Attualità

Profughi, emergenza continua. Fermati gli scafisti del barcone affondato

giovedì 6 agosto 2015
La nave della marina militare irlandese Le Niamh con a bordo 367 migranti salvati dopo il rovesciamento, ieri al largo della Libia, del barcone che li trasportava verso l'Europa è arrivata nel pomeriggio a Palermo. Tra loro anche 24 donne e 13 minori. E poi anche i corpi delle 25 vittime recuperate del naufragio. Le persone salvate dai soccorritori sono però in tutto 373. Sei migranti sono stati, infatti, trasportati in elisoccorso in alcuni ospedali. E sono stati subito fermati i 5 presunti scafisti del barcone. Sono di nazionalità libica e algerina. Secondo i racconti degli altri soppravvissuti, avrebbero spinto gran parte delle persone nella stiva chiudendo la botola. L'accusa potrebbe essere quella di omicidio, oltre al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ma l'emergenza profughi prosegue Sono quasi 1.200 i migranti soccorsi nella giornata di oggi al largo della Libia, a poca distanza dal punto dove ieri si è capovolto un barcone con a bordo 600 persone. Le operazioni di soccorso, coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera, sono iniziate nella mattinata, a 30 miglia dalle coste africane: nave Fiorillo ha soccorso 381 persone, tra cui 55 donne e 26 bambini, che erano a bordo di un barcone che è affondato subito dopo il recupero dei migranti. La nave Barbon Argos, di medici Senza Frontiere, ha invece soccorso 97 persone che erano su un gommone a 20 miglia a nord della Libia e, subito dopo, si è diretta in una zona dove era stato segnalato un barcone in difficoltà. Al termine di questa seconda operazione, alla quale hanno partecipato anche nave Phoenix e altre unità, sono stati recuperati 613 migranti.Infine, la Marina militare ha soccorso un gommone con a bordo 101 persone, che sono state tratte tutte in salvo. L'Unione Europea cerca nuove soluzioni "Nessuno Stato membro può affrontare da solo, in modo efficace, il problema dell'immigrazione: abbiamo bisogno di un approccio nuovo, più europeo". Lo sostiene una nota diffusa dai vicepresidenti della Commissione Ue Frans Timmermans e Federica Mogherini e del Commissario agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos. "Al summit della Valletta - prosegue la nota - puntiamo a aumentare la presenza in mare e cooperare con Paesi origine e transito. L'agenda europea sulle migrazioni che abbiamo presentato a maggio espone questa risposta europea, che combina politiche interne ed esterne, utilizzando al meglio le agenzie e gli strumenti dell'Unione europea e con il coinvolgimento di tutti gli attori: gli Stati membri, le istituzioni comunitarie, le Organizzazioni internazionali, della società civile, le autorità locali e i paesi terzi. L'attuazione è già in corso". Ora - sottolinea il comunicato - si tratta di aumentare la nostra presenza in mare - attraverso le nostre operazioni navali Triton, Poseidon e l'Eunavfor Med - di cooperare con i paesi di origine e di transito - a tal fine si terrà un vertice a La Valletta nel mese di novembre con i principali paesi africani - per reprimere la reti dei trafficanti, rendendo i respingimenti più efficaci e mostrando solidarietà con i paesi in prima linea. Tutti assieme dobbiamo affrontare questa sfida sotto tutti i punti di vista". "L'Unione europea - osserva la nota - sta lavorando duramente per evitare queste tragedie terribili. Abbiamo triplicato le risorse dedicate per la ricerca e gli sforzi di soccorso in mare, che ci ha permesso di salvare oltre 50.000 persone dall'1 giugno 2015. Tuttavia, anche se il numero di persone che muoiono in mare è sceso drasticamente, tutto ciò non è sufficiente e non lo sarà mai a evitare tutte le tragedie". Eritrei protestano a Cagliari È ripresa poco dopo le 12.30 la protesta dei migranti eritrei davanti agli ingressi dei traghetti al porto di Cagliari. I profughi - un centinaio tra uomini e donne - che si trovavano in piazza Matteotti e nella zona del porto dove hanno trascorso la notte, sono tornati ai cancelli dei traghetti e chiedono di poter lasciare la Sardegna, come fatto ieri sera dai 56 connazionali. Chiedono di potere raggiungere altri Paesi europei dove hanno parenti pronti ad accoglierli. La Polizia sta controllando la situazione. Per molti di loro la partenza non sarebbe possibile a causa della mancanza di documenti e di denaro per acquistare i biglietti della nave Tirrenia. Chi invece è in possesso di documentazione e biglietto, come già accaduto ieri, in giornata potrebbe lasciare l'isola. Alcuni dei profughi avrebbero già detto di essere disponibili a tornare nelle strutture di accoglienza, visto che molti di loro arrivano da altre province dell'isola. Piccoli sbarchi Sono quindici i migranti sbarcati oggi a Sant'Antioco e Teulada, nel Sulcis. Secondo i primi accertamenti si trovavano a bordo di due barchini, uno dei quali è stato già trovato, mentre il secondo sarebbe stato avvistato da una motovedetta. Cinque dei profughi sono stati intercettati dai carabinieri a Sant'Antioco, mente gli altri dieci sono stati rintracciati poco più tardi nella zona delle saline di Teulada. Sono tutti giovani nordafricani e in buone condizioni di salute, nessuno, a differenza dell'allarme lanciato nella notte proprio da uno dei profughi durante lo sbarco, avrebbe avuto bisogno di cure mediche. Una parte dei migranti è stato già trasferito al centro di prima accoglienza di Elmas (Cagliari). Scafista arrestato in Calabria Un tunisino, Noureddine Dbara, di 46 anni, è stato fermato dalla squadra mobile di Reggio Calabria perché ritenuto lo scafista dell'imbarcazione con a bordo 396 migranti salvati il 3 agosto scorso. È accusato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Al termine dell'udienza di convalida il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo del tunisino ed ha emesso nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Proseguono le indagini per l'identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.