L
'Ilva ha annunciato la chiusura dell'impianto. La misura scatterà già dal primo turno di questa sera con le ferie forzate per i dipendenti dell'area "a freddo", ma una fonte aziendale ha detto invece che la misura non è ancora operativa. In una nota l'azienda ha detto che presenterà ricorso contro la decisione dei gip, che ha portato anche all'arresto di sette persone tra cui dirigenti ed ex di Ilva e del Gruppo Riva, da cui lo stabilimento dipende. Nel frattempo, però, l'azienda «ottempererà» all'ordine e questo «comporterà in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto». La decisione presa oggi dalla
magistratura sull'Ilva di Taranto è "in conflitto il
risanamento" che sta procedendo attraverso l'Aia. A
sottolinearlo, da Venezia, il ministro dell'Ambiente,
Corrado
Clini. Il ministro ha inoltre ricordato che
"la seconda parte dell'Aia è stata avviata oggi" e che il
provvedimento "non prevede fermate se non per il processo di
risanamento" e "non pone problemi ambientali". "La speranza -
ha aggiunto Clini - è che non ci siano ostacoli al processo di
risanamento".
Fim, Fiom, Uilm ritengono che "la
situazione che si sta venendo a creare per tutto il gruppo Riva
sia gravissima e necessiti di risposte chiare e immediate da
parte del governo. L'annuncio da parte dell'azienda che intende
mettere in libertà tutti i lavoratori dell'area a freddo dello
stabilimento di Taranto (circa 5.000 persone), che per lo
stabilimento di Genova c'è materiale ancora solo per una
settimana e per quello di Novi Ligure per due settimane, e a
cascata Racconigi, Marghera e Patrica, rende necessario che il
Governo, dopo l'approvazione dell'Aia, dica a chiare lettere se
vuole salvaguardare un patrimonio industriale e occupazionale
essenziale per il Paese". Così le segreterie nazionali dei
sindacati metalmeccanici che avvertono: "Se non arriverà una
convocazione presso la Presidenza del Consiglio nelle prossime
ore, decideranno di proclamare uno sciopero nazionale di tutto il
gruppo per giovedì 29 novembre con manifestazione sotto Palazzo
Chigi a Roma".