Attualità

EDUCAZIONE. Bianzé, chiusa la scuola materna Cancellati 150 anni di parità scolastica

Paolo Viana venerdì 2 settembre 2011
Il Comune chiude l’asilo pari­tario e ne apre due, uno sta­tale e uno tutto suo. È questo, per ora, l’epilogo del caso Bianzè, il paesino del Vercellese il cui sin­daco ha sfrattato la scuola mater­na dai locali in cui, per oltre 150 anni, sono cresciute generazioni di bianzinesi. Se il Tribunale di Vercelli non accoglierà il ricorso dei genitori che amministrano l’a­silo e non ne restituirà l’uso, i lo­cali dovranno essere sgombrati per fare spazio a una nuova se­zione statale dell’Istituto com­prensivo di Tronzano e ad una se­conda sezione, creata ad hoc dal Comune. Apparentemente, un passaggio di consegne vantag­gioso per le famiglie che non do­vranno pagare alcuna retta. In realtà, da quando si è aperto il ca­so sono cadute una dopo l’altra tutte le motivazioni addotte dal­l’amministrazione comunale per cancellare un secolo e mezzo di parità scolastica e ora emergono forti dubbi circa l’imparzialità del ministero dell’Istruzione. La decisione del sindaco Maurizio Marangoni di chiudere l’asilo scatta in primavera. Ufficialmen­te, dovrebbe venire incontro ai cittadini meno abbienti, offren­do un servizio gratuito. In realtà, a Bianzè gli indigenti sono tal­mente pochi che ogni anno re­stano inutilizzate tre rette gratui­te delle quattro previste dalla vec­chia materna. L’Arcivescovo di Vercelli, Enrico Masseroni, cerca una mediazione e propone di af­fiancare all’asilo paritario una se­zione statale; la Regione si allinea e autorizza la statale; Marangoni chiede ugualmente al Tribunale di mettere i sigilli all’asilo parita­rio; il provvedimento viene adot­tato venerdì e la rissa si sposta nelle aule di tribunale, con i ge­nitori a resistere, sostenuti dalla Fism, la federazione delle scuole paritarie. Da quella che sembra una bega di paese, emerge intanto il ruolo dell’Istituto comprensivo di Tron­zano. La materna di Bianzè è l’u­nica paritaria della zona: di que­sti tempi, i suoi 39 alunni fanno gola. Quando si capisce che la nuova sezione statale da 26 bam­bini non basterà a sostituire il vec­chio asilo, il dirigente scolastico che guida l’istituto tronzanese ac­cetta di firmare una convenzione che avalla la creazione di una scuola comunale negli stessi lo­cali della statale, gestita però da personale diverso, preso da una cooperativa. Soluzione dubbia sul piano giuridico e su quello del­l’organizzazione del lavoro scola­stico. I genitori sono sconcertati: «La retta dell’asilo paritario era di 65 euro al mese – spiega Annali­sa Momo – e quella statale zero, ma poiché se si porta il bimbo mezz’ora prima si paga un euro il guadagno è di 43 euro al mese. Bene, io li pagherei pur di avere voce in capitolo su chi educa i miei figli. La scuola statale avrà docenti diplomati, ma quella co­munale sarà gestita da “animato­ri”... «La chiusura della materna di Bianzè implica la scomparsa del­la sezione Primavera, che acco­glieva tutti i bambini dai 24 ai 36 mesi. Il nuovo asilo statale-co­munale accetterà solo quelli che non portano più il pannolino: co­sì io dovrò spendere 400 euro per un nido invece dei 130 che chie­deva la scuola paritaria, un bel guadagno!», recrimina il genitore Mario Vigani. Anche sul piano fi­nanziario i conti non tornano: se inizialmente l’operazione doveva essere a costo zero per il Comu­ne, ora si scopre che l’Ammini­strazione dovrà sborsare 61mila euro all’anno per la sezione co­munale, contro i 16mila corri­sposti finora alla paritaria. «Togliere la libertà di scelta edu­cativa – commenta la presidente della materna paritaria Anna Bobba – è assurdo: non ci guada­gnano le famiglie e ci perde il Co­mune. Ci guadagna solo l’istituto comprensivo di Tronzano». Oggi al Tribunale di Vercelli se­conda udienza sul ricorso pre­sentato dall’asilo paritario. Ieri abbiamo cercato d’intervistare il sindaco Marangoni ma, ci ha det­to la sua segretaria, è «molto im­pegnato ».