Attualità

CALABRIA. La minaccia di Rosarno, nella notte trasferi 300 immigrati

Domenico Marino venerdì 8 gennaio 2010
Non si ferma la rivolta degli "schiavi" di Rosarno. E inizia a scorrere il sangue. Due immigrati sono stati feriti a fucilate da uno sconosciuto, altri due colpiti a sprangate sono in gravi condizioni. Uno è stato operato d’urgenza nell’ospedale di Reggio Calabria per i colpi ricevuti alla testa. Altri 5 sono stati investiti - in maniera lieve - da auto guidate da abitanti della zona. In tutto i feriti sono 37: 19 stranieri e 18 appartamenti alle forze dell’ordine. Una situazione incandescente che minaccia di esplodere con ancora più violenza tanto che da Roma è stato spedito a tutta velocità in Calabria un corposo contingente di polizia e carabinieri per tentare di arginare la deriva. Una richiesta arrivata anche dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Anche allo scopo di discutere e affrontare i problemi che interessano la cittadinanza – si legge in una nota diramata dal Quirinale – è indispensabile fermare senza indugio ogni violenza». Fino alla tarda serata, però la tensione non ha accennato a sciogliersi tanto che davanti al Comune si sono formati gruppi di cittadini che protestavano. Il problema principale, allo stato, è quello di evitare nuovi contatti tra le due fazioni: tra le ipotesi quello di spostare gli immigrati nell’area del porto di Gioia Tauro. Grazie alla collaborazione tra la Prefettura di Reggio Calabria e la Caritas diocesana di Oppido-Palmi, sono state individuate una serie di strutture adatte ad ospitare i lavoratori immigrati per fornirgli un ricovero dignitoso e per garantirne la sicurezza. Già nella tarda serata di ieri circa 200 immigrati sono stati trasferiti in pullman nel cpa di Isola Capo Rizzuto. Nove persone sono state arrestate. Sette di loro sono extracomunitari responsabili delle violenze scoppiate dopo che due immigrati erano stati colpiti a colpi di fucile ad aria compressa. I fermati avrebbero lanciato pietre e si sarebbero resi responsabili di aggressioni contro carabinieri. Sono accusati di devastazione, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. In manette un rosarnese che con una ruspa avrebbe tentato di investire un immigrato, e un suo concittadino che alla guida della sua auto avrebbe provato a colpire un altro extracomunitario. È stato invece denunciato a piede libero un uomo che ieri mattina ha sparato in aria per reagire a un tentativo di irruzione nella sua abitazione da parte di alcuni immigrati. Una donna ha raccontato di essere stata aggredita mentre in auto tornava a casa in auto dagli immigrati. «Hanno iniziato a colpire la macchina con sassi e pugni: i bambini urlavano io non riuscivo più a muovermi. Solo l’intervento di alcuni giovani che ci hanno tirato fuori dalla vettura, ci ha permesso di salvarci».Ieri mattina tutta Rosarno è rimasta come sospesa dalla paura: chiuse le scuole, sprangati i negozi. L’allontanamento immediato continuano a pretendere i cittadini di Rosarno, che in serata, per dare più forza alla richiesta, armati di bastoni hanno occupato la Statale 18 tirrenica, poco lontano da uno stabile abitato dagli stranieri, e tenuto un presidio costante davanti al Municipio durante la riunione del Comitato provinciale. La tensione nel corso della giornata è salita fino a sfociare in una sassaiola sedata solo dopo l’intervento della polizia. Gli investigatori che indagano sulla rivolta hanno pochi dubbi: razzismo prima che ’ndrangheta dietro l’accaduto. «Tutti saranno sottoposti a controlli - ha sottolineato il prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta parlando degli extracomunitari - e poi saranno adottati i provvedimenti previsti dalla legge». Varratta ha garantito che i controlli non riguarderanno solo gli immigrati ma pure i datori di lavoro che li sfruttano pagandoli con poche decine di euro a giornata. Analisi recenti hanno parlato di un salario che non supera i 20 euro giornalieri, 5 dei quali devono essere versati ai "caporali" che garantiscono l’occupazione e permettono loro di vivere nelle fabbriche dismesse simbolo del sogno industriale dei decenni passati. Per anni hanno vissuto nell’ex cartiera di Rosarno, secondo Medici senza frontiere in condizioni disumane sia dal punto di vista igienico-sanitario che strutturale.