Proteste e fughe: ore di caos nella tendopoli allestita dal governo, geograficamente in territorio di Manduria, praticamente vicinissima ad Oria, nel Brindisino. Protestano quelli che sono nel campo; fuggono quelli che arrivano. Alcuni vengono riacciuffati, altri cercano di prendere il treno... E i cittadini del posto manifestano anche loro, in gruppetti, mentre altri pensano a una distribuzione di viveri e acqua consegnando questi beni raccolti ai responsabili del campo. È un pianeta, il campo di Manduria. Un pianeta al suo sesto giorno di vita, caratterizzato dalle fughe di massa sotto gli occhi delle telecamere, che rilanciano le immagini in diretta, all’ora di pranzo. Ieri, al mattino, sotto un tiepido sole, erano già in subbuglio molti degli ospiti della tendopoli con recinzione a... "falle larghe". Alcuni, muniti della documentazione necessaria, intendevano uscire e sembra non sia stato loro concesso subito, perché nel frattempo giungevano i pullman con i 1.716 sbarcati a Taranto dalla nave "Excelsior" provenienti da Lampedusa. Non avevano bagagli e quindi, senza pensarci due volte, tanti di loro hanno fatto la prova a uscire dal recinto: rincorsa e salto spericolato con corpo e cuore oltre l’ostacolo alto due metri; oppure fuga attraverso un buco nella rete fatto nelle scorse ore da chi sta compiendo lavori nell’area. Chi fugge si nasconde un po’ dietro i muretti a secco degli antichi ruderi, poi cerca di guadagnare la via della libertà correndo in parallelo sulla strada che collega Oria a Manduria, dove per qualche tempo era comparso anche un anonimo striscione: "Lampedusa 2".Ieri erano diverse decine i tunisini rintracciati nei pressi della stazione di Oria. Il primo treno per il nord partiva in serata, ma c’è stato anche chi è tornato indietro, «perché a Palermo – ha detto uno di loro – ci sono nostri amici». Una giornata di caos, dunque, tanto che alle 18, a Taranto, non erano ancora stati lasciati scendere dal traghetto "Catania", giunto da Lampedusa, altri 600 tunisini destinati a Manduria, i quali, stanchi e dopo due ore di attesa a bordo, hanno inscenato una protesta sbattendo i piedi ritmicamente sul posto. Ma prima dell’arrivo dei 600, nella tendopoli si contavano solo 400 migranti. «Modello sbagliato», diceva il governatore della Puglia, Vendola, mentre a Manduria era in delegazione l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, composto dal presidente dell’assemblea regionale, Introna, dai vicepresidenti Maniglio e Marmo e dall’assessore alle Politiche di inclusione dei migranti Nicola Fratoianni. Si intende evitare l’apertura di un nuovo campo di accoglienza a San Pancrazio Salentino, lì dov’era un aeroporto militare nel secondo conflitto mondiale, e si sta spingendo perché si accelerino le pratiche tese al riconoscimento del diritto di asilo. «Chiediamo al governo parole chiare. Non credo, lo dico all’amico Bossi, a una Italia di serie A e a una di serie B. Si faccia immediatamente un piano serio per ripartire in modo uguale questo dramma che sta accadendo da troppe settimane», ha detto tra l’altro l’ex ministro alle politiche comunitarie, Andrea Ronchi, anch’egli in visita al campo ieri. E dopo gli elogi alle forze dell’ordine e alla popolazione, non poteva che osservare: «La posizione dell’Europa sul problema immigrazione è inaccettabile e peggiora sempre di più». Alle 20, intanto, i fuggiaschi rintracciati e riportati in sede erano circa 200.