IV Rapporto. Minori stranieri non accompagnati: i 18 anni, quella soglia traumatica
Negli ultimi 10 anni sono arrivati in Italia via mare 127.662 minori stranieri non accompagnati, con una media di 11.600 arrivi l’anno. Più di un minore su 4 nel sistema di accoglienza era ospitato in grandi centri, tra cui strutture temporanee ed emergenziali, di questi oltre il 6% (252) in strutture per adulti. Alla vigilia della Giornata internazionale del migrante, Save the Children diffonde la quarta edizione del rapporto “Nascosti in Piena Vista”, che quest’anno si concentra sul compimento dei 18 anni, una soglia critica e spesso traumatica nella vita dei ragazzi stranieri soli, i cui percorsi di crescita in Italia rischiano di interrompersi bruscamente.
Se allarghiamo lo sguardo a 6 Paesi tra i principali punti di ingresso nell’UE - Grecia, Italia, Bulgaria, Spagna, Cipro e Malta - si stima che nel 2023, sono stati 55.700 i minori entrati da soli o con le proprie famiglie. Il 64%, ben 35.500, erano non accompagnati o separati, di cui la metà, 18.820, arrivati via mare solo in Italia, dato in calo nel 2024, a quasi 7.900. L’Organizzazione amica delle bambine e dei bambini accende i riflettori sulla condizione di questi minori, che dopo aver affrontato viaggi difficili e rischiosi per sfuggire da guerra e povertà, continuano un percorso costellato da ostacoli e difficoltà.
La IV edizione del rapporto “Nascosti in Piena Vista” quest’anno si concentra sul compimento dei 18 anni e sul passaggio alla vita adulta, una soglia critica - e spesso traumatica - nella vita dei minori stranieri non accompagnati, i cui percorsi di crescita in Italia rischiano di interrompersi bruscamente. «Non ho avuto abbastanza tempo in comunità per prepararmi all’uscita. Mi sono trovato subito a dover lavorare, perché i soldi non bastavano per studiare», è la testimonianza di Karamel, un ragazzo egiziano di 20 anni.
A 18 anni molto minori stranieri non accompagnati devono abbandonare le strutture di accoglienza - Gianfranco Ferraro per Save the Children
In Italia sono presenti nel sistema di accoglienza e protezione 19.215 minori stranieri non accompagnati. Oltre il 75% ha tra i 16 e i 17 anni, il 14% tra 7 e 14 anni e meno del 2% è nella fascia 0-6 anni. La Sicilia è la regione con la maggiore incidenza di minori stranieri soli (4.555 minori presenti al 31 ottobre 2024, quasi il 25% del totale). In Italia la maggioranza netta è di sesso maschile, poco meno dell'88%. Le nazionalità più rappresentate sono l'egiziana (3.849), l’ucraina (3.631 , la gambiana (2.224), la tunisina (1.973), la guineana (1.515).
Spiega Antonella Inverno, Responsabile ricerca e analisi dati di Save the Children: «I minori stranieri che giungono soli in Italia devono poter contare sulla possibilità di crescere in un ambiente fatto di amicizie, relazioni e sostegno, come tutti i loro coetanei. Spesso invece arrivano alla maggiore età e devono disporre di un lavoro e di una abitazione autonoma per poter rimanere regolarmente nel territorio, tutte conquiste che i loro coetanei ottengono nel corso di molti anni. Tuttavia - dice la ricercatrice - se le prime fasi dell’arrivo e dell’accoglienza in Italia non consentono loro un supporto adeguato, il rischio è che ai 18 anni il percorso verso l’autonomia venga di fatto interrotto bruscamente. A fare la differenza è infatti la qualità dell’accoglienza, che andrebbe prevista presso una famiglia affidataria o in una struttura dedicata. Troppo spesso, invece, i minorenni soli restano per mesi in grandi centri privi di opportunità. Una situazione che al 30 settembre 2024 - afferma Antonella Inverno - riguardava più di un minorenne su 4. Un forte alleato nel percorso di crescita nel nostro Paese può essere il tutore volontario».
La legge 47 del 2017 fissa i pilastri di una buona accoglienza, spiega Save the Children, ma purtroppo non sempre viene rispettata. Il primo elemento cruciale riguarda l'accertamento dell'età: il rischio di essere identificati come adulti implica, infatti, diverse criticità, tra cui il possibile inserimento nella cosiddetta "procedura accelerata", che si svolge direttamente in frontiera per chi viene da Paesi considerati sicuri, per il riconoscimento della protezione internazionale. Alcuni ragazzi che hanno partecipato alla ricerca hanno evidenziato l’impatto di questi errori sulle loro vite, come ad esempio Jordan, un ragazzo guineano di 16 anni, inizialmente registrato come maggiorenne: «A Lampedusa ho detto che sono minorenne, ma mi dicevano che non era vero perché sono alto».
La maggiore età per i minori stranieri soli rischia di interrompere il processo di integrazione - Gianfranco Ferraro per Save the Children
Uno dei fattori che fa la differenza nel percorso di accoglienza e integrazione di un minore solo è l’avere o meno un rappresentante legale, un punto di riferimento importante che vigili sul rispetto dei suoi diritti. «Il sistema lo prevede per ciascun minore - si legge nel rapporto - ma nella realtà la situazione spesso è diversa ed è il tutore pro-tempore della comunità di accoglienza a dover ricoprire questo ruolo per lunghi periodi».
Problemi emergono anche nella fase di accoglienza. Solo poco più di un minorenne su due (58%) a giugno 2024 era accolto in centri di seconda accoglienza (SAI o extra SAI). Significa che i minori stranieri non accompagnati sono spesso ospitati nei centri di accoglienza straordinaria (CAS minori) o in altre tipologie di strutture emergenziali, dove sono garantiti solo servizi di base e dove dovrebbero restare solo per il tempo necessario al trasferimento nelle strutture SAI, in quanto inadatti a rispondere alle esigenze di ragazzi e ragazze per periodi più lunghi.
Scarsamente applicato per i minori non accompagnati il ricorso all’affido familiare, promosso dalla legge 47 del 2017 come prioritario rispetto alle strutture: a giugno 2024 risultavano accolti in famiglia appena il 20% dei minorenni presenti in Italia, ma di questi ben l’87% è rappresentato da minori ucraini. Sebbene incida anche il progetto migratorio dei ragazzi rispetto alla destinazione finale, non devono, dunque, stupire i dati sugli allontanamenti volontari: dal 1° gennaio al 30 settembre 2024 dei 6.610 allontanamenti volontari dalle strutture registrati , il 25%, pari a circa 1.650 minori, è uscito definitivamente dal sistema di accoglienza, con tutti i rischi che comporta.
La maggiore età può essere un bivio impegnativo per le scelte del minore straniero - Gianfranco Ferraro per Save the Children
Ultimo ma non meno importante è il nodo del compimento dei 18 anni, quando tutti i nodi vengono al pettine e le strade si biforcano. Vi sono ragazzi e ragazze che, attraverso il cosiddetto "prosieguo amministrativo", ottengono dal Tribunale per i Minorenni la possibilità di proseguire il percorso di crescita continuando ad essere sostenuti fino ai 21 anni di età nell’accesso al mondo del lavoro, nella prosecuzione degli studi e nella individuazione di soluzioni abitative dignitose. Queste risultano essere le storie che testimoniano come una buona rete di accoglienza e inclusione possa fare la differenza. Al 17 ottobre 2024 risultano attivi 1.601 prosiegui. Probabilmente la migliore soluzione possibile, ma ancora troppo poco sostenuta e diffusa.