La Innse, azienda metalmeccanica milanese, erede della tradizione della Innocenti, esiste ancora. Tornerà ufficialmente in attività dal primo ottobre e, dopo l'elaborazione di un piano industriale, iprenderà a produrre. Ma già da ora guarda a un futuro lontano, al 2025. Il presente e il passato, invece, sono il salvataggio della fabbrica e la lotta delle tute blu che è stata lunghissima, durata oltre 14 mesi, e clamorosa, con quattro di loro che con un funzionario della Fiom hanno resistito quasi 8 giorni su una gru a dieci metri d'altezza per vedere i macchinari lavorare di nuovo, sotto le loro mani. "È stata scritta una bella pagina di storia sindacale. La protesta può essere utile, ma se non c'è un compratore serio non serve", ha affermato il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, che ha coordinato le difficili trattative durate due giorni e terminate la notte scorsa.Con l'imprenditore "serio" Attilio Camozzi, bresciano, e con il suo omonimo gruppo, l'impresa riparte e va oltre. L'acquirente, infatti, si è assunto l'impegno di portare avanti lo sviluppo industriale della fabbrica almeno per 16 anni, fino al 31 dicembre 2025. "Quell'impegno è stato sottoscritto per combattere un fantasma che girava, il pensiero di un altro squalo arrivato a speculare", ha spiegato Maurizio Zipponi, ex parlamentare ed ex sindacalista Fiom, controparte un tempo della Camozzi. A metà della scorsa settimana, Zipponi ha telefonato al patron Camozzi convincendolo a entrare nella trattativa. La fabbrica milanese, hanno chiarito Camozzi e il suo legale Claudio Tatozzi, "farà parte ora di un polo industriale". Fino al 30 settembre, come prevede l'accordo, nessuno potrà entrare per smantellare i macchinari, come successe due domeniche fa. Il blitz diede avvio all'ultima dura fase di protesta. Il primo ottobre ci sarà la riattivazione dell'azienda e poi, dopo l'approvazione di un piano industriale, partirà la produzione "nel settore delle macchine utensili e del tessile", come ha spiegato lo stesso Camozzi. E poi progetti ambiziosi: "la componentistica per il nucleare e le energie rinnovabili". Nel frattempo, tra azienda e Fiom-Cgil, che ha ottenuto quello che aveva chiesto, verrà concordato un piano di ammortizzatori sociali con cassa integrazione che porterà all'assunzione di tutti e 49 gli operai, in mobilità dal maggio 2008. Una decina circa potranno tornare subito al lavoro, altri avranno un periodo di formazione, altri ancora raggiungeranno la pensione. "È un'operazione unica nel suo genere anche perchè non c'è un euro pubblico speso", fa sapere la nuova proprietà. Il prezzo pagato si aggirerebbe intorno ai 4 milioni di euro. Tre milioni e 150 mila euro i soldi incassati dal vecchio proprietario Silvano Genta, stando a quanto dichiarato da Camozzi.