Attualità

Regione. Il risiko degli inceneritori. Tra politica e affari di famiglia

Pino Ciociola sabato 25 ottobre 2014
Quasi ai piedi del massiccio del Matese, quattro passi da Campobasso: qui va avanti un tira e molla dal 2009 per costruirvi due centrali a biomasse (inceneritori, ndr) iniziato quando la Regione ha dato il via libera. Un presidio di cittadini vi si è stabilito da tempo, le manifestazioni continuano, i sindaci della zona hanno presentato ricorsi, i lavori sono iniziati, poi sono stati sospesi e adesso tutto lascia prevedere che verrà presto definivamente revocata l’autorizzazione dalla costruzione delle centrali.La gente è molto arrabbiata. Centrali a biomasse qui non servirebbero. E poi tutti ripetono la stessa cosa: una di quelle due è riconducibile al governatore molisano, Paolo Frattura, che è ex-socio dell’attuale amministratore della ditta che dovrebbe costruire la centrale di Campochiaro e al quale il presidente della Regione aveva ceduto gratuitamente le sue quote, ex-socio che è anche marito del capo di Gabinetto in Regione, nominato proprio da Frattura. Colloquio avuto alcuni giorni fa a Campochiaro con l’amministratore Luca Di Domenico: «Ammetterà la stranezza che a costruire qui sia proprio l’azienda del marito della direttrice generale della Regione, nominata dallo stesso governatore che aveva autorizzato la costruzione di questa centrale ed è suo ex-socio…». Risposta stizzita: «In Italia non c’è libertà d’impresa?». Altra domanda: «Certo, ci mancherebbe. Però, ripeto: non le sembra strano che appalti e subappalti in questo Paese risultino essere un po’ troppo spesso affari di famiglia & politica?». Altra risposta sempre più stizzita: «In Italia non c’è libertà impresa?». Terza domanda: «Va bene, va bene. Lei però di certo sa come ogni rilevazione mostri come nella popolazione residente intorno alle centrali a biomasse aumentino le incidenze tumorali...». Stavolta taglia corto: «La nostra conversazione si chiude qui».Scriveva qualche settimana fa l’arcivescovo di Campobasso in una nota che, dopo aver raccolto «accurate informazioni di natura tecnico-scientifica» e «in ascolto delle crescenti preoccupazioni popolari, espresse anche dai vari consigli comunali e dalle manifestazioni in atto, eleva la sua accorata voce di Pastore di queste comunità e del territorio matesino», chiedendo . «a chi ne ha potere», di fermare subito i lavori, «iniziati con molta superficialità e troppa fretta». Non soltanto, ma «visti i continui cambi di proprietà delle aziende che hanno in capo i detti impianti», a monsignor Giancarlo Bregantini viene «il ragionevole dubbio che vi possano essere in futuro pericolose infiltrazioni malavitose».