Foggia. Il vescovo dopo la morte dei fratellini rom: soluzioni ai ghetti invisibili
Morti due bambini. La baracca distrutta dall'incendio nel campo rom di Stornara, in provincia di Foggia
«Questo dramma a pochi giorni dal Natale richiama le nostre coscienze ma richiama soprattutto le coscienze dei nostri amministratori. Queste persone hanno bisogno di trovare un territorio che sia ospitale e non faccia finire in tragedia questo modo di vivere, quello dei ghetti, che purtroppo da noi è diffusissimo». Sono forti le parole di monsignor Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano e presidente della Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei.
«Domani (oggi per chi legge, ndr) sarò a Stornara. Col parroco andrò in quel campo, per essere vicino a queste persone, per stringermi a loro. Solidarietà con loro ma anche la richiesta che facciamo alle istituzioni, perché su questi ghetti, a volte ben noti, a volte nascosti, bisogna intervenire. Ci sono ghetti invisibili, come quello di Stornara, eppure ci sono. E ci vivono delle persone». In questa parte di Puglia gli insediamenti irregolari e indegni, di immigrati e di rom, sono purtroppo tanti e il vescovo lo denuncia con chiarezza.
«Nel Foggiano i ghetti sono troppi e attendono da anni delle soluzioni che ormai da più di un decennio vengono promessi dalle istituzioni, ma poi non si fa assolutamente niente. E ogni tanto abbiamo il dramma con un morto, questa volta i due poveri bambini rom. Sei mesi fa hanno promesso di smantellare il ghetto di Borgo Mezzanone, sostituendolo con abitazioni dignitose. Ma non si è mosso niente altro. Solo delle dichiarazioni». E così poi tocca alla Chiesa e al volontariato. Ma non basta.
«Non si può scaricare tutto sul volontariato. Noi facciamo accoglienza, ma dopo l’accoglienza dove vanno queste persone? Il mondo dei rom chiede un dialogo con le città e con le istituzioni, un dialogo che bisogna instaurare, e bisogna creare dei campi che abbiano una protezione. Nel Foggiano questo non c’è. C’è bisogno di un intervento istituzionale perché anche la Caritas fa fatica, lo dico senza timore, perché è la verità. Anche la Caritas fa fatica ad entrare in alcuni ghetti, soprattutto quelli dei rom».
Il vescovo ha ben chiara la situazione del territorio foggiano, che davvero richiederebbe maggiore attenzione. Perché non c’è solo il tema dei ghetti, dell’immigrazione, dei rom.
Le forze dell’ordine sono sovraccariche di lavoro in un territorio vastissimo. E sono assorbite dalle emergenze provocate dagli stessi italiani, con grossi problemi di criminalità e lo scandalo degli smaltimenti dei rifiuti». Basti ricordare che la stessa città di Cerignola è da poco tornata con un’amministrazione eletta dopo due anni di commissariamento per infiltrazione mafiosa. Ma Renna ci tiene a segnalare anche storie positive.
«Sono stato nelle scuole elementare e media di Stornarella dove ci sono bambini stranieri, soprattutto nigeriani e ucraini, integrati molto bene. Con molta naturalezza. Tutti fanno religione, anche i musulmani. Mi sono complimentato per il lavoro che hanno fatto. La scuola è il primo mezzo di integrazione, chi entra nella scuola si salva. A Cerignola sono tanti i bambini rumeni che frequentano le scuole, le famiglie hanno desiderio di integrarsi. C’è un’altra Italia di immigrati che non fa notizia ma piano piano entra nella nostra cultura, dialoga con essa, mantenendo la propria specificità. È una cosa molto bella».