Inps. Lite M5s-Lega per il dopo-Boeri. Si va verso un commissario
Anche Tito Boeri attende di sapere chi sarà il suo successore alla presidenza dell'Inps (Ansa)
Sorrisi e “batti il cinque” davanti alle telecamere, spade sguainate e rese dei conti lontano dai riflettori. E il più delle volte la contesa si chiude con un nulla di fatto, per poi andare, magari, ad un baratto fra due o più partite irrisolte. Anche sulla successione all’Inps – domani si conclude il mandato di Tito Boeri – il copione sembra essere lo stesso. Non è che non si sapesse che domani andava in scadenza la presidenza di Tito Boeri, ma fra i due partiti della maggioranza l’intesa non è andata oltre l’esigenza di ricambio.
Boeri via, ok. Ma chi al suo posto? Fra i tre litiganti non c’è intesa. Dopo che dalla Lega era stata fatta uscire che fosse cosa fatta per Mauro Nori (ex direttore generale dell’istituto, attuale consigliere di Tria) da parte di M5s è arrivata ben presto la smentita.
Non Nori, ma nemmeno Pasquale Tridico, il padre del reddito di cittadinanza che i pentastellati avrebbero voluto per lo stesso incarico. «Nessun accordo politico per la presidenza dell'Inps, ma un commissario traghettatore, di basso profilo, molto probabilmente un tecnico, che potrebbe rimanere in carica per un breve periodo», fanno sapere le fonti pentastellate.
A stretto giro ecco la versione leghista della stessa impasse: «Con il M5s non c'è alcun accordo ma anche nessuna preclusione per le nomine Inps. Si sta lavorando per una soluzione veloce, che arriverà nei prossimi giorni. Questo governo ha rispettosamente atteso la scadenza naturale del mandato di Boeri che qualunque altro governo Renzi non avrebbe avuto alcuna esitazione a far saltare con abbondante anticipo». Fatto sta che di far saltare Boeri se ne parla praticamente dal giorno dell’insediamento del governo, ma arrivata la data di fine mandato, la soluzione ancora non c’è.