«Punizioni esemplari» per chi viola le norme sul gioco d’azzardo: è quanto chiede il vescovo di Parma Enrico Solmi, presidente della Commissione episcopale per la Famiglia e Vita, commentando il decreto approvato in Consiglio dei ministri in materia di limitazione ai giochi. «In realtà – ha detto nel corso di un intervento a
Radio Vaticana – è già un passo avanti l’ammissione del rischio e della pericolosità potenziale dei luoghi destinati al gioco d’azzardo. Io auspicherei provvedimenti decisi, in ordine proprio alla dissuasione da parte anche dell’autorità pubblica nei confronti dei minori, e un’opera di sostegno, variegata in tanti modi, alle persone che sono più deboli e più propense a scivolare in una ludopatia, che in Italia vede interessata un quindici per cento della popolazione». Monsignor Solmi si è detto «d’accordo con questa linea più dura. Una pubblicità, data specialmente dalle reti nazionali, in qualche modo sollecita e sostiene un’idea errata e come tale dovrebbe essere a mio parere eliminata drasticamente, come è avvenuto per il fumo, per le sigarette». Secondo il presule «è assolutamente anomalo» il fatto che lo Stato faccia lucro su questa attività e poi magari sia costretto ad intervenire per sostenere coloro che sono vittime di usura: «In qualche modo lo Stato ne ricava un beneficio, ma dall’altro ne ricava lui stesso un danno e un danno importante, oltre che sostenere un’attività che non è assolutamente compatibile con lo sviluppo della persona, della dignità della persona e del bene comune». La linea da seguire dovrebbe essere il «rafforzamento» del decreto: «Io vado su questa linea – ha aggiunto il pastore – . Sarebbe auspicabile che ci fosse una normativa più pesante e certamente dei controlli forti e, anche in questo caso, chi verrà a contrapporsi a normative che saranno espresse dovrà essere punito in modo esemplare».