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10-11 giugno. Pace in Ucraina, a Vienna il vertice internazionale della società civile

Luca Liverani venerdì 9 giugno 2023

Il logo del summit di Vienna

Sono già oltre 400 i partecipanti in presenza registrati, e molti di più quelli che seguiranno da remoto i lavori, del "Vertice internazionale dei popoli per la pace in Ucraina" in programma a Vienna domani e dopodomani, nelle giornate del 10 e 11 giugno. Un incontro promosso dalla società civile internazionale per definire un contributo “dal basso” a percorsi di pacificazione, partendo da una forte richiesta di “cessate il fuoco” che sfoci in negoziati concreti e condivisi.

Tra i promotori del Vertice di Vienna anche la coalizione italiana “Europe For Peace”, composta da circa 600 organizzazioni che ha promosso nei mesi scorsi le manifestazioni nazionali di Roma e le giornate di mobilitazione territoriale per la Pace che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone. Il gruppo promotore comprende anche l’International Peace Bureau (Premio Nobel per la Pace 1910), Codepink, la World Assembly of Struggles and Resistances of the World Social Forum, Transform! Europe, l’International Fellowship of Reconciliation, la Peace in Ukraine Coalition, e la Campaign for Peace Disarmament and Common Security.

L’obiettivo principale del Vertice di Pace (che ha come titolo “Peace by Peaceful means – Se vuoi la Pace costruisci la Pace”) è di concordare e diffondere un appello urgente globale, una “Dichiarazione di Vienna per la Pace”, che inviterà i leader politici ad agire in sostegno di un cessate il fuoco e di negoziati in Ucraina. «"Cessare il fuoco" non significa riconoscere le attuali linee del fronte come confini - dichiarano gli organizzatori - ma solo mettere fine alle uccisioni e fermare la distruzione. Non deve essere per i contendenti la scusa per riarmarsi e prepararsi a ulteriori combattimenti ma dovrebbe servire a generare un clima per una soluzione negoziata. Fuori dalle trincee e dai bunker, verso una nuova vita libera!».

Allo stesso modo i promotori affermano che «negoziare non significa approvare o riconoscere la guerra di aggressione della Russia contro un’Ucraina sovrana, guerra contro il diritto internazionale, e nemmeno perdere di vista tutti gli antefatti di questa guerra, ma sviluppare percorsi per definire un futuro insieme al tavolo dei negoziati, con la possibile partecipazione attiva di moderatori e mediatori internazionali del Sud Globale».

Rappresentanti della società civile provenienti da Europa, Nord America, Russia e Ucraina si confronteranno quindi per due giorni con i partecipanti del Sud del mondo, per raccontare e discutere le drammatiche conseguenze di questa guerra per le popolazioni dei loro Paesi e per capire come contribuire alla pace. Nelle intenzioni degli organizzatori, infatti, il Vertice non dovrà focalizzarsi solo su critiche e analisi ma dovrà mettere a fuoco anche soluzioni creative per far finire la guerra e preparare i negoziati: «Le soluzioni di Pace non dipendono solo dalle azioni di Stati e di diplomatici, ma sono sempre il risultato dell’agire della società civile».

«Oggi serve urgentemente costituire un movimento globale - sostengono le organizzazioni del summit pacifista - che chieda a tutte le parti di cessare di combattere e di iniziare a negoziare. È urgente imporre il silenzio alle armi e lanciare una forte attività diplomatica che risolva il conflitto. Da Vienna il movimento per la pace della società civile internazionale lancerà proposte e iniziative su come contrastare la logica della guerra con la logica della pace».

Il contributo specifico del movimento pacifista italiano e di “Europe For Peace” si concretizzerà con alcuni interventi in plenaria (in particolare nella sessione di “Voci per la pace”) e nella organizzazione e gestione di due gruppi di lavoro riguardanti le iniziative per fermare la guerra e lavorare per la pace: “Voci dall’interno della guerra” (coordinato da Europe for Peace e “Riscoprire la pace” (coordinato da Comunità di Sant’Egidio e Acli Giovani).


Tra i relatori confermati: l’ex colonnello e diplomatica Ann Wright (USA), la prof.ssa Anuradha Chenoy (India), Padre Alejandro Solalinde, consigliere del Presidente del Messico, Clare Daly, membro del Parlamento europeo (Irlanda) il vicepresidente David Choquehuanca (Bolivia), il prof. Jeffrey Sachs (USA), l’ex diplomatico delle Nazioni Unite Michael von der Schulenburg (Germania), il coordinatore di Stop The War Now Gianpiero Cofano (Italia) e il componente dell’Esecutivo di Rete Italiana Pace Disarmo Fabio Alberti, nonché attivisti per la pace dell’Ucraina e della Russia. Introdurranno i lavori i saluti video di Noam Chomsky (USA) e del Cardinale Álvaro Leonel Ramazzini Imeri (Guatemala)