Lo spazio recuperato. Il riscatto dall'omertà in un parco giochi
Un momento dell’inaugurazione del parco giochi nella Kalsa
Vittime e carnefici insieme per i bambini di Palermo. Un esempio concreto di giustizia riparativa. Un parco giochi per bambini realizzato grazie al sostegno economico di dieci vittime dell’estorsione mafiosa e grazie al lavoro di alcuni giovani detenuti. È quello che è stato inaugurato a piazza Magione, nella Kalsa il più antico quartiere arabo di Palermo, dove sono cresciuti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. È l’ennesima concreta realizzazione di Addiopizzo, l’associazione fondata da un gruppo di ragazzi palermitani per contrastare la violenza delle estorsioni mafiose e per risvegliare la città dall’omertà. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno 2004, la città venne invasa da migliaia di adesivi listati a lutto, attaccati ovunque.
Riportavano una frase che diventerà famosissima: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». Gli autori erano una decina di ragazzi ventenni. Nasceva Addiopizzo, che non solo voleva combattere le estorsioni ma anche incentivare il consumo critico, premiando coloro che si oppongono al racket. Ad oggi sono oltre 270 i casi di imprenditori che hanno denunciato, un migliaio quelli che fanno parte della rete a Palermo e provincia. Mentre sul consumo critico è stata raccolta l’adesione di 13mila cittadini. «Ora il cerchio si allarga e si chiude con la realizzazione del parco giochi, un vero investimento collettivo» ci spiega Daniele Marannano, uno dei ragazzi di 18 anni fa.
A finanziarlo alcune vittime di estorsione che hanno denunciato, mentre la manutenzione sarà effettuata da giovani provenienti dal circuito penale impegnati in percorsi di giustizia riparativa e in carico all’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo. « L’iniziativa – spiega ancora Marannano –, inedita per un’associazione come Addiopizzo che si occupa di assistenza di persone offese di reato, si inserisce su un territorio dove da diversi anni ci occupiamo di inclusione sociale con bambini e ragazzi che vivono in condizioni di marginalità e povertà.
Un paradigma di valori e azioni che si allarga e si consolida in una dimensione di inclusione per rispondere al bisogno di superare le sacche di incuria, degrado e povertà che investono il quartiere Kalsa, condizioni che alimentano fenomeni di devianza e di illegalità diffusa». Il progetto, realizzato in collaborazione con la cooperativa Rigenerazioni Onlus e l’associazione Lisca Bianca, i partners del progetto “Sport popolare in spazio pubblico”, la cooperativa Palma Nana e il prezioso ruolo dell’Istituto comprensivo “Rita Borsellino”, è davvero opera di una rete della speranza. Così piazza Magione «è diventato uno spazio di socialità e non più luogo di degrado e abbandono bensì di aggregazione e diritti». Gregory Bongiorno è uno degli imprenditori che sostiene il progetto. Ha denunciato gli estorsori nel 2013, ha vissuto sei anni sotto scorta, col sostegno di Addiopizzo. E ora li aiuta.
«È un modo per dare una mano ai ragazzi che vogliono affrancarsi. Il degrado sociale è fatto anche di sporcizia, di mancanza di spazi, che fanno crescere l’illegalità, il non rispetto delle regole, la creazione di falsi miti. Dobbiamo realizzare questi luoghi di aggregazione per far sì che i ragazzi non finiscano nella rete del malaffare». Ne è convinta anche Nadia Lodato, responsabile della cooperativa “Rigenerazioni”, che ha realizzato il laboratorio di pasticceria “Cotti in fragranza” tra le mura del carcere per minori Malaspina a Palermo e la pizzeria-ristorante “Al Fresco”, dove lavorano ragazzi ex detenuti. Ora la manutenzione del parco giochi che coinvolge tre detenuti di 20 anni. « I ragazzi restituiscono alla comunità quello che avevano tolto col loro comportamento, sanno bene che restituiscono ai bambini questi giochi. Noi li aiutiamo a mettersi in gioco». L’iniziativa rientra nel progetto “Svolta all’Alberghiera!”, finanziato da Fondazione con il Sud, in cinque carceri siciliane. «Vogliamo raccontare che il reato non è la persona, è altro. Per questo ci impegnamo».
Anche con gli scivoli, le altalene, i bilici della Kalsa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il progetto, finanziato dagli imprenditori nel mirino dei clan, vede la partecipazione di alcuni giovani del circuito penale Un momento dell’inaugurazione del parco giochi nella Kalsa