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Il progetto . Da Ventotene al carcere di Santo Stefano in funivia volando sul mare

Luca Liverani venerdì 7 febbraio 2025
Il penitenziario borbonico a Santo Stefano e sullo sfondo Ventotene

Il penitenziario borbonico a Santo Stefano e sullo sfondo Ventotene

Re Ferdinando IV di Borbone ci aveva visto giusto quando scelse Santo Stefano, davanti all'isola di Ventotene, come luogo ideale per costruire nel 1797 il suo penitenziario "panoptico". Un isolotto dalle scogliere scoscese da cui è stato sempre difficile fuggire. Quasi quanto sbarcarci: ancora oggi i turisti - solo col mare calmo - devono approdare passando con una certa agilità dalla barca al piccolo approdo della Madonnella. Un accesso complicato, che rischia di ostacolare la fruizione del grande progetto di restauro, avviato dal governo cinque anni fa, per trasformare il penitenziario dei patrioti del Risorgimento e della Resistenza in un centro di studi europeo e in un museo. Bocciati dalle Valutazioni di impatto ambientale (VIA) i due successivi progetti di ampliamento e messa in sicurezza dell'approdo, l'ultima soluzione possibile sembra essere quella di una funivia, che colleghi Ventotene a Santo Stefano. In sicurezza, permettendo l'accesso anche a disabili, anziani, donne incinte, bambini. E passando sopra - letteralmente - agli ostacoli meteo-marini che impediscono la navigazione verso l'isolotto per la gran parte dell'anno.

La proposta del Commissario di governo è stata presa in considerazione dal Tip, il Tavolo istituzionale permanente, che ha commissionato uno studio di pre-fattibilità. Attorno al Tip siedono assieme al Commissario i rappresentanti dei ministeri di Cultura e dell'Ambiente, Agenzia del Demanio, Regione Lazio, Comune di Ventotene, Riserva naturale statale e area marina protetta delle due isole, Invitalia. Dal primo esame tecnico emerge dunque che una funivia a una sola campata, senza piloni in mare, è tecnicamente fattibile. A spiegare il progetto e i suoi punti di forza è Giovanni Macioce, Commissario straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex Carcere borbonico, progetto intitolato al compianto presidente dell'Europarlamento David Sassoli. Macioce lo ha fatto durante l'incontro a Roma con la comunità di Ventotene. «Il Tip, dopo un processo di valutazione durato anni - spiega il commissario Macioce - ha dovuto prendere atto dei pareri negativi ai progetti per realizzare un approdo sicuro, per le pesanti prescrizioni nei pareri delle VIA, confluite nel decreto dei ministeri della Cultura e dell'Ambiente».

«Oggi via mare arrivano a Santo Stefano da Ventotene - spiega il Commissario - non più di 1.500 visitatori in tutto un anno. Ma per dare senso all'investimento di 70 milioni fatto dal governo in questo progetto ne servono 40 mila, ovviamente distribuiti nell'arco di tutto l'anno. Oggi sono troppo pochi. E la metà di chi vorrebbe fare la visita, penso ad anziani e disabili, è tagliata fuori. Questo è contro gli obiettivi del Progetto governativo - dice Giovanni Macioce - che intende realizzare a Santo Stefano un polo culturale, un Museo e una Scuola di alta formazione, che siano fruibili a tutti. C'è quindi il rischio di un definanziamento». Acclarata definitivamente la scarsa funzionalità dell’approdo, Macioce ha avviato una ricognizione delle possibili soluzioni alternative. «E il collegamento tramite funivia è l’unico che potrebbe garantire lo sbarco in sicurezza veramente a tutti, assieme alla possibilità di accedere a Santo Stefano in qualunque periodo dell’anno, aprendo le porte a un turismo destagionalizzato».

L'isola di Ventotene e dietro l'isolotto di Santo Stefano dove sorge il carcere "panoptico" - -

Spalmare gli arrivi turistici anche nei mesi invernali potrebbe generare un impatto positivo sull’economia di Ventotene, che d'inverno è costretta a chiudere negozi, ristoranti, alberghi. Una mossa, insomma, per contrastare il progressivo spopolamento della comunità ventotenese. Non solo. Oggi per il trasporto dei materiali edili e delle attrezzature necessarie al restauro in corso è indispensabile un elicottero che fa la spola tra Ventotene e Santo Stefano. Con possibili interruzioni a causa del maltempo o per non intralciare la nautica da diporto. «La funivia permetterebbe anche il trasporto su appositi carrelli - spiega il Commissario di governo - di quanto serve al cantiere con un notevole risparmio di tempo e ottimizzazione dei costi».

