Oggi, in tutti i Paesi della Ue, ricorre la Festa dell’Europa, nata per celebrare l’anniversario della “Dichiarazione Schuman”, siglata il 9 maggio 1950, e considerata l’atto di nascita dell’Unione europea. Per l’occasione si è svolto a Palazzo Vecchio, a Firenze, il summit internazionale “The State of Union”, promosso da European University Institute (Eui) nell’ambito del Festival d’Europa.“La crisi economica è diventata anche crisi politica - ha sottolineato
Marise Cremona, presidente Eui - e perciò, quest’anno, la conferenza affronta tematiche cruciali come il ruolo delle istituzioni, la democrazia e la partecipazione della cittadinanza in Europa”. Temi che sono stati approfonditi nel corso della prima sessione, la quale ha messo in evidenza come i recenti strumenti utilizzati per governare l’euro e per sostenere la disciplina fiscale nei Paesi membri hanno portato ad un aumento dell’interferenza dell’Ue nelle politiche economiche dei Paesi membri, creando forti malcontenti e scetticismi tra i cittadini europei. “La democrazia è in crisi e anche il processo di legittimazione - ha sottolineato
Joseph H.H. Welier, presidente eletto dell’Eui - si tratta di una situazione grave, la crisi attuale è grave, ma insieme possiamo uscirne, combattendo le divisioni tra Nord e Sud e muovendoci insieme verso un futuro con più Europa”.“Sì al consolidamento del sistema fiscale e alle riforme a lungo termine - ha incalzato
Rosen Plevneliev, presidente della Bulgaria - ma abbiamo anche bisogno di azioni immediate e decisive che pensino alla crescita e ad arrestare la disoccupazione”. Pensiero condiviso anche da
Miguel Maduro, ministro portoghese per lo sviluppo regionale, per il quale “occorre cercare un equilibrio tra disciplina fiscale e capacità fiscale dei Paesi membri” accompagnata da “un’imparziale distribuzione di costi e benefici”. “Per ottenere una legittimazione sociale occorre dare risposte alle esigenze reali - ha continuato il ministro portoghese - basta solo imposizioni”. “Per combattere la crisi della democrazia e delle ideologie dobbiamo concentrarci su obiettivi concreti - ha concluso
David Miliband, presidente della Commissione Internazionale di Soccorso - e puntare su un’agenda ambiziosa che abbia come priorità l’occupazione, l’energia e le politiche a sostegno dell’immigrazione”. Fra i protagonisti, il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, il ministro per gli Affari Europei, Enzo Moavero Milanesi, il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, l'ex premier Mario Monti, Massimo D'Alema. Tra i tanti ospiti stranieri il presidente della Commissione europea Josè Barroso e il commissario europeo Malmstrom. I lavori hanno avuto inizio con il saluto del sindaco di Firenze Matteo Renzi e del presidentedella Regione Toscana Enrico Rossi.
La presidenza di turno italiana dell'Unione europea nella seconda metà del prossimo anno rilancerà il progetto di un "federalismo light" che permetta un risparmio per i bilanci nazionali. Lo ha detto il neo ministro degli Esteri Emma Bonino intervenendo alla conferenza State of the Union a Firenze. "Il 2014 costituirà un anno di opportunità per l'Europa. A 100 anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale, sotto la presidenza di turno italiana, daremo nuovo impeto al progetto federale, che permetta un risparmio per i bilanci nazionali", si legge in un estratto del suo intervento."Qual è stato il risultato politico dell'aver condotto queste politiche quando molte altre forze nel Paese non hanno giocato nel rispetto di un percorso europeo deciso in modo comune? Molte forze nel Paese hanno giocato l'Italia contro l'Europa che imponeva queste restrizioni e queste dolorose riforme strutturali, e il risultato è stato che il 60% del voto popolare alle elezioni di febbraio è andato a partiti o pezzi di partitichiaramente antieuropei, o europei ma con un numero di condizioni". Lo ha detto l'ex Presidente del Consiglio, Mario Monti, nel corso del suo intervento al summit 'The State of the Union'. "Che - aggiunge Monti - si dovrebbe trarre da questo caso concreto di un Paese che in tempi recenti probabilmente ha fatto più di qualunque altra nazione per essere in linea con l'Europa e che ha creato un tale antagonismo così profondamente radicato nell'opinione pubblica. Si dovrebbe raccomandare alla Ue di smettere con lepolitiche di disciplina di bilancio e di riforme strutturali? Molte persone credono di sì - ha concluso Monti - ma io non credo che sia il caso". Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio in cui scrive che "oggi l'Unione europea non può esitare dinanzi al nuovo percorso da compiere. Troppo pressanti sono i problemi sociali ed economici. Se ne debbono far carico pienamente le istituzioni europee rispondendo alle attese delle giovani generazioni e suscitando in esse rinnovata fiducia nella fecondità dell'esperienza e del disegno dell'Europa unita. Occorre, senza concederci alcuna indulgenza, proseguire sulla via delle riforme e dell'effettivo sollecito avvio di indispensabili politiche comuni a sostegno della ripresa dell'economia e dell'occupazione. Sono convinto che l'Italia non mancherà in questo contesto di dare il proprio convinto e forte contributo alla prospettiva dell'unità politica europea secondo l'originale ispirazione federalista che la caratterizza".