Migranti. L'invito di Mattarella a Salvini: «Necessario moderare i toni»
Mattarella con Salvini durante le consultazioni per la formazione del governo (Ansa/Ufficio stampa del Quirinale)
In vista del vertice dei ministri dell’Interno in Austria, il governo si riunisce a Palazzo Chigi e prova a trovare una linea comune, dopo le frizioni dei giorni scorsi fra Lega e M5s. A Innsbruck, il titolare del Viminale Matteo Salvini rappresenterà ancora una volta le richieste italiane. Ieri intanto, nel colloquio sul Colle da lui richiesto al capo dello Stato, il ministro si sarebbe a lungo sfogato col presidente Sergio Mattarella: ricevo continuamente attacchi sulle politiche migratorie, avrebbe detto Salvini, mi danno perfino del mafioso. Mattarella lo avrebbe ascoltato con attenzione, invitandolo tuttavia a riflettere: un ministro dell’Interno, gli avrebbe detto il capo dello Stato, deve sapere moderare i toni. I due avrebbero affrontato i temi di immigrazione, sicurezza, terrorismo, confisca dei beni ai mafiosi e Libia.
Ma il vicepremier, dopo le motivazioni della Cassazione sul sequestro dei fondi elettorali della Lega (ritenuta da Salvini un «attacco alla democrazia»), avrebbe comunque provato a fare riferimento alle conseguenze delle inchieste giudiziarie per l’"agibilità politica" del suo partito. A quel punto, Mattarella gli avrebbe ricordato come esuli dalle sue prerogative intervenire a qualsiasi titolo su sentenze della magistratura.
Vertice a Palazzo Chigi.
Prima del vertice di Innsbruck, ieri a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte ha presieduto una riunione per rinsaldare la posizione dell’esecutivo sulla questione dei flussi migratori: vi hanno preso parte i vice premier Salvini e Di Maio, ministri dell’Interno e del Lavoro e il titolare dell’Economia Giovanni Tria. Secondo alcune fonti di maggioranza, la riunione sarebbe servita a concordare una linea comune. Al contrario, per il vicepremier e leader pentastellato Di Maio, «era una riunione programmata, su temi economici, non si è parlato di migranti almeno fin quando c’ero io. Poi ho lasciato Salvini e Conte, che ne hanno parlato a margine». Oggi, si apprende, è previsto un "incontro tecnico", mentre mercoledì ci sarà una seconda riunione tra Salvini e il presidente Conte.
Il nodo dei porti.
«Il governo lavora e agisce con una sola voce e su questo è assolutamente compatto», insiste Salvini. Domenica, la sua sortita sull’intenzione «di bloccare l’arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali presenti nel Mediterraneo» ha innescato tensioni nel governo, con fonti della Difesa pronte a precisare che «Eunavformed è una missione ai livelli Esteri e Difesa, non Interno» e, pertanto, «le sue regole di ingaggio della missione» andrebbero cambiate «nelle sedi competenti, non a Innsbruck». Sulla questione è intervenuto ieri Di Maio: «Finché la missione Eunavformed rimane in piedi, gli unici porti sono quelli italiani, ma l’obiettivo nostro è cambiare le regole di ingaggio. Chiederemo flessibilità alla Ue senza barattarla in cambio dell’apertura dei porti». Da Bruxelles, intanto, fonti europee specificano come, tanto per l’operazione Sophia che per quella Themis, sia il Centro di coordinamento del soccorso in mare (Mrcc) a individuare di volta in volta il porto europeo più sicuro per far sbarcare i migranti soccorsi. «Non ci sfiliamo dagli impegni internazionali, siamo pienamente dentro e non intendiamo muoverci al di fuori del quadro di diritto internazionale,quindi anche europeo», ha detto ieri il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, mettendo un punto fermo rispetto alla posizione del governo italiano su una eventuale revisione della missione Ue Sophia e sul salvataggio in mare dei migranti. Dopo aver incontrato il rappresentante speciale dell’Onu per la Libia Ghassan Salamé, il titolare della Farnesina precisa che «il nostro governo ha deciso di dare nuove barche alla Libia per salvare persone. L’idea non è solo bloccare, ma salvare le persone e portarle il prima possibile in un porto sicuro». Nei colloqui con le autorità di Tripoli l’Italia «ha avviato» un primo confronto sulla realizzazione di centri di accoglienza per i migranti in Nord Africa (come proposto nelle conclusioni dell’ultimo Consiglio Ue).
Tre mosse.
Nella partita a scacchi europea, il governo punterà su tre mosse: ribadire il no all’ingresso in Italia dei cosiddetti movimenti secondari; insistere per un rafforzamento della protezione delle frontiere esterne; battersi per un serio ricollocamento europeo dei richiedenti asilo. Roma confermerà il sì al sostegno alla Libia, ma insisterà per un ripensamento delle varie missioni europee.
La tela di Salvini.
Prima che il vertice di Innsbruck cominci, Salvini proverà a tessere la sua tela in una fitta serie di incontri: domani avrà un faccia a faccia col ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer e giovedì un incontro "trilaterale" al quale si aggiugerà l’omologo austriaco Herbert Kickl (esponente del Fpö, il partito liberalnazionalpopulista di Heinz-Christian Strache, vicino ad alcune posizioni della Lega). Salvini vedrà pure l’omologo francese Gerard Collomb, che gli ha chiesto un vis-à-vis, forse per affrontare la questione Ventimiglia. «A Innsbruck presenteremo un nostro documento – avverte il titolare del Viminale –. La nostra priorità è la difesa delle frontiere esterne. Speriamo che l’Europa si svegli, vogliamo sapere quante risorse, mezzi e uomini metterà» per «chiudere i porti ai trafficanti e a chi li aiuta».