I centri per il rimpatrio. In Albania in arrivo una nave per 8 migranti
undefined
Seconda missione finita per nave Libra. Ma finita a metà rispetto alla prima. E ancora meno rispetto alle intenzioni. Il pattugliatore della Marina militare ha infatti lasciato il Mediterraneo centrale, a 15-20 miglia a sud di Lampedusa, dove stazionava da lunedì, per dirigersi verso l’Albania.
A bordo 8 migranti, bengalesi e egiziani, la metà di quelli che vennero portati nel primo viaggio poco più di tre settimane fa, 14 poi ridotti a 12 dopo l’arrivo in Albania, e infine tutti riportati in Italia dopo la decisione del Tribunale di Roma. Anche loro bengalesi e egiziani.
Ma gli otto che dovrebbero arrivare tra giovedì e sabato nei due centri di Schengjin e Gjiader, sono molti di meno rispetto a quelli che si intendeva trasportare nella seconda missione. Come abbiamo scritto cinque giorni fa, il ministero della Giustizia aveva avvertito proprio il Tribunale di Roma di tenersi pronti per l’arrivo di 30-40 migranti. Invece ne arriverà meno di un quinto. Mentre nei tre giorni di missione di nave Libra sono sbarcati a Lampedusa più di 1.400 migranti, grazie anche a nuove strategie dei trafficanti, altri 99 in Calabria e circa 500 soccorsi dalle navi delle ong Solidaire, Ocean Viking e Sea Eye. Duemila in Italia, e appena 8 in Albania, lo 0,4%.
Oltretutto molti dei duemila venivano proprio dai cosiddetti “Paesi sicuri”. Un evidente insuccesso, anche se il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi continua a difendere la procedura dell’operazione. «Il numero apparentemente esiguo di migranti trasferiti in Albania sconta il fatto che le procedure di verifica delle vulnerabilità e delle condizioni che devono ricorrere sono molto molto severe». Lo ha detto in audizione davanti al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen. Quanto ai cosiddetti “Paesi sicuri”, Piantedosi ha detto che «sono indicati dalla legge e alcune decine di migranti sono stati esclusi perché hanno esibito il documento, che è una condizione di esclusione del trattenimento».
Ma proprio sul tema dei “Paesi sicuri” è intervenuto un altro Tribunale, dopo Roma, Bologna e Catania. Si tratta del Tribunale di Palermo che ha deciso di sospendere il giudizio sul trattenimento di due migranti, rimettendoli in libertà e rinviando alla Corte di giustizia dell’Ue per verificare la compatibilità del decreto Cutro, con le norme europee vigenti. Così come avevano già fatto i giudici degli altri Tribunali. «Il diritto unitario vigente non consente - scrivono citando la Corte Ue di giustizia - di designare sicuro un Paese con esclusione di categorie e a maggior ragione di dichiararlo sicuro per intero quando risulti che per alcune categorie di persone non lo sia». Una motivazione analoga a quella con la quale il Tribunale di Roma aveva annullato il trattenimento in Albania dei 12 migranti portati da nave Libra (4 erano già stati riportati in Italia perché minorenni o malati). Ed è molto probabile che succederà anche agli 8 frutto della seconda missione.
Ma cosa è successo in mare? Perché così pochi? Sia il ministro Piantedosi che ambienti del Viminale parlano di controlli più accurati. In realtà i migranti bloccati in mare e portati su nave Libra per un primo screening sono stati appena 155. Esclusi donne, minori, soggetti fragili e provenienti da Paesi “non sicuri”, ne sono rimasti 9. Ma poi, su insistenza degli operatori dell’Unhcr, presenti a bordo proprio per operare i controlli, un cittadino del Bangladesh, Paese considerato sicuro dal Governo, è stato sbarcato a Lampedusa perché anziano e malato. Ne sono dunque rimasti 8.
Con che costi? Come ci spiega l’ammiraglio Vittorio Alessandro, ex portavoce della Guardia Costiera «le “spese di ordinario esercizio quotidiano” di una nave come Libra, più quelle per il personale, oltre 60 uomini di equipaggio, arrivano a 22mila euro al giorno, quindi quasi 1.400 euro al giorno per ogni migrante trasportato nel primo viaggio, il doppio, 2.800, per il secondo. Ai quali vanno aggiunte le spese straordinarie per queste missioni». Tutte spese delle quali dovrà occuparsi la Corte dei Conti, dopo i due esposti presentanti alla fine dello scorso mese di ottobre da parlamentari di Italia Viva e M5s.
A maggior ragione dopo questo secondo viaggio “al ribasso”. Sul quale si scatenano le opposizioni. M5s parla di «vergognosa presa in giro», per il segretario di + Europa, Riccardo Magi, «siamo alle comiche». Furfaro del Pd denuncia «il miliardo speso per un centro vuoto in Albania», così come il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli che parla di «un’operazione di propaganda politica che sperpera denaro pubblico».