Diminuiscono nel 2012 gli infortuni sul lavoro: sono 745mila quelli denunciati, il 9% in meno rispetto al 2011. Scendono anche le morti, quelle accertate sono 790. Lo dice il Rapporto annuale Inail (ultima data di rilevazione 30 aprile 2013), presentato oggi alla Camera dal presidente dell'Istituto
Massimo De Felice. Il "merito" non è soltanto della crisi, ma anche di una maggiore presa di coscienza della prevenzione necessaria per ridurre i rischi.Nel dettaglio, a fronte di 745mila denunce, gli infortuni riconosciuti sono stati 500mila. Sul numero totale delle denunce la flessione è del 9% rispetto all'anno precedente e del 23% rispetto al 2008. In totale gli infortuni hanno causato più di 12 milioni di giornate di inabilità. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la maggior parte degli infortuni avviene al Nord: sono 221.846 le denunce pervenute all'Inail nel Nord-Ovest del Paese e 229.048 quelle nel Nord-Est. Segue il Centro con 146.725 incidenti denunciati. Da quest'anno nel Rapporto Inail sono inclusi anche gli infortuni degli studenti nelle scuole: i ragazzi fino a 14 anni hanno subito 63mila infortuni, mentre dai 15 ai 19 anni 36.065 incidenti."È evidente - ha detto la vice presidente della Camera,
Marina Sereni, introducendo a Montecitorio la presentazione della relazione annuale 2012 - che se da un lato possiamo registrare i progressi compiuti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in questi ultimi anni, anche grazie a un complesso intervento normativo in gran parte di origine europea e a una costante attenzione dei media sugli incidenti sul lavoro. Non dimentichiamo anche i continui appelli del capo dello Stato Napolitano a tenere alta la guardia, dall'altro lato è altrettanto evidente come permangano ancora ampie zone di rischio. È inaccettabile il costo che il Paese deve sostenere per la mancata sicurezza sul lavoro, pari a circa 50 miliardi di euro. I dati positivi sugli infortuni sul lavoro non devono indurre ad abbassare la guardia"."Il fatto che gli incidenti mortali e gli infortuni stiano riducendosi - ha osservato il ministro del Lavoro,
Enrico Giovannini - è un fatto positivo. In parte questo è collegato al ciclo economico, ma in realtà c'è una maggiore attenzione alla prevenzione, una maggiore attenzione alla sicurezza". Secondo Giovannini, dunque, "dobbiamo collegare tutto ciò e le azioni messe in campo dall'Inail a un utilizzo migliore dei dati per sviluppare l'intelligence in modo tale da trovare più facilmente le imprese che non si adeguano". L'altro fronte su cui agire per maggiore sicurezza sul lavoro è "aiutare le imprese stesse a investire in sicurezza e formazione". Infine, Giovannini ha giudicato positivo che il 'decreto lavorò, recentemente varato dal governo "preveda l'aumento 10% delle contravvenzioni e l'indicizzazione annuale delle sanzioni, ma, soprattutto, la decisione di destinare la metà di queste entrate a formazione e aumento della sicurezza".“A parte il commento sui numeri - sottolinea il presidente nazionale Anmil,
Franco Bettoni - è però meritevole di apprezzamento nella relazione annuale dell’Inail la particolarità di alcune interessanti innovazioni in termini informativi che consentono di analizzare in modo molto più dettagliato il dato infortunistico. Infatti, merita una riflessione il fatto che delle 745mila denunce di infortunio del 2012, circa 100mila risultano in franchigia, un termine tecnico che non vuol dire che questi infortuni non hanno comportato danni effettivi ai lavoratori, ma soltanto che le loro conseguenze si collocano al di sotto dei limiti indennizzabili in base a quanto previsto dalle disposizioni vigenti. Per fare un esempio, l’amputazione di una falange del dito mignolo non comporta alcun risarcimento assicurativo in quanto il grado di menomazione riconosciuto è inferiore al 6%”.Infine la lotta al lavoro irregolare e in nero. "Nel 2012 - ha concluso il presidente dell'Inail, Massimo De Felice - sono state ispezionate 22.950 aziende, l'87% delle quali è risultata irregolare. Più nel dettaglio, nel 2012 sono stati regolarizzati 53.734 lavoratori, il 10% in più rispetto al 2011, dei quali 45.679 irregolari e 8.055 in nero, il 7,27% in più rispetto all'anno precedente".