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La sfida. L’Intelligenza artificiale entra nelle scuole. E la Calabria è apripista

Ilaria Beretta lunedì 14 ottobre 2024

La nuova frontiera della didattica comincia da Platì. Il piccolo comune con tremila settecento abitanti nell’entroterra della Locride e un contesto socioeconomico da periferia aggravato da una tradizione di criminalità non hanno impedito all’Istituto comprensivo locale – novecento alunni e un centinaio di docenti, tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado – di diventare l’avamposto della sperimentazione dell’intelligenza artificiale a scuola voluta dal Ministero dell’Istruzione e attivata, in fase di test, in sole 15 classi della Penisola. Tra cui, appunto, figurano due seconde medie dell’Istituto di Platì-Careri-De Amicis.

«La scelta – spiega orgogliosa Daniela Perrone, dirigente scolastica dei plessi da tre anni dopo un’esperienza da preside nella Bergamasca – è arrivata direttamente dal ministro Valditara che è stato in visita da noi nel settembre 2023 e, quando poi ha deciso di far partire la sperimentazione, ha tenuto presente anche territori più svantaggiati come il nostro. L’anno scorso i risultati delle prove Invalsi delle nostre classi sono stati molto scadenti, in generale il livello culturale è basso e c’è molto da lavorare. Se la tecnologia può darci una mano, perché no?».

Due anni di didattica personalizzata

Gli esperti del Ministero hanno verificato che gli istituti selezionati rispettassero i requisiti tecnici minimi, ovvero avessero una rete Internet abbastanza efficiente e potessero dotare gli alunni di dispositivi elettronici su cui studiare. Il collegio docenti, da parte sua, ha votato all’unanimità il progetto e anche le famiglie non hanno fatto una piega. Anzi, secondo Perrone, in questo Platì ha aiutato: qui la stragrande maggioranza dei genitori è ancora collaborativa nei confronti della scuola e il corpo docenti estremamente motivato.

Così, tablet alla mano, si parte. Per due anni una quarantina di alunni di due classi della scuola secondaria di primo grado eseguiranno esercizi in formato digitale. L’insegnante non raccoglierà le verifiche a mano ma su uno spazio condiviso online e chiederà a Gemini, l’intelligenza artificiale generativa sviluppata da Google, di evidenziare gli errori di ciascuno studente e pensare a esercizi personalizzati per colmare le lacune. «Gli insegnanti – previene le critiche Perrone – non lavoreranno meno ma meglio». Alla fine della sperimentazione, e in concomitanza con le prove Invalsi che si tengono in terza media, i risultati saranno comparati con quelli degli alunni di altre due classi, che faranno da gruppo di controllo, per mostrare – nel modo più scientifico possibile – la differenza dei livelli di apprendimento tra chi ha seguito lezioni tradizionali e chi invece ha avuto supporto dell’IA. «L’Intelligenza artificiale – spiega la preside – sarà applicata a tutte le materie. Quindici docenti saranno direttamente coinvolti, ma anche quelli che non fanno parte dei consigli di classe delle sezioni in sperimentazioni avranno accesso alla formazione perché, se questa metodologia funziona, siamo pronti a farla diventare strutturale».

L'innovazione contro divario e dispersione​

A fare compagnia a Platì in questo esperimento c’è l’Istituto tecnico tecnologico “Malafarina” di Soverato, cinque indirizzi di specializzazione e 650 alunni, noto sul territorio per l’innovazione didattica e la formazione tecnologica. «Per frequentare il nostro istituto i ragazzi, che provengono sia dalla provincia di Catanzaro sia da quella di Reggio Calabria – racconta il dirigente scolastico, Saverio Candelieri – devono affrontare difficoltà legate soprattutto al pendolarismo e all’assenza di linee ferroviarie e mezzi di trasporto adeguati. Per noi ogni attività extracurriculare o elemento di innovazione è un modo per contrastare la dispersione scolastica, ancora molto forte, e presidiare il territorio».

In questa direzione va anche la sperimentazione dell’IA in classe che al Malafarina è applicata a una classe quarta dell’indirizzo informatica e telecomunicazioni, affiancata da una seconda classe che funge da gruppo di controllo. Inizialmente l’assistente virtuale si attiverà solo su scienze, tecnologia matematica e lingue straniere e – evidenzia Candelieri – «sarà di grande aiuto soprattutto agli studenti con bisogni educativi speciali. A tutti gli altri studenti offrirà la possibilità di migliorare il proprio livello di apprendimento, indipendentemente dalla condizione di partenza. È un ottimo modo per ridurre i divari e contrastare la dispersione: credo che anche per questo la Calabria sia stata individuata dal Ministero tra le quattro regioni pilota per la sperimentazione».

Occasione di formazione per insegnanti e studenti

Al Malafarina il mese di ottobre è dedicato alla formazione dei docenti: «Questa è un’occasione come insegnanti di metterci in discussione, affrontare una formazione seria – a carattere tecnico, metodologico, didattico ma anche etico – e poi arrivare, a novembre, all’applicazione concreta e consapevole nella didattica dell’assistente virtuale». «D’altronde i ragazzi – gli fa eco Perrone – sono più avanti di noi. Quando noi adulti abbiamo cominciato a parlare di intelligenza artificiale, loro la usavano già da due anni per fare i compiti o copiare le ricerche. E nessun insegnante se ne accorgeva. Questo progetto secondo me ha la valenza di insegnare ai ragazzi come utilizzare in maniera positiva l’Intelligenza artificiale. Ormai siamo in quest’era, non possiamo tornare indietro o far finta che non esista. Quello che possiamo fare è insegnare ai nostri ragazzi a usare questi strumenti con spirito critico».