La conferenza. Conte: rilancio dei 29 punti di governo. A partire dai decreti sicurezza
A quasi quattro mesi dalla nascita del nuovo governo M5s-Pd-Iv-Leu, nella consueta conferenza stampa di fine anno a Villa Madama, il premier Giuseppe Conte fa il punto sull'azione dell'esecutivo che guida dopo la crisi innescata ad agosto dalla Lega di Matteo Salvini. Una fotografia dello stato dell'arte, ma soprattutto una scansione degli obiettivi, in vista del mese "caldo" di gennaio. A partire dall'inizio dell'anno è atteso, infatti, il "tagliando" annunciato nelle settimane scorse dal presidente del Consiglio. Il premier punta molto sul nuovo anno e, quindi, sul futuro, sul rilancio dell'azione di governo, dopo l'approvazione della Manovra, incassata nei due rami del Parlamento.
L'obiettivo è partire dai 29 punti del programma di governo, indicare le priorità da mettere in campo subito, attraverso il confronto con le forze di maggioranza, e costruire l'agenda 2023.
I decreti sicurezza
Sui decreti sicurezza, innanzitutto, Conte annuncia che saranno al centro della riunione di gennaio con la quale il governo stabilirà il timing per portare a compimento i 29 punti del programma. Si parte da quei decreti che portano il nome di Matteo Salvini, dunque, per ridare smalto a una azione di governo che negli ultimi tempi sembra frenata dallo scontro interno alla maggioranza. "Uno dei 29 punti programmatici riguarda l'intervento sui decreti sicurezza per recepire le preoccupazioni espresse dal Presidente Mattarella. Il decreto sicurezza Bis è stato varato dal Consiglio dei ministri in maniera diversa dall'originale, che tenevano conto dei rilievi del Presidente Mattarella. Adesso potremo lavorare e sarà uno dei temi dell'incontro di gennaio", sottolinea Conte.
«La frammentazione delle forze politiche non fa bene all'azione di governo»
«Il metodo di questo governo si basa sul confronto e prima su una preventiva analisi - ha sottolineato Conte -. Io rivendico il metodo del dialogo, spesso leggiamo che diventa conflitto. Non vi nascondo che ci sono confronti anche vivaci, dai toni accesi, ma mai litigi fini a se stessi il confronto alimenta e ci consente di mettere a fuoco l'interesse generale». «Richiamo tutti quanti a un senso di responsabilità - ha aggiunto -. Il richiamo è rivolto alle forze parlamentari, il cui coinvolgimento è fondamentale, ma anche l'opposizione potrà offrire spunti all'azione di governo. Chiedo uno sforzo anche a tutti i cittadini: ricordiamoci sempre che l'Italia siamo noi». «Ai parlamentari che hanno posizioni critiche - ha aggiunto - rivolgo un pubblico appello: rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del quadro politico. Se ci sono manifestazioni di dissenso lavorate all'interno. In questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostiene la maggioranza non fa bene anche al governo».
«Non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento - ha sostenuto - non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto con i cittadini italiani. Non mi ritengo indispensabile, i cimiteri sono pieni di persone indispensabili e il nostro panorama politico può offrire molte personalità valide. Certo, il fatto che le forze politiche che sostengono il governo possano apprezzare le mie capacità fa piacere. Vuol dire che stiamo e che sto lavorando bene, ma il tutto è un lavoro di squadra non c'è un premier che possa fare da solo senza un forte supporto dei suoi ministri e sono fortunato di avere questa squadra».
«Bisogna dare la giusta importanza agli appuntamenti elettorali sul territorio - ha affermato - che si preannunciano già a fine gennaio, non bisogna affatto trascurare che da quelle competizioni ricaveremo dei dati politici che alimenteranno il dibattito e che potranno anche avere un riverbero sul piano nazionale, ma vorrei chiarire che stiamo sempre parlando di competizioni elettorali circoscritte sul piano territoriale, non sarà un referendum a favore o contro il governo. Posso auspicare che se abbiamo un governo che man mano che andiamo avanti riesce ad avere un maggiore affiatamento questo possa tradursi nelle competizioni locali ma le cose devono maturare e la fretta è cattiva consigliera. L'auspicio è sicuramente che ci possa essere una maggiore consonanza, anche valutando di volta in volta la possibilità di dialogare meglio a livello territoriale tra le forze che compongono la maggioranza».
«Lei sta ipotizzando un Conte ter? Un Conte tre? No, per carità...». Giuseppe Conte ha escluso un suo terzo "mandato" a palazzo Chigi: «Non dobbiamo cadere nella tentazione di poter realizzare domani quel che si può realizzare oggi. Mettiamoci anche nella prospettiva di una forza politica. Una forza politica che oggi contribuisce alle soluzioni di governo, quale credibilità può avere di fronte al proprio elettorato dicendo"facciamo così, andiamo a votare, datemi fiducia perché io realizzerò le cose che potrei realizzare oggi...". È uno scenario inverosimile, si perde credibilità».
«Puntiamo a semplificare scaglioni Irpef e ridurre pressione su classe media»
«Gennaio sarà l'occasione per fermarsi a riflettere e confrontarsi per cercare di rilanciare l'azione di governo. Già scegliere l'ordine temporale delle misure da adottare sarà una scelta politica, nell'interesse dei cittadini e del Paese», ha spiegato il premier, sottolineando che «abbiamo già presenti alcune priorità», tra cui lo snellimento «della macchina burocratica». «Abbiamo da rilanciare il sistema fiscale, semplificare e rimodulare e ridurre le aliquote, per abbassare la pressione fiscale - ha aggiunto -. Qualsiasi premier ha preannunciato lo stesso obiettivo, io dico che se vogliamo evitare la bancarotta e una procedura di infrazione europea, che ci farebbe molto male, dobbiamo lavorare in maniera molto seria. Puntiamo a semplificare gli scaglioni Irpef e abbassare la pressione a in particolare a vantaggio della classe media. La rimodulazione dell'Iva non è all'ordine del giorno. Dobbiamo valutare l'impatto che avranno le misure anti-evasione. Arriveremo all'inizio dell'anno successivo al 2021 a restituire ai singoli cittadini anche 2mila euro di superbonus».
Sdoppiamento del Miur e nomina dei ministri Azzolina e Manfredi
«Ringrazio il ministro Fioramonti: abbiamo la necessità, l'ho già detto, di rilanciare il comparto dell'Università - ha affermato Conte -. Non è vero che non abbiamo compiuto passi avanti, penso alla Agenzia nazionale delle ricerche. Ora fare qualche sforzo in più, penso ad aumentare i fondi sul diritto alla studio. Sono convinto che la cosa migliore per potenziare il settore sia separare la scuola dall'Università. Penso a una nuovo ministero dell'Università e la Ricerca: ho pensato di nominare la sottosegretaria Lucia Azzolina ministra della Scuola e Gaetano Manfredi, presidente della Crui, ministro della Università e della Ricerca».
CHI SONO I NUOVI MINISTRI
«Prescrizione sospesa dopo il primo grado non è un obbrobrio giuridico»
«Io ritengo che una prescrizione che sia sospesa in corrispondenza della sentenza di primo grado non è obbrobrio giuridico: sicuramente rischieremo di andare in difficoltà se non introducessimo meccanismi di garanzia per assicurare la durata ragionevole del processo», ha detto Conte. «Il problema non è la prescrizione, ma il problema è abbinare meccanismi che assicurino la durata ragionevole del processo», ha insistito il presidente del Consiglio. «Abbiamo la serenità per dire che gli effetti» della riforma della prescrizione non si sentiranno subito. «Nelle riforma del processo penale introdurremo i meccanismi di garanzia», ha continuato, «ci è stato annunciato» il disegno di legge del Pd, «lo capisco». «Siamo in dirittura d'arrivo per accelerare la riforma del processo penale - ha garantito -. Velocizzare i processi sarà un pilastro per il progetto riformatore. Siamo molto ambiziosi, dobbiamo mettere mano alla giustizia tributaria. Il mio obiettivo è quello di ridurre un grado di giudizio, per la giustizia tributaria devono essere sufficienti solo due gradi».
«Migranti, ottimi risultati senza clamori e dibattiti pubblici»
«Uno dei 29 punti programmatici riguarda l'intervento sui decreti sicurezza per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella - ha ricordato -. Il decreto sicurezza Bis è stato varato dal Consiglio dei ministri in maniera diversa dall'originale, che tenevano conto dei rilievi del presidente Mattarella. Adesso potremo lavorare e sarà uno dei temi dell'incontro di gennaio».
«Il tema dell'immigrazione è sparito un po' dai radar. La propaganda può tenere accese le luci dei riflettori su un tema in modo strategico, ma stiamo ottenendo risultati per certi versi anche migliori rispetto al precedente esecutivo: senza clamori, senza che si parli di porti chiusi e porti aperti».
In conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dedicato un lungo passaggio alle politiche migratorie. «Ricordo che il 2018 è stato chiuso con circa il doppio degli sbarchi che ci sono a fine 2019. E il dato significativo è che abbiamo migliorato anche il numero dei ricollocati: oggi sono 98 al mese, nel precedente governo erano 21. Perché accade questo? Con la massima pazienza, con lo studio e con la determinazione è stato sottoscritto un accordo a Malta che ci ha consentito di avere dei risultati. Questo ci ha consentito una richiesta congiunta di ricollocazione da quattro Paesi contemporaneamente. Questo ci consente di ricollocare i migranti in quattro settimane».
Sulla vicenda della nave Gregoretti «sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto», ha spiegato il presidente del Consiglio. «Ho fatto già una verifica - ha aggiunto - per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c'è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione. In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva, voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l'istruttoria».
«Troppi privilegi, su concessioni non faremo sconti»
«Su Autostrade per l'Italia c'è procedimento in corso, l'istruttoria slitterà un po', ma siamo in dirittura finale», ha detto il presidente del Consiglio. «Si tratta di una norma che non riguarda la sola convenzione Aspi, ma tutte le concessioni, abbiamo eliminato privilegi inaccettabili, e alcune concessioni prevedevano dei vantaggi sproporzionati a favore dei concessionari», ha aggiunto Conte. «Questo è inaccettabile, abbiamo risistemato la norma generale ed astratta. Con la massima serenità chiuderemo il procedimento. Non chiamateci incerti, è un procedimento che porteremo a termine con rigore perché 43 morti rivendicano giustizia, non ci lasciano indifferenti. È ben chiaro che non vogliamo fare sconti a nessun privato».
«Lega forza pienamente legittimata, ma Salvini interpreta il suo ruolo in maniera insidiosa»
«Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare a gioco democratico», ma «secondo me è insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership... Quello che mi ha meravigliato è il modo con cui Salvini interpreta la sua leadership, con slabbrature e strappi istituzionali. Questa modalità di interpretare il suo ruolo la ritengo insidiosa, la Lega in sé no».
Il presidente dell'Ordine dei giornalisti sull'Inpgi
«Riteniamo illegittimo il principio che si vuole introdurre dei due redattori prepensionati a fronte dell'ingresso di uno nuovo che può anche essere non giornalista, lo impugneremo», ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, introducendo la conferenza stampa di fine anno - che si tiene a Villa Madama - del premier Giuseppe Conte. «Siamo di fronte a una crisi sistemica internazionale - ha detto Verna - e a stravolgenti cambiamenti, i cui costi finora sono stati sostenuti solo dai giornalisti e dal loro istituto di previdenza. Sull'Inpgi saremo i primi a chiedere più trasparenza, ma sarebbe urgente un tavolo per un allargamento della platea. Mentre finanziando nuovi prepensionamenti siamo al di là dell'omissione di intervento, l'istituto viene appesantito di un carico insostenibile».