Italia a fuoco. Ecco chi provoca gli incendi. In Calabria la sesta vittima
Un bosco in fiamme
La sesta vittima dei roghi da giugno (la quinta in Calabria negli ultimi giorni) è un 78enne di Aquaro, nel Vibonese, trovato semicarbonizzato martedì notte nel terreno dov’era corso per provare a salvare alcune piante di ulivo. Erano stati i familiari a lanciare l’allarme. Ieri in Calabria trenta turisti sono stati evacuati dal campeggio di Isola Capo Rizzuto minacciato da un incendio partito dalla vicina pineta. A San Basile, nel Cosentino, sono rientrate a casa quattro famiglie allontanate martedì sera a causa di fuoco sul monte Carci.
La Calabria brucia anche dal punto di vista meteorologico. Nella prima metà di agosto su tutto il territorio regionale, interessato da una vasta area anticiclonica di matrice nord-africana, è stato registrato il picco termico di 45,4 gradi. Il valore record è stato annotato martedì 10 agosto a Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria.
Ancora fuoco nel Casertano con i vigili impegnati su vari fronti, tra roghi di boschi e rifiuti. Il più esteso ieri nel Comune di Sessa Aurunca dove sono andati in fumo i boschi nella frazione Carano. Da registrare anche numerosi focolai di sterpaglie misti a spazzatura a Casal di Principe, San Felice a Cancello e Cancello ed Arnone.
Gli incendi non mollano nemmeno il Palermitano: a Poggio San Francesco, frazione di Monreale, voraci lingue di fuoco hanno minacciato abitazioni, aziende agricole e allevamenti. Nella notte sono stati venti gli interventi eseguiti per lo spegnimento di roghi in provincia.
Ieri pomeriggio ha ripreso a bruciare il bosco di Monte Cornacchia, nel Foggiano. Dopo il rogo di martedì che ha mandato in fumo 40 ettari di vegetazione, è scoppiato un nuovo focolaio. Un altro incendio è divampato nel pomeriggio nel Tarantino, in località Monte del Diavolo a Manduria: è stata colpita dalle fiamme un’area di macchia mediterranea e sono stati causati danni alla linea elettrica.
È stata una giornata intensa anche per l’individuazione delle mani criminali, pure se semplicemente e scelleratamente inesperte, all’origine di molti (quasi tutti) i focolai. Inneschi sono stati trovati a Castelmola, borgo del Messinese che sovrasta Taormina minacciato nei giorni scorsi da incendi che sarebbero stati appiccati da piromani. La scoperta è stata fatta da volontari della Protezione civile di Giardini Naxos impegnata a supporto dei vigili del fuoco della colonna mobile regionale del Trentino Alto Adige.
A Partanna, nel Trapanese, un 58enne è stato denunciato dai carabinieri per incendio e danneggiamento aggravato: bruciando sterpaglie ha danneggiato un magazzino e dopo se n’era andato al bar. Nel Catanese nei guai un 32enne che aveva dato fuoco alla sua auto generando fiamme che si erano pericolosamente estese a sterpaglia e rifiuti.
Sarebbe un incauto imprenditore della zona di Pisa il responsabile del vasto rogo divampato nella serata di sabato sui monti di Vicopisano che ha distrutto circa 26 ettari di vegetazione. L’uomo è stato segnalato alla Procura della città toscana dai carabinieri per «aver cagionato per negligenza e imprudenza, un incendio boschivo». Cessato allarme invece per l’incendio nei boschi di Framura, in provincia di La Spezia, dove lunedì i residenti erano stati evacuati dalle loro abitazioni lambite dalle fiamme. Proseguono intanto le operazioni di bonifica per eliminare tutti i rischi di ripresa del rogo.