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La Manifestazione. In piazza il popolo della vita. «Avanti, senza compromessi»

Giuseppe Muolo sabato 22 giugno 2024

Le migliaia di partecipanti alla Manifestazione nazionale per la Vita a Roma

La gioia di due piccoli fratelli che si divertono a giocare con due bandiere. I loro genitori che li guardano sorridendo mentre dal palco arriva la musica trascinante dei “The Sun”, gruppo rock cristiano italiano, che cantano C’è sempre un buon motivo per vivere. Neanche il caldo di queste prime giornate estive ha fermato i 30mila che sabato 22 giugno hanno sfilato lungo le strade di Roma per la manifestazione nazionale “Scegliamo la vita”. Questo il messaggio delle oltre 120 associazioni che hanno portato nel centro della Capitale migliaia di famiglie e cittadini da tutta Italia per celebrare la dignità della vita umana e la sua tutela in ogni fase e condizione, dal concepimento fino alla morte naturale.

Tutti insieme per ribadire che «sulla Vita umana non si fanno compromessi»: parole del messaggio fatto pervenire da papa Francesco che sono state accolte con un lungo applauso dalle migliaia di persone presenti. Il Papa ha ringraziato i partecipanti per «l’impegno e la testimonianza pubblica a difesa della Vita umana dal concepimento alla morte naturale». E li ha esortati a «ad andare avanti con coraggio nonostante ogni avversità». La posta in gioco, cioè la dignità assoluta della vita umana, dono di Dio creatore, ha aggiunto Francesco, «è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Testimoniando la bellezza della vita, e della famiglia che la accoglie – ha esortato infine il Santo Padre – costruiamo una società che rifiuti la cultura dello scarto in ogni fase dell'esistenza: dal più fragile nascituro all'anziano sofferente, passando per le vittime della tratta, della schiavitù e di ogni guerra».

Bandiere alla Manifestazione per la Vita - Ansa

La manifestazione è iniziata alle 14 a Piazza della Repubblica, dove tre ragazzi hanno offerto la propria testimonianza. Carola, che 25 anni fa ha scelto di abortire, non trattiene le lacrime quando racconta della Confessione che le ha curato le ferite durante il Giubileo del 2000: «Nessuno mi aveva ascoltata, sono stata lasciata da sola. Posso dire che fu lo Stato il “mandante”, se qualcuno mi avesse fatto sentire il battito di mio figlio probabilmente oggi sarebbe qui con noi». Francesco invece, disabile dalla nascita, è stato abbandonato in fasce ma ha trovato una famiglia adottiva: «La frase più bella che ascolterete e che potrete mai dire a qualcuno è “io sono qui per te”». Teresa, giovane mamma di Giacomo e in attesa di una bambina, ha voluto testimoniare che si può portare avanti una gravidanza anche con difficoltà economiche: «I soldi non possono essere la scusa per eliminare un essere umano. Io ho trovato il sostegno di cui avevo bisogno in un Centro di aiuto alla vita».

La manifestazione è poi proseguita con un lungo corteo che ha attraversato la città arrivando ai Fori Imperiali. Musica, passeggini, tamburi e balli hanno riempito le vie attirando l’attenzione di passanti e turisti. Tanti anche i giovani presenti. Come i ragazzi della famiglia Manzoni-Della Cort, arrivata da Modena in auto e scesa in piazza con cinque dei loro undici figli. «La vita è un valore assoluto», «Sì alla vita, no all’aborto», «La vita è sacra dal concepimento», si legge su alcuni striscioni.

Un momento della Manifestazione di Roma - Agenzia Romano Siciliani

Giorgio Celsi, infermiere e presidente di Ora et Labora, associazione in difesa della vita, ne tiene uno con scritto il Giuramento di Ippocrate. «La nostra realtà nasce dall’esigenza di difendere i principi non negoziabili calpestati da legge inique come la 194 – afferma mentre passa un trenino con a bordo bambini genitori e nonni che cantano “Viva la mamma” di Bennato –. Siamo promotori della proposta di legge “Un cuore che batte” in Parlamento. Chiediamo che le mamme possano ascoltare il battito del loro bambino. Da infermiere voglio dire che l’ospedale è un luogo di cura, non deve essere adibito alla morte ma alla vita».

Le stesse parole di Massimo Gandolfini, portavoce dell’evento, che sul palco allestito ai Fori Imperiali ha affermato, dopo aver letto il messaggio di Francesco e annunciato che oggi saranno presenti all’Angelus in piazza San Pietro, che «l'aborto non è un diritto ma un delitto. L'eutanasia e il suicidio assistito non sono una scelta ma il trionfo dell'abbandono e dell'indifferenza. L'utero in affitto è il compimento brutale dello sfruttamento del ricco sul povero, anzi, sulle donne povere». Gandolfini, appellandosi alle istituzioni, ha chiesto «più incentivi, risorse e politiche per sostenere natalità, maternità, conciliazione lavoro-famiglia, lotta alle droghe e alle dipendenze, per aiutare i disabili e le loro famiglie, rafforzando l'assistenza sanitaria e le cure palliative».

Il portavoce Massimo Gandolfini alla testa della Manifestazione per la Vita - Agenzia Romano Siciliani

Insieme a lui l’altra portavoce della Manifestazione nazionale, Maria Rachele Ruiu: «Chiediamo il pieno riconoscimento legale della personalità giuridica e dei diritti fondamentali del concepito, oltre a una vera e propria rivoluzione socio-economica che sostenga la famiglia e il desiderio delle giovani coppie di sposarsi e mettere al mondo figli. È stato impressionante vedere come alcuni tra i potenti delle nazioni abbiano tentato di usare il recente G7 per promuovere ancor più l’aborto in un mondo già piagato da conflitti, povertà, disuguaglianze – ha aggiunto –. Come diceva Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace oltre che santa, proprio l’aborto è la prima minaccia alla pace nel mondo».

Il corteo (cui erano presenti anche Maurizio Gasparri, Simone Pillon e Paolo Inselvini, eurodeputato di Fratelli d’Italia) si è concluso con la testimonianza di Arturo Mariani, nato senza una gamba, oggi fondatore e ideatore della Asd Roma Calcio amputati e papà di Benedetta. Arturo ha portato sul palco la sua famiglia, ringraziando i genitori per aver scelto di accoglierlo.