Israele-Hamas. Tajani: ogni sforzo per evitare una escalation
«Ci stiamo preparando a tempi difficili e di grande tensione e stiamo collaborando con Usa, Regno Unito, Francia e Germania per cercare una de-escalation, mirando a ridurre il conflitto e impedire che si estenda oltre il Medio Oriente. La situazione è in evoluzione, al momento ci sono alcune preoccupazioni, ma stiamo mantenendo la situazione sotto controllo e non sottovalutiamo nulla. Cerchiamo di prevenire ulteriori esplosioni, lavorare attraverso la diplomazia e liberare i nostri concittadini in Israele». Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, lavora senza sosta con la testa al conflitto. E con una priorità assoluta: gli italiani in Israele. «Seguiamo minuto per minuto la situazione dei nostri connazionali, con l'ambasciata italiana a Tel Aviv, con la nostra unità di crisi al Ministero degli Esteri, alcuni stanno già rientrando. Stiamo facendo tutto il possibile per metterli in sicurezza».
Tajani spiega il ruolo dell'Italia. Dice che l'obiettivo è lavorare per la pace. «Ma ciò non significa accettare la violenza contro gli innocenti. Abbiamo visto atti inammissibili di violenza contro gli innocenti. Hamas sembra non volere alcun tipo di dialogo». E ancora: «L'aggressione di Hamas in territorio israeliano va condannata con la massima fermezza. E noi riconosciamo il pieno diritto di Israele a difendersi, tanto più di fronte ad una aggressione come questa che sta sconvolgendo il mondo per la ferocia, la bestialità, come perfino il vilipendio dei cadaveri, di atti contro civili e non di azioni militari». L'Italia - spiega Tajani - è pronta a lavorare per favorire il raffreddamento delle tensioni. «Contiamo su vari Paesi della regione, come l'Arabia Saudita, la Giordania e l'Egitto, dove mi recherò in missione mercoledì, che certamente non vogliono un'estensione del conflitto. Intanto si potrebbe agire permettendo corridoi umanitari nella Striscia di Gaza per mettere al sicuro bambini, donne, ostaggi civili. Rispetto a possibili ripercussioni anche in Italia ogni obiettivo sensibile è protetto, siamo attentissimi e non registriamo allo stato particolari allarmi ma è ovvio che ogni misura di sicurezza viene adottata. Per quanto riguarda gli italiani in Israele, sono 18mila, molti con doppia nazionalità, un migliaio sono nell'esercito, una decina a Gaza, 500 in Israele tra turisti e lavoratori non residenti. La nostra Unità di crisi è sempre attiva e siamo pronti per ogni aiuto possibile».
Parla anche Giorgia Meloni. «Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d'Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai», scrive in una nota il presidente del Consiglio nel 41° anniversario dell'attentato alla Sinagoga di Roma.