Attualità

Caserta. In fiamme la cooperativa sociale nella terra confiscata ai Casalesi

Antonio Maria Mira sabato 3 agosto 2024

L'incendio alla cooperativa sociale nei terreni confiscati ai clan

Gravissimo incendio dei campi della cooperativa sociale Terra felix che coltiva terreni confiscati al capo del clan dei “casalesi”, Francesco Schiavone “Sandokan”. La notte scorsa le fiamme hanno completamente distrutto sette ettari coltivati a cardo nel territorio di Santa Maria la Fossa nel Casertano. Il quarto atto criminale in un anno. Per fortuna il giorno prima erano stati raccolti i semi coi quali si produce un olio che l’azienda Novamont, partner della cooperativa, usa nella produzione del Mater-B, “plastica” compostabile e biodegradabile. Ridotto invece in cenere il resto della pianta che Terra felix utilizza come ballette per la produzione di funghi cardoncello.

Un danno notevole per la cooperativa (lo scorso anno ha prodotto due tonnellata di funghi), sia diretto che come mancato guadagno. Come spiega il presidente Francesco Pascale, «dovremo spendere 20mila euro per comprare le ballette, che invece produciamo noi, e ne perderemo altri 50-60mila per la mancata vendita delle nostre ballette ad altri produttori di funghi».

E meno male che i vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente evitando che le fiamme raggiungessero la serra dove si coltivano i funghi e il capannone dove vengono lavorati. Inoltre a poche decine di metri, sempre sul un terreno confiscato a “Sandokan”, esiste un grande impianto di produzione di biogas da letame degli allevamenti bufalini, realizzato da Agrorinasce, la società intercomunale che gestisce una parte dei beni confiscati alla camorra nel casertano.

Se le fiamme, molto alte, avessero raggiunto i biodigestori dove si produce il gas, sarebbe stato un vero disastro. Sull’origine dolosa sembra non esserci alcun dubbio. Le fiamme sono partite dall’interno della coltivazione che, oltretutto, è lontana da vie di comunicazione. E infatti i vigili del fuoco hanno presentato una segnalazione ai carabinieri. Anche perché, esattamente un anno fa, a Ferragosto un incendio uguale aveva prodotto gli stessi danni. Non l’unica intimidazione.

Le operazioni di spegnimento dell'incendio alla cooperativa sociale - .

Il 25 luglio sempre del 2023 era stata incendiata l’auto di Rosario Russo, uno dei dipendenti “storici” della cooperativa, nata nel 2012 come spin off di Legambiente Geofilos, il bravissimo circolo dell’associazione ambientalista di Succivo, fondato nel 1997, fortemente impegnato sul fronte del ripristino della legalità ambientale, dell’educazione e dell’economia circolare. E proprio nella sede di Succivo, nel bellissimo casale rinascimentale di Teverolaccio, in parte ristrutturato grazie all’impegno di Geofilos e Terra felix, lo scorso 22 febbraio una persona incappucciata era entrata di notte appiccando un incendio che per fortuna si era spento da solo, provocando pochi danni. Una scena inquadrata dalle telecamere di videosorveglianza.

Tutti segnali preoccupanti, proprio mentre la cooperativa è impegnata in importanti iniziative sia sul fronte antimafia che su quello della filiera etica. Come abbiamo scritto la scorsa settimana Terra felix è capofila del progetto “C.R.eA. - Coltivare responsabilità e alternative in agricoltura” per rendere produttivi i terreni del carcere di Carinola e attivare un laboratorio di trasformazione dei prodotti agricoli. Un progetto di lavoro vero per i detenuti, assieme a lavoratori esterni. Tra l’altro anche per produrre i funghi cardoncelli, proprio grazie alle ballette della cooperativa. Ora, assicura, che non ci sarà alcuni rallentamento del progetto.

Anzi «si va avanti con più forza e convinzione, in un percorso di rigenerazione ambientale e sociale della nostra terra». E pieno sostegno arriva da Legambiente Campania. «Verrà rispedito al mittente ogni tentativo di voler mettere in ginocchio le esperienze nate sui terreni confiscati – dice la presidente, Mariateresa Imparato –. Il nostro messaggio è chiaro: non ci intimidiscono, siamo più forti, e devono capire che quelle terre sono ormai libere, non cederemo».