Invitalia, soggetto attuatore del recupero, ha quindi indetto una gara pubblica tra sei esperti di funivia. Il tecnico scelto ha spiegato che un impianto omologato come quello che servirebbe esiste già in Austria. Una cabina da 12 persone per portare a Santo Stefano un centinaio di persone al giorno, stabile anche con venti fino a 100 kmh, «per un costo - stima il Commissario - che dovrebbe aggirarsi sui 9 milioni di euro. Ricordo che la funivia è statisticamente è il mezzo di trasporto più sicuro. E che non esiste una funivia che unisca due isole: il panorama dalla cabina sospesa sul mare sarebbe incredibile».

L'esperto è l'ingegner Marco Cordeschi, amministratore e direttore tecnico di Altevie, azienda che si occupa di ingegneria funiviaria, ambientale e mobilità sostenibile: «La possibilità di realizzare una funivia tra le due isole c'è - spiega l'ingegner Cordeschi - e il collegamento è senz'altro possibile. Si tratterebbe di una campata unica lunga tra 1,6 e 1,8 chilometri. La stazione di arrivo sarebbe direttamente nella parte alta di Santo Stefano, vicino al carcere, evitando ai visitatori il sentiero in salita. Quella di partenza da Ventotene non è stata ancora individuata. L'impianto dovrebbe avere un "franco libero", cioè un'altezza dal livello del mare, di circa 40 metri, sufficienti per non ostacolare la navigazione. Navi più grandi, militari o da crociera, non fanno rotta tra le due isole». Rischi per l'avifauna, visto che le due isole ponziane sono una meta importante per i migratori? «Esistono funivie in montagna in molte aree protette - spiega l'ingegnere - e non rileviamo problemi di impatto. Su un nostro pilone ha perfino fatto il nido una coppia di poiane. Dal punto di vista paesaggistico le funi hanno un impatto visivo minimo. Comunque, a differenza di altri grandi opere, una funivia è molto più reversibile».

Il progetto della funivia ha suscitato molte aspettative nella comunità ventotenese. Ma anche alcune resistenze. A cominciare dal sindaco Carmine Caputo, che ha subito parlato di «idea fantasiosa e altamente impattante» e di proposta «campata in aria». Il primo cittadino non si è presentato alla riunione del Tavolo istituzionale permanente del 21 gennaio. Né all'incontro a Roma organizzato dal Commissario per illustrare l'idea della funivia alla comunità ventotenese.

Di diverso avviso il segretario del circolo del Pd di Ventotene: «Sul nostro fazzoletto di terra in mezzo al mare sono piovuti 70 milioni di euro per la valorizzazione dell'ex carcere - dice Andrea Bonsignori - ma ora il Comune, invece di facilitare il percorso dei lavori, mette il bastone tra le ruote. La criticità dell'approdo, se non risolta, potrebbe costituire un serio problema per la realizzabilità del progetto. Qui da noi c'è un grave problema di spopolamento invernale, che potrebbe essere mitigato dalla destagionalizzazione, con impatto positivo sull'economia locale». Concorda Lino Bernardo, consigliere comunale di minoranza, intervenendo all'incontro di presentazione: «Il rischio è il definanziamento del progetto, il futuro di Ventotene è nel rilancio di Santo Stefano Bisogna attirare turismo al di fuori della stagione estiva. Valutiamo bene gli aspetti ambientali e paesaggistici, ma la convenienza economica del progetto funivia c'è». Favorevole anche Guido Garavoglia, dell'associazione Santo Stefano onlus: «L'idea della funivia ci trova assolutamente consenzienti. Ventotene e Santo Stefano sono luoghi di rilevanza non solo nazionale, ma europea. Il Tip deve andare avanti su questo grande investimento culturale. La comunità dell'isola deve rendersi conto che è il più grande progetto e finanziamento mai avuto. Non prendiamoci la responsabilità di vanificarlo per motivi che non siano tecnici».