L'episodio. «Il vostro posto è nei forni». Il delirio antisemita corre sul web
Vandalismo antisemita sui muri di Roma
«Potete restare nei forni a gas». Quando l’ha letto, A. non ci voleva credere e l’ha dovuto rileggere un paio di volte prima di arrendersi alla tragica evidenza: qualcuno augurava davvero a lui e alla sua famiglia di fare la stessa fine dei 6 milioni di ebrei assassinati dai nazisti nella Shoah. Questa brutta storia, raccontata dal sito israeliano Ynet.co, comincia quando A. decide di prenotare su una piattaforma online una vacanza a San Vito di Cadore, nel Bellunese. «Siamo una famiglia di cinque persone e saremmo felici di stare nel tuo appartamento», ha scritto A. dalla sua casa di Ness Ziona, cittadina tra Tel Aviv e Gerusalemme. Poche ore dopo, la risposta che l’ha lasciato basito e molto arrabbiato. Un non meglio identificato “Lorenzo”, probabilmente il proprietario dell’appartamento, gli augurava questa terribile fine, rispondendo in ebraico con Google Translate. «Siamo scioccati», ha detto A. a Ynet.co. «Viaggio molto e siamo sempre stati ospiti puliti e ordinati. Sembra che l’odio verso di noi a causa della nostra identità israeliana stia ancora una volta affiorando», conclude con amarezza.
Secondo l’Osservatorio antisemitismo del Centro documentazione ebraica contemporanea di Milano, che riporta l’episodio, nel 2024, in Italia, ci sono già stati 250 casi di odio antisemita, più di tutti quelli registrati, nei dodici mesi, dal 2012 al 2022. Unica eccezione il 2023 con 455 episodi di antisemitismo, con un’impennata dal 7 ottobre, giorno dell’attacco terroristico di Hamas ad Israele. Che ha riportato in superficie un antisemitismo latente nella società e pronto a rialzare la testa alla prima occasione. E la risposta ad A. è la tragica prova.
Un episodio che, però, ora nessuno vuole far passare sotto silenzio. «Nel caso la notizia fosse confermata, posso dire che agiremo contro questa persona a tutela del buon nome della nostra cittadina, che non possiamo tollerare possa essere infangata da episodi del genere», tuona il sindaco di San Vito di Cadore, Franco De Bon. E «profonda» è anche «l’indignazione» del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che esprime «solidarietà» alla famiglia israeliana e parla di un «inaccettabile atto di odio e di discriminazione che ferisce non solo la dignità delle persone coinvolte, ma anche i valori fondamentali della nostra stessa comunità».