Riflessione. Madre e padre morti, bimbi salvi: quanto dolore a causa di un incosciente
La terribile scena di un incidente stradale
Vite stravolte, rovinate, dilaniate in un solo istante. Due bambini – tre e sette anni - lottano faccia a faccia con la morte. Versano in gravi condizioni all’ospedale Santobono di Napoli. Forse ce la faranno a vincere la battaglia. Ancora non sanno, però, che non potranno abbracciare mai più i loro genitori. Nello scontro frontale, infatti, Rino e Lina hanno dovuto dire addio per sempre alla vita, ai figli, a questa terra tormentata e bella. Avessero preso l’altra sera una strada diversa, avessero deciso di rimanere a casa davanti alla televisione…
La sorte, il caso, il fato o chissà che hanno voluto che finissero sul cammino di un uomo di 40 anni che aveva deciso di non rispettare le regole più elementari della civile convivenza. Viaggiava, infatti, costui a velocità sostenuta. Pensando di essere il padrone del mondo, di stare sulla pista di Monza, o di scherzare con i videogiochi. Correva. Avvolto nei suoi pensieri, gustando l’ebbrezza della velocità, incurante del male che avrebbe potuto provocare con la sua condotta scellerata.
Correva con la sua Opel Astra dopo essersi riempito di cocaina. Ha potuto farlo fino a quando non è stato fermato dall’auto – una Fiat 600 - sulla quale viaggiava Rino con la sua famiglia. Un dramma immenso.
Papà e mamma sono morti sul colpo. Addio, vita bella e imprevedibile. Addio, piccoli figli, gioia dei loro occhi, pienezza dei loro cuori. Addio, Acerra, paese alla periferia di Napoli, in questi anni al centro di tante battaglie per seri problemi ambientali. Parenti, amici, conoscenti, cittadini, inorriditi.
Non è possibile morire così. Non è possibile lasciare due figli piccoli senza più potersi prendere cura di loro. Non è possibile, per coloro che responsabilmente rispettano le regole della strada, continuare a viaggiare con gli occhi spalancati, nel terrore di poter incontrare sul proprio cammino un uomo che del prossimo e dei suoi diritti non importa niente. Omicidio stradale.
Auto gettate allo sbaraglio come, o peggio, di armi da guerra. Incuranti dei danni che possono provocare. Famiglie distrutte. Carceri pieni di persone che non sono criminali ma che con il loro comportamento provocano gli stessi – se non maggiori – danni dei più spietati criminali. Omicidio stradale. Perché? Perché tante persone ancora non vogliono capire che le loro superficialità, i loro vizi, i loro peccati saranno pagati a caro prezzi da altri? Tutto torna nell’economia della vita. Quel che prendo in più per me e non mi spetta lo sto rubando a qualcun altro.
E adesso, smaltita la sbornia, sono certo di trovare colui che ha provocato questa tragedia assurda in lacrime. Pentito di quel che ha fatto. Lo sentiamo giurare, mentre si batte il petto, all’avvocato e al giudice che no, mai avrebbe voluto fare quello che ha fatto. Se solo potesse tornare indietro. Dimenticando che mai a nessuno sarà concesso di poter tornare indietro, nemmeno di un istante solo. Non facciamo fatica a credergli.
La verità è che, purtroppo, ha fatto proprio quello che ha fatto, pur senza averne le intenzioni. Lo vediamo, insieme ai suoi cari distrutti anch’essi dal dolore, inveire contro la malasorte, la sfortuna, il destino infame. E se abbiamo il coraggio di portarci, almeno con il pensiero, all’ospedale per i bambini di Napoli, troveremo due orfanelli che ancora non sanno della tragedia immensa si è catapultata su di loro. Ancora non sanno che mamma e papà vivranno solo nei loro ricordi, che, con il passare del tempo, andranno sempre di più sbiandendo.
Quanto dolore avvolge questa grumo di polvere che chiamiamo terra. Quanto, inutile, evitabile dolore. Solo perché hai avuto la sfortuna di incontrare sul tuo cammino un uomo incosciente che per mettere a tacere la noia che lo divora decide di agire come uno sprovveduto.