Carcere. L'altro fronte dell'emergenza: dietro le sbarre mancano agenti
Nero su bianco c'è un piano di incremento degli organici. Ma anche la fotografia plastica delle carenze attuali sono ancora troppo ampie per essere risolte: al 17 dicembre, la polizia penitenziaria era in “deficit” di 5.323 agenti uomini, mentre tra le donne se ne contavano 1.433 in più. Il rendiconto è allegato a una circolare del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, inviata poco prima delle feste ai sindacati di polizia penitenziaria in vista di successivi incontri. Nell'incipit si parte da una buona notizia, in realtà: entro fine febbraio, indicativamente, prenderanno servizio i 1.340 nuovi agenti (913 uomini e 427 donne) “usciti” dal 184° corso di formazione del corpo. C'è però una forbice molto più larga da colmare, soprattutto tra gli uomini, e la ripartizione di genere è rilevante perché le carceri sono divise tra sezioni maschili, presidiate da agenti uomini, e sezioni femminili, affidate ad agenti donne.
Stando agli organici previsti dalle tabelle ministeriali, infatti, i provveditorati regionali – le articolazioni locali del Dap – e il Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità, che si occupa appunto di minorenni, ma non solo, dovrebbero poter contare su 27.694 uomini; nella realtà, invece, la “forza operativa” maschile in servizio – cioè gli effettivi al 17 dicembre 2024, escludendo dal conto anche il personale in distacco – era rappresentata da 22.371 operatori, dunque all'appello ne mancano 5.232.
La situazione è a macchia di leopardo, con le carenze maggiori nel provveditorato di Lazio, Abruzzo e Molise (-1.030 uomini), in quello della Sicilia (-612) e in quello della Lombardia (-535); va appunto meglio tra le donne, che sono in numero maggiore rispetto alla copertura teorica. Da qui nasce l'intenzione di provare a tamponare i numeri. «Avendo riguardo della prossima conclusione del 184° corso di formazione», si legge nella circolare del Dap, è stato «elaborato un piano di incremento relativo agli organici degli undici provveditorati regionali e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità», e per realizzarlo «si è tenuto conto non già della forza amministrata (cioè di quella prevista dalle piante organiche, ndr), bensì della forza operativa: ciò ha consentito un focus più dettagliato sulle effettive carenze organiche». «Si è inoltre tenuto fede – prosegue il testo – all'impegno di dar vita a un piano di incremento che non rischi di essere vanificato, in sede di applicazione, dalla destinazione di consistenti aliquote di personale amministrato ad impieghi diversi da quelli propri della gestione interna degli istituti».
In sintesi, prosegue il documento, «si punta a ridurre proporzionalmente le percentuali di carenza nel ruolo di agenti e assistenti. Da ultimo, non per importanza, si è tenuto conto di peculiari criticità gestionali o di aumentati carichi di lavoro, emersi in alcuni ambiti territoriali negli ultimi mesi». Quanto alle assegnazioni previste con i neoagenti, il provveditorato di Lazio, Abruzzo e Molise dovrebbe beneficiare di 175 uomini (e 92 donne), quello della Sicilia di 103 uomini (e 37 donne), la Lombardia di 87 uomini (e 65 donne). «I tempi di attuazione del piano di mobilità ordinaria – specifica la circolare – si ipotizzano successivi alla conclusione del 184° corso, e dunque con decorrenza fine febbraio 2025». Nel frattempo, è verosimile stimare ulteriori uscite per i ciclici pensionamenti: anche al termine di queste nuove assegnazioni, tra gli uomini dovrebbero mancare circa 4.400 effettivi.