Il calendario 2009 del presidente del consiglio è denso di appuntamenti Per la terza volta guiderà il G8 e il G14 Intanto il Carroccio evita la polemica DA ROMA MASSIMO CHIARI « Q uello che ho davanti è un anno terribile». Silvio Berlusconi, collegato telefonicamente con la Comunità Incontro, non nasconde i timori per il 2009. «C’è il governo del Paese in un momento difficile – spiega il premier - e ci sono tante riforme, a cominciare da quelle delle intercettazioni e della giustizia che ci occuperanno molto...». Una pausa leggera e poi ecco riaffacciarsi la solita fiducia: «Abbiamo però due gruppi parlamentari che garantiscono di poter fare qualunque battaglia e di portare a casa la vittoria. Quindi, sono assolutamente sereno». Il calendario del premier è denso di appuntamenti. Nel 2009 – va avanti – «abbiamo anche le elezioni: ci sarà da fare la campagna elettorale per le amministrative, molto importanti, di giugno, insieme alle importantissime elezioni europee». E poi «oltre a tutto questo mi trovo poi, per la terza volta, ed è un record assoluto perchè Kohl e Mitterand furono presidenti per due volte, ad essere presidente del G8 e del G14. Pensa che viaggi dovrò fare...». Il Cavaliere cita «Cina, India, Giappone, Sud Africa, Egitto, Messico, Brasile, Canada, Stati Uniti» e poi i «Paesi europei». Elezioni, G8, ma soprattutto riforme. E soprattutto Giustizia e intercettazioni. La Lega, questa volta, sembra evitare la polemica. «Le parole di Berlusconi sulla giustizia vanno benissimo: andrà a segno come sta andando a segno il federalismo con cui siamo già partiti...», ricorda il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Ora l’interrogativo è soprattutto uno: riforme con il concorso dell’opposizione? Gianfranco Rotondi non ha dubbi e lo dice: «Oggi più che mai è opportuno far rimanere aperto il dialogo sulle riforme come la giustizia, che non deve essere vista come il tentativo di delegittimazione della magistratura. Ci deve essere, invece, la volontà a riformare nel concreto il sistema giudiziario e farlo possibilmente con l’opposizione non giustizialista e confrontandoci con le toghe non politicizzate ». L’idea di governo e maggioranza è sempre la stessa: staccare il Pd dal-l’Italia dei Valori. «Esistono momenti politici in cui il 'ma anche' veltroniano non è in alcun modo utilizzabile. Ora, infatti, nell’anno che si apre, il Pd sarà chiamato a una scelta chiara, senza ambiguità», dice Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia, che aggiunge: «Da una parte c’è il dialogo con la maggioranza per le riforme (dal federalismo alla giustizia, dall’economia ad altre possibili riforme istituzionali), dall’altra c’è il permanere dell’alleanza-sudditanza rispetto al signor Di Pietro, che è invece esclusivamente interessato ad avvelenare i pozzi per impedire qualunque confronto costruttivo. Cosa farà Veltroni? E cosa faranno gli altri protagonisti del Pd?». Il Pdl vuole il confronto con il Pd, ma vuole anche riformare la Giustizia e Giulia Bongiorno, presidente della commissione alla Camera, insiste: «Credo che sia importante trovare dei paletti per limitare il ricorso alle intercettazioni», che però «devono restare possibili per i reati gravi e i reati contro la pubblica amministrazione». Intanto anche l’Udc si dice pronta al dialogo: «Le riforme – avverte Michele Vietti – sono un tema decisivo su cui si misurerà nei prossimi mesi la capacità di questo governo: ci auguriamo voglia farle con il contributo dell’opposizione e non ricorrendo ad annunci estemporanei o a forzature parlamentari». Il premier Silvio Berlusconi (Fotogramma)