Ancora una fuga di massa. La quarta in meno di cinque giorni. Dopo Milano, Gorizia e Brindisi, stavolta una ventina di immigrati irregolari sono riusciti a eludere la sorveglianza del Centro di identificazione e espulsione "Serraino-Vulpitta" di Trapani.Sette fuggiaschi sono stati arrestati dalle forze dell’ordine che continuano le ricerche di una quindicina di altri immigrati ancora mancanti all’appello. La posizione di un altro straniero, che è stato pure ripreso, è al vaglio del magistrato ma ancora non ci sono provvedimenti a suo carico.Per riuscire a fuggire i migranti sono riusciti a segare le sbarre della finestra di una camerata, da cui si sono poi calati all’esterno della struttura di permanenza. Ci sono stati momenti concitati. Due cittadini extracomunitari, nel tentativo di accelerare l’evasione sono precipitati al suolo e nella caduta hanno subito diverse fratture. Sono ora ricoverati nell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani in condizioni non gravi. Gli arrestati devono rispondere di danneggiamento di beni dello Stato, per aver scassinato la finestra e le porte del corridoio che vi conduce.Lunedì un tentativo di fuga c’era stato anche a Cagliari. Protagonisti otto extracomunitari che hanno forzato una finestra al primo piano del centro, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine. L’intervento degli agenti ha provocato una rivolta conclusasi con il danneggiamento di arredi, porte e finestre. Nel capoluogo sardo attualmente sono stati accompagnati un centinaio di immigrati irregolari giunti in Sardegna nelle ultime settimane con alcune barche provenienti dal Nord Africa.«Il periodo estivo è ogni anno quello in cui si registrano i maggiori tentativi di fuga o di fuga realizzata. È l’esito di una tensione che deriva dalle caratteristiche della struttura». Così il sottosegretario degli Interni, Alfredo Mantovano, ha commentato i fatti di Trapani. Per alleggerire le strutture esistenti Mantovano ha ribadito che altri Centri di identificazione saranno aperti in altre città d’Italia. «L’obiettivo – ha spiegato Mantovano – è di aprire in qualche mese dei Cie anche in regioni densamente popolate come la Campania, il Veneto, la Toscana e il Piemonte dove fino a questo momento non è stato possibile».Dal primo gennaio di quest’anno sono circa 9.300 i clandestini che passando attraverso i Cie sono stati riaccompagnati nei paesi di origine. «Il che dimostra – ribadisce il sottosegretario – l’efficacia del meccanismo dell’espulsione. Inoltre i Cie italiani hanno i migliori standard europei in termini di qualità e di vivibilità. Basta pensare a quello che è accaduto in Francia a Calais o nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla per capirlo».La polemica politica su questo fronte rimane aspra. «Siamo ai soliti annunci, non è la prima volta che si parla di costruire nuovi Cie ma poi nulla», afferma la deputata del Pd Livia Turco, responsabile Immigrazione del partito. «Piuttosto – continua Turco –, colpisce quello che il governo non dice più: cioè, a che punto sono gli accordi bilaterali con gli altri Paesi e la programmazione dei flussi. Su questi temi c’è il totale silenzio». A confermare che le fughe siano incentivate dal sovraffollamento è anche Felice Romano, segretario generale del sindacato di Polizia Siulp. «Purtroppo rispetto alle intenzioni preannunciate dal governo di costruire un Cie per regione – lamenta Romano –, l’obiettivo non è stato raggiunto: i pochi centri esistenti sono troppo pieni».