Attualità

Il premier: «Il 1° Maggio Cipe straordinario per la ricerca»

giovedì 28 aprile 2016
Roma. «Domenica 1° maggio onoriamo la Festa del Lavoro non solo con le cerimonie ufficiali ma con un Cipe straordinario che stanzierà 2,5 miliardi di euro sulla ricerca e un miliardo di euro sulla cultura». Lo ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi nella sua e-news settimanale. Il programma nazionale della ricerca, meglio conosciuto come Pnr 2015-2020, è un documento contenente le azioni per rilanciare gli investimenti in Ricerca e sviluppo dell’Italia atteso dallo scorso anno. «Il lavoro che verrà in Italia sarà creato anche e soprattutto dalla scommessa sul capitale umano – ha osservato il premier –: ricerca e cultura smettono di essere i settori da tagliare e diventano quelli su cui investire». Sempre Renzi ieri ha annunciato il varo del decreto che stanzia 480 milioni di euro per i Comuni che investono sull’edilizia scolastica. Intanto procede in Parlamento il cammino del Def. Camera e Senato hanno concluso l’esame del Documento del governo e approvato a maggioranza assoluta il rinvio dal 2018 al 2019 del pareggio strutturale di bilancio. Approvate poi le risoluzioni con le quali la maggioranza vincola la politica economica del governo. Tra i temi citati spiccano le misure per introdurre forme flessibili di accesso anticipato alla pensione in una forma che preveda penalizzazioni non troppo pesanti («ragionevoli» è il termine usato) per i lavoratori. Nei documenti spazio anche alla richiesta, sostenuta in particolare da Alleanza Popolare, di promuovere politiche fiscali orientate alla famiglia e di sostegno alla natalità. 'Paletti' in materia di revisione degli sconti fiscali e di spending review. Sulla revisione della spesa si chiede di proseguire con tagli mirati e facendo attenzione in Sanità a recuperare «efficienza senza ridurre i servizi». Sulle tax expenditures si chiede invece di procedere al riordino senza toccare le detrazioni per il lavoro e la famiglia ma anche preservando ecobonus e agevolazioni per le ristrutturazioni che andrebbero invece «rafforzati». Il capo del governo, Matteo Renzi