Attualità

IL CASO. Influenza A, ora l'Europa si disfa dei vaccini

Enrico Negrotti martedì 5 gennaio 2010
Sull’influenza causata dal virus A/H1N1 le notizie prevalenti sono ormai diventate quelle relative al vaccino. Le grandi quantità acquistate risultano superiori a quella che è stata finora l’adesione della popolazione alle campagne di vaccinazione proposte. E ora diversi Paesi europei pensano a come disfarsi delle dosi di vaccino. Non così l’Italia, almeno per il momento. Mentre non cessa la polemica politica da parte di chi chiede conto di come sono stati spesi i soldi della sanità pubblica. In Francia erano state acquistate 94 milioni di dosi, con un costo complessivo di 869 milioni di euro, secondo quanto riferisce la stampa transalpina, da quattro produttori: Sanofi Aventis, GlaxoSmithKline, Novartis e Baxter. Ma della popolazione di circa 65 milioni di persone, solo 5 milioni hanno fatto ricorso al vaccino.Inoltre in un primo tempo si pensava che servissero due dosi per persona, mentre le risultanze dei test clinici hanno poi dimostrato che, per le persone adulte, basta una dose per sviluppare l’immunità. Ecco quindi che circa 300mila dosi sono state vendute al Qatar e altri 2 milioni potrebbero essere venduti all’Egitto. «Siamo in contatto con altri Paesi, in particolare Ucraina e Messico» ha fatto sapere il ministero. Analogamente la Germania vorrebbe rivendere oltre 2 milioni di dosi: ne ha ordinate 50 milioni (per una popolazione di 80 milioni di persone) e finora si è vaccinato circa il 5% della popolazione. La stessa intenzione avrebbero Spagna e Svizzera. E il Belgio pensa di regalare il 10% delle sue scorte ai Paesi in via di sviluppo. Quello che sta pensando anche l’Italia. «Per il momento – ha precisato il direttore generale Prevenzione e sanità del ministero della Salute, Fabrizio Oleari – non c’è intenzione di rivendere parte dello stock di vaccini» Anche perché «non si può escludere ci sia un altro picco. Noi dobbiamo condurre come programmato la campagna vaccinale, a fine febbraio faremo il punto e vedremo cosa fare dei vaccini». Confermando che il nostro Paese ha ordinato dosi per 24 milioni di persone da Novartis (con una spesa di circa 184 milioni di euro), Oleari ha aggiunto che l’Italia «sta per consegnare 2 milioni e 400mila dosi di vaccino all’Oms da devolvere a Pesi in via di sviluppo, come già previsto da precedenti accordi». Ma le polemiche non mancano. Ieri Luca Volontè (Udc) ha biasimato la «poca trasparenza del ministro della Salute Fazio su contratti e uso reale dei vaccini» chiedendo «un’inchiesta parlamentare sull’intera vicenda dell’influenza A». E il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, chiamando in causa l’Oms, ribadisce: «Registro con piacere che il mio allarme sullo scandalo vaccini trova attenzione nel mondo politico». Non concorda Domenico Gramazio (Pdl): il governo italiano «è l’unico ad aver operato intelligentemente». E se il farmacologo Silvio Garattini («Mario Negri» di Milano) ripete l’opportunità di regalare dosi di vaccino ai Paesi in via di sviluppo, l’oncologo Umberto Tirelli (Istituto Tumori di Aviano, Pordenone) invita a non fare polemiche: «In molti casi si è dovuti ricorrere alla rianimazione e la pandemia non è assolutamente conclusa».