«Si illude chi vede un centrodestra che ha già vinto». Roberto Formigoni non condivide l’ottimismo di chi somma le sigle gravitanti nell’area: «Senza le primarie e senza contenuti condivisi non si vince, o si vince senza riuscire a governare, come nel ’94».
Molto dipende dalla legge elettorale. Ma non può essere il tema monopolizzante. C’è un’emergenza lavoro e competitività drammatica. La legge elettorale va fatta, c’è già una bozza, ma non è più rinviabile il salto di qualità del governo.
Come procedere? La strada maestra è una crisi pilotata e un Letta bis, di modo che i nuovi attori politici e la nuova maggioranza che sostiene il governo possa assumere un nuovo impegno. Mi riferisco in particolare a Renzi, non può atteggiarsi come uno che passa di lì per caso. È il principale azionista della maggioranza e non può uscirsene con un «non me ne occupo».
Di legge elettorale si occupa. Come giudica la bozza siglata con Berlusconi, bipolare o bipartitica? Hanno tentato il bipartitismo, ma hanno dovuto cam- È chiaro che Forza Italia da sola non ce la fa. Ma è illusorio attaccarsi ad essi. Sono la fotografia del passato, il cantiere del centrodestra è solo all’inizio. E c’è tanto da lavorare. A febbraio 2013 abbiamo perso milioni di voti.
Che cosa serve? Nel 2001 vincemmo dopo aver dato vita per un anno e mezzo all’Officina per un programma condiviso. Siamo di fronte a una grande emergenza etica, non è scontato mettere al centro delle politiche fiscali la famiglia e non lo è nemmeno opporsi al sincretismo e al relativismo con cui, ad esempio, attraverso la legge sull’omofobia, si vuole introdurre il concetto di gender. Poi c’è un problema di metodo per la scelta del leader.
Le primarie? Certo, e qui Forza Italia sbaglia.
Come giudica la scelta di Casini? Fa bene ad accettare la logica bipolare, fa male se sceglie Fi. Solo in un grande cantiere con noi potrà passare quel cambiamento che tante volte ha auspicato.
Anche i Popolari per l’Italia guardano al Ppe. Bene, e all’amico Mauro dico: lavoriamo insieme. Il Ppe, però, non è un contenitore del centro, è il centrodestra che in Europa si contrappone alla sinistra e al Pse. È questo l’equivoco da cui uscire.