Migranti. Il vescovo di Gap: «I governi agiscano No al muro alpino»
Più solidarietà dal governo francese e dall’Europa all’Italia e alla regione delle Haute Alps per accogliere i minori stranieri non accompagnati. E basta giochi politici in montagna sulla pelle dei migranti. Xavier Malle, vescovo di Gap ed Embrun, la prima oltre il confine francese, chiede responsabilità in un appello raccolto da France Tv e che ha fatto discutere Oltralpe. «Le Alpi non hanno sempre separato i popoli, anzi. E ora hanno bisogno di più solidarietà, non di strumentalizzazione».
Malle, 52 anni, lo ha imparato studiando la storia del suo popolo e di queste terre, dove italiani e francesi di frontiera per secoli hanno commerciato e lavorato insieme. Nel ’900 i migranti eravamo noi italiani. Che varcavamo di sfroso i passaggi a nordovest per arrivare a Marsiglia, a Lione o fino a Parigi e trovare lavori in fabbriche, campi e cantieri. Si sono svuotati così i villaggi del Cuneese e della Valsusa. Oggi i sentieri ancora innevati a fine aprile sono tornati a essere calpestati da quelli appena sbarcati in Italia e decisi a tutto pur di raggiungere il nord della fortezza Europa. O da quelli stufi delle lunghe attese nei centri di emergenza per richiedenti asilo, che neppure sanno di andare incontro, se fermati dai gendarmi francesi, a un futuro da sans papier.
Ma dopo che lo scorso fine settimana i neofascisti di 'Generazione Identitaria' hanno inscenato una manifestazione xenofoba contro il passaggio degli africani sul Colle della Scala e No tav e antagonisti hanno replicato tentando di far passare a forza una decina di migranti provocando tafferugli con i gendarmi, padre Xavier – nella cui diocesi rientra il primo punto di approdo dei transitanti, Briançon – ha deciso di scrivere una lettera appello al governo di Parigi e ai francesi, in cui parla anche dell’Italia, mettendo sotto la lente d’ingrandimento il problema dei minori stranieri non accompagnati in crescita allarmante.
«Quelle inscenate da estremisti di destra e sinistra – afferma – sulla frontiera sono state operazioni di comunicazione per strumentalizzare la questione. Le montagne non devono diventare terreno di scontro politico. Invece la situazione è complicata, abbiamo bisogno di aiuto. Ho chiesto l’intervento del governo nazionale perché il consiglio di Dipartimento della Alte Alpi, la Caritas diocesana e le stesse parrocchie non possono affrontare l’emergenza che si profilerà tra poche settimane, quando la neve sui monti si scioglierà».
Due cifre spiegano tutto. «Nel 2016 – prosegue Malle – sono stati accolti 60 minori stranieri soli, nel 2017 erano più di 1.200. Attualmente abbiano 60 ospiti al giorno. Li abbiamo accolti nelle sale parrocchiali, come ha chiesto il Papa, i volontari stanno facendo tanto, ma siamo una diocesi e una regione piccole, da soli non ce la possiamo fare ad affrontare il flusso crescente. Passano da Briançon e vengono a Gap, dove ci sono gli uffici che si prendono lavorando cura di loro. Chiediamo aiuto per integrarli con strutture adeguate, insieme».
Il vescovo Xavier mette in guardia i fedeli dalla xenofobia aiutandoli a discernere. «La gente è accogliente, ma ci sono reazioni negative. Nell’appello ho citato il Vangelo di Matteo 25. Servendo i minori soli, serviamo il Signore. La diocesi non ha diminuito l’aiuto agli altri poveri, difende sempre i più fragili. Sono orgoglioso di essere vescovo di una Chiesa che difende il diritto dei bambini a vivere come quello dei minori stranieri a crescere bene».
Malle è preoccupato da questa ansia di respingere, «non funzionerà, la crisi migratoria durerà a lungo. E poi cosa fanno Francia ed Europa per aiutare l’Italia? I minori vengono da lì. Dobbiamo affrontare insieme la situazione». Vuole rafforzare la collaborazione con le diocesi italiane oltre confine e creare un ponte solidale che superi le Alpi.