gas nel nord del Mozambico. Questi progetti non hanno portato e non porteranno sviluppo alla popolazione del Mozambico. La corsa al gas ha generato violazioni dei diritti umani, perdita di vite e di mezzi di sussistenza, aumento dei conflitti e della militarizzazione, arricchimento delle élite e molte altre ingiustizie.
Mattei fu protagonista illuminato della stagione dell’energia fossile. Oggi gli scienziati dell’Ipcc chiedono una rapida transizione a fonti energetiche non clima-alteranti. È possible anche per l’Africa?
Qualsiasi piano per il futuro delle persone e del pianeta non può includere i combustibili fossili. La scienza del clima è chiara e gli impatti climatici si fanno già sentire in tutto il mondo, e ancora di più in hot spot climatici come l’Africa. È necessario porre fine al finanziamento di qualsiasi nuova esplorazione di combustibili fossili ed eliminare gradualmente quelli esistenti. Il Mozambico ha bisogno di un sistema energetico basato sulle rinnovabili con al centro le persone. Un'Africa al 100% di energia rinnovabile è possibile, lo dicono i dati, ma ha bisogno di finanziamenti e volontà politica.
Importanti Ong, come Oxfam, affermano che non c’è bisogno di un nuovo piano per l’Africa: basterebbe finanziare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. O lo 0,7% del Pil in cooperazione, traguardo deciso in sede Onu nel 1970. Ma l’Italia è ferma a poco più dello 0,2, sotto la media europea dello 0,5.
Dobbiamo combattere le disuguaglianze tra i Paesi e all’interno dei loro confini. È scioccante che i Paesi europei, ancora oggi nel 2023, si sottraggano alla loro responsabilità verso quei Paesi che li hanno arricchiti con le loro risorse.
In vista della prossima Cop28 a Dubai, la Conference of parties, cosa direbbe alla premier Giorgia Meloni?
La fine della Cop28 coinciderà con l’inizio della Presidenza italiana del G7 nel 2024. La Cop28 è quindi una vetrina perfetta per mostrare la propria capacità di leadership sui temi energia e clima. Ciò significa sostenere una giusta transizione in Africa, che fornisca e mobiliti i finanziamenti pubblici per il clima e che prenda una posizione chiara sull'eliminazione graduale dei combustibili fossili. Solo questo approccio trasformerà le relazioni tra Europa e Africa in opportunità di sviluppo con concreti vantaggi per entrambi. Voglio sottolineare un aspetto.
Quale in particolare?
Alla Cop28 i Paesi stanno negoziando da quasi 30 anni. Ma il mondo continua a bruciare. Il cambiamento climatico è intrinsecamente ingiusto. I Paesi e i popoli che stanno già soffrendo di più a causa della crisi climatica sono quelli che hanno fatto meno per crearla, quindi la responsabilità storica e l'equità sono importanti. L'Italia e altri Paesi del Nord globale hanno costruito le loro economie sfruttando i combustibili fossili. Ora devono fornire finanziamenti e tecnologie - al Mozambico come ad altri Paesi del Sud globale - per seguire un percorso di sviluppo a favore delle persone, svincolato dalle fossili. Devono fornire finanziamenti per le perdite e risarcimenti per i danni già causati. Queste sono le nostre aspettative dalla Cop28. Altrimenti la Cop e i Paesi del Nord continueranno a deludere le persone e il pianeta.