«Saresti disposto per questo tempo di Quaresima a spegnere le tue macchinette mangia soldi ». È l’appello ai baristi della sua città di don Rito Maresca, parroco dell’Antica Cattedrale Santa Maria delle Grazie di Massa Lubrense, centro della Penisola Sorrentina. «Caro amico», comincia la lettera inviata il Mercoledì delle Ceneri a tutti gli esercenti che hanno delle slot. E il tono è davvero quello di un colloquio tra amici. Ma il contenuto è forte, intenso. Don Rito, citando Isaia, associa la parola 'giogo' a quella 'gioco'. «Mi sono venute in mente - scrive - tante storie. Ho rivisto i volti di chi ha la forza di chiedere aiuto e dei tanti che non hanno il coraggio di parlare. E poi - aggiunge il parroco - mi sei venuto in mente tu, anche tu meccanismo di questo ingranaggio che lega, toglie la libertà e spesso consuma». C’è delicatezza nelle parole di don Rito. «Non ti farò la predica, conosci le persone che da te vengono a giocare molto meglio di me, sai che perlopiù non sono ricconi che possono permettersi di sciupare denaro, ma gente umile che cerca nelle 'macchinette' la fortuna che non ha e nel gioco prova a colmare un vuoto che spesso porta dentro di sè». E allora il parroco lancia la sua proposta. «Vorrei che tu provassi a immaginare la bellezza del segno e se a questo segno partecipassero tutti gli esercizi commerciali che hanno macchinette». E qui la proposta si fa davvero appello accorata. «Sai che chi è entrato nel vortice della dipendenza non è più libero. Per questo le parole di Isaia oggi sono vere più che mai: 'Sciogliete le catene inique, togliete i legami del giogo'». Proprio per questo, insiste don Rito, «per 40 giorni avrai dato ai tuoi giocatori abituali un messaggio e forse anche tu avrai modo di pensare, di farti delle domande nella tua coscienza, di chiederti cosa davvero c’è dietro e se davvero tu hai bisogno di queste macchinette che speculano sulla disperazione della gente». Nella lettera il parroco annuncia che passerà «di persona» per «raccogliere una tua parola». E poi una speranza. «Come sarebbe bello domenica poter dire dall’altare che tutta la nostra parrocchia si impegna in questo fioretto quaresimale del nongioco, tutti, giocatori ed esercenti... Lasciami sognare che insieme potremmo lanciare un segno e avere il coraggio di andare contro corrente rispetto a questo mondo e al suo individualismo».