Rifugiati. Città solidali: patto tra sindaci spagnoli e italiani. Udienza col Papa
Da sinistra: i sindaci De Magistris, Coletta, Merola (al centro il presidente di "A Buon Diritto" Manconi) Colau, Orlando, Santisteve, Italia (foto Luca Liverani)
Sindaci del mediterraneo contro le politiche securitarie che mettono a rischio la vita dei migranti e rendono più insicure le città. Il rischio più grave, avvertono, «il naufragio dell'Europa che viola i diritti umani e rinnega i suoi valori fondanti». Dopo essere state ricevute da Papa Francesco, i primi cittadini di Barcellona (Ada Colau), Madrid (Manuela Carmena) e Saragozza (Pedro Santisteve), lanciano un manifesto - politico ma presto anche operativo - delle città solidali coi colleghi italiani di Napoli (Luigi De Magistris), Palermo (Leoluca Orlando), Bologna (Virginio Merola), Latina (Damiano Coletta), Siracusa (Francesco Italia), l'assessore alle politiche sociali di Milano (Piefrancesco Majorino), in collaborazione con l'ong spagnola di soccorso in mare Open Arms e l'associazione A Buon Diritto presieduta da Luigi Manconi.
Nella serata di ieri il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, insieme alle prime cittadine di Madrid e Barcellona, erano state ricevute privatamente da Papa Francesco. Al centro dell'incontro la questione migranti. A renderlo noto è direttore "ad interim" della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. «Il Santo Padre - ha spiegato in una nota - ha incontrato ieri sera in Vaticano, in forma privata, la sindaca di Madrid, Manuela Carmena, e la sindaca di Barcellona, Ada Colau, con il fondatore di Open Arms, Oscar Camps. Durante il cordiale colloquio si è parlato in particolare del tema dell'accoglienza dei migranti».
Le sindache spagnole coi colleghi italiani chiedono dunque il sostegno alle Ong impegnate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo, ma soprattutto vogliono un patto per fermare «l'involuzione dei principi fondativi dell'Europa che sta rischiando di naufragare». Un manifesto lanciato a tre mesi dalle elezioni europee che sfida la politica sovranista del blocco dei porti. All'incontro dei sindaci spagnoli e italiani in un albero romano hanno partecipato anche i rappresentanti di Sea Watch, Proactiva Open Arms e Mediterranea - le tre Ong che hanno dato vita al progetto "United4Med". Il Mediterraneo, ricordano i sindaci in una "chiamata" rivolta ai primi cittadini delle altre città, è la «casa comune di civiltà millenarie» ma sta diventando la «fossa comune di migliaia di giovani». La chiusura dei porti di Italia e Malta e il blocco delle navi delle Ong «sono esempi pratici di come» non solo migliaia di vite ma anche la stessa «Europa stia naufragando». E «di fronte a questo orrore» la risposta non può essere «la negazione dei diritti umani». Salvare vite, aggiungono i sindaci nell'appello ai loro colleghi, «non è un atto negoziabile e negare la partenza alle navi o rifiutarne l'entrata in porto è un crimine».
Non è un problema che riguarda una singola città, ragiona Ada Colau in un italiano perfetto: «Non siamo soli, siamo milioni di persone e siamo pronti a fare tutto il possibile, attraverso azioni istituzionali e giudiziarie, denunciando un blocco che sta violentando i diritti umani». I discorsi basati «sulla paura e sull'odio sono quelli che creano e hanno creato i maggiori problemi, come ci insegna la storia d'Europa»: dunque «di sicurezza con la paura non fa altro che creare caos». Ecco perché, dice il sindaco di Barcellona, «è il momento chi oggi parladi impegnarsi e difendere la vita e sono sicura che siamo la maggioranza in Europa».
Un discorso che trova l'appoggio dei primi cittadini italiani, tutti concordi nel definire la legge Salvini un
provvedimento che, nei fatti, «genera insicurezza». «Eversivo - sottolinea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando - è chi viola le dichiarazioni universali dei diritti umani». «Dobbiamo creare una rete parallela e integrata di solidarietà - aggiunge Virginio Merola, primo cittadino di Bologna - e l'allarme sicurezza è infondato, sono loro che alimentano la paura e dunque dobbiamo fare atti di "disobbedienza costituzionale" verso un decreto che è incostituzionale».
Per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris «salvare vite è un dovere, lasciare persone in mare è un crimine». «Vogliono distruggere modelli d'integrazione - dice - e noi lavoriamo per integrare, il decreto sicurezza aumenta l'insicurezza». Le somme dell'incontro le tira Luigi Manconi. L'Alleanza, spiega, «è un primo passo di un percorso che non nasce dal nulla», è un patto tra «Ong e Comuni che hanno svolto un ruolo attivo nella rete d'accoglienza» e al quale, sperano i promotori, aderiscano più città possibile. Per sfidare il vento sovranista